一26耗

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Quando arrivò davanti alla porta della presidenza, Jungkook esitò ad aprirla.
Sapeva che dopo ciò che aveva fatto, dopo tutti i casini che aveva combinato, la madre non lo avrebbe sopportato ancora per molto.

Aprì la porta, intento a scusarsi davvero.
Forse nei confronti di Jimin, non lo sapeva, ma voleva scusarsi per la prima volta.

Quando lo sguardo della madre dai fogli che aveva sulla scrivania, passò ai suoi occhi, Jungkook si fermò un istante davanti a lei.

Quasi si scordava che la preside era sua madre, e che non lo aveva sospeso o espulso per la pena che gli faceva.

Ella si tolse gli occhiali e fece un freddo gesto a Jungkook: voleva che si sedesse davanti a lei, sulla comoda sedia della presidenza.

Era una bella donna, circa 40 anni, castana scura e degli occhi penetranti.

Incrociò le proprie mani e le poggiò davanti a lei, sistemandosi per dire qualcosa.

Il moro guardava altrove mentre la madre cercava un suo contatto visivo.

《Che hai combinato stavolta?》

Aveva proprio perso la pazienza. Non c'era settimana che Jungkook non arrivasse due o tre volte in presidenza.

Quest'ultimo sospirò, sistemandosi sulla sedia in modo sciallo, senza curarsi del rispetto e dell'educazione.

《Scusami.》

Mormorò, guardandola negli occhi. Lei, essendo la madre, potè capire che di certo le sue avventure violente non sarebbero finite presto, ma che era pentito per qualcosa che lei non capiva.

《Bravo. Facciamo dei passi avanti, ora mi chiedi anche scusa. Dimmi cos'hai fatto.》

Posò gli occhiali ripiegati di lato, non smettendo di guardarlo.
Il suo sguardo era comunque inflessibile, senza un minimo d'amore, l'amore che Jungkook aveva sempre desiderato.

Quest'ultimo si sistemò sulla sedia e prese una penna. Ci giocò per qualche secondo e poi la rimise al suo posto.

《Ho picchiato un ragazzo. È stato davvero uno stronzo con un mio amico. Devi sapere che lo ha insultato. Non si fa, cazzo.》

Fece Jungkook, gesticolando in modo ironico e con un espressione alquanto schifata.

La preside prese una grande boccata d'aria anche se nella stanza vigeva un odore di aria viziata e alzò entrambe le sopracciglia.

《 E poi lo ha chiamato succhiacazzi, cioè ma si fa?》

Ella si mise una mano davanti agli occhi, smettendo di guardarlo.

《Siamo alle solite...》

Mormorò, e Jungkook con un sorriso soddisfatto si alzò dalla sedia.

《Va bene, ora vado, tanto piacere.》

La madre subito lo fermò, vedendo che stava per varcare la soglia tra la stanza e il corridoio.

《Fermo qui. Innanzitutto hai due ore libere, non ti voglio vedere. Ah, poi, se succede solo un altra cosa del genere...》

Sentendola alzare il tono di voce, il moro si girò subito. Sua madre era fredda, ma sempre molto pacata. Doveva aver perso la pazienza.

《Andrai in collegio.》

Il moro sgranò gli occhi e deglutì un groppo di saliva.

《Cosa?!》

Gli fece segno di chiudere la porta e lui uscì, chiudendola. Non voleva assolutamente andare in collegio. Era un posto orribile.

Decise di rimediare, almeno a uno dei suoi due casini.
Decise che con quelle due ore libere sarebbe andato a compare qualcosa per Jimin, e che lo avrebbe fatto senza badare a ciò che potevano pensare gli altri.
Decise che si sarebbe fatto perdonare.

Uscì dalla scuola quasi di fretta, raggiungendo con la moto uno dei negozi più belli e colorati di Seoul.

Jimin rimase in classe, mentre la professoressa ed altre due compagne erano impegnate a portare in infermeria il ragazzo malmenato.

Era confuso, spaventato e deluso. Non poteva crederci. Lo aveva difeso con la violenza. Apprezzò il fatto che lo avesse difeso, ma tutte quelle botte gli avevano messo tanta paura.

Chissà se, un giorno, Jungkook avrebbe fatto lo stesso con lui.
Però era certo che lo avrebbe sempre e comunque difeso a tutti i costi.

^^

I'm sorry, ma ciò che farà a Jimin sarà una sorpresona!!
♡♡
voglio ringraziarvi per i voti e le visualizzazioni che mi state regalando♡

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