The water's power - Capitolo 2

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L'acqua non oppone resistenza. L'acqua scorre.
Quando immergi una mano nell'acqua senti solo una carezza.
L'acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre.
L'acqua è paziente.
L'acqua che gocciola consuma una pietra.
Ricordati che per metà tu sei acqua.
Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l'acqua
~ Margaret Atwood

Da questa mattina ho sentito crescere dentro di me la paura di rimettere piede in quel luogo infernale nel quale tutto è iniziato.

Non sapevo cosa Calum stesse progettando e nemmeno potevo immaginare a cosa tutto questo avrebbe portato, ma ormai c'ero dentro con tutta me stessa e non volevo tirarmi indietro, lo avevo fatto troppe volte in passato.
La paura non doveva più vincere su di me.
Dovevo reagire e lui sarebbe stato il mio motivo di riscatto dagli ostacoli del passato.

Per tutto il giorno non feci altro che pensare a quella lezione di nuoto, rischiando numerosi attacchi di panico che mi riportavano alla vecchia e quasi familiare sensazione di annegare.

Sentii l'arrivo di Calum come una liberazione.
Ora i miei pensieri non mi avrebbero più divorata dall'interno facendomi desiderare di scappare.

Aprii la porta, dopo aver sentito il campanello suonare, e mi fiondai tra le sue braccia, tremando.

Lui rimase dapprima rigido non aspettandosi la mia reazione, poi mi strinse a sè, facendo scorrere la mano sulla mia schiena per tranquillizzarmi.
«Lyn non farò il coglione chiedendoti se sei pronta, dato che posso sentire a contatto con la tua pelle la paura che provi, ma se vuoi rimandare possiamo farlo», disse stringendo la presa sulla mia schiena.

Scossi la testa e mi staccai leggermente per guardarlo negli occhi.
Sapevo di stare al sicuro tra le sue braccia ma era come se sentissi l'anima pesare al pensiero di muovermi da casa.

Lui sospirò comprendendo che per orgoglio non avrei mai lasciato perdere quel patto, ma, dato che per il momento non avrei avuto la forza di fare nulla, mi accarezzò una guancia e decise di prendere il controllo della situazione.
«Dammi la borsa ed andiamo.
Sono la tua ombra, non avere paura». Annuii e, sentendo le gambe farsi sempre più pensanti, presi la borsa per poi chiudere casa e seguirlo senza mai smettere di guardarmi intorno come se qualcosa potesse salvarmi, facendomi sentire immersa nella contraddizione dei miei pensieri.

Rimasi in silenzio durante il viaggio e potei percepire l'agitazione di Calum attraverso la tensione dei suoi muscoli, probabilmente perchè nemmeno lui immaginava fino a che punto la paura dell'acqua fosse radicata in me.

Una volta raggiunta la piscina e pagata l'entrata ci separammo emtrando nei rispettivi spogliatoi per cambiarci ed io non feci altro che piangere, rimpiangendo la decisione della sera prima.

Aspettai di calmarmi ed uscii, trovando Calum in costume a petto nudo che, nonostante avessi già visto in vacanza in quel modo, mi fece arrossire come una quindicenne alle prese con la sua prima cotta.

Lui sorrise vedendomi avvicinare e mi tese una mano, che immediatamente presi, sentendolo intrecciare le dita con le mie.
«Signorina per questa sera sarò il suo istruttore "scaccia fobia".
Ora deve solo fidarsi e venirsi a sedere qui accanto a me», disse sedendosi a bordo piscina, iniziando a trascinarmi con lui a causa delle nostre mani ancora unite.

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