capitolo 1

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Continuo a fissare l'orizzonte, ormai la mia dimora non si vede più. Le lacrime continuano ininterrottamente a scendere lungo il mio volto, un vento gelido sì alza facendomi accapponare la pelle. Provo a coprirmi di più con la mantellina che ho addosso ma inutilmente, così cerco un riparo e i miei occhi ricadono su una scialuppa di salvataggio. Molto delicatamente mi ci infilo dentro almeno avrò un riparo dal vento e acqua nel caso dovesse piovere.

Mi ranicchio su me stessa, per cercare di recuperare un po' di calore. Mi sento la testa pesante, tra il mio pianto interrotto, la preoccupazione per i miei genitori e non sapendo quale destino mi riserva il futuro.
Mi lascio cullare dalle onde del mare per cercare di dormire almeno un po', non riesco a capire chi possa essere a volermi vedere morta, ma se mia madre è arrivata a mandarmi via, deve essere una cosa seria.
So quanto bene mi voglia lei, a differenza di mio padre che non ostenta mai le sue emozioni.

Chiudo gli occhi e rimango in silenzio a sentire il rumore della nave che avanza, per non so qual'è la meta, e sono alquanto spaventa da ciò che verrà. Non ho mai fatto nulla nella mia vita, mi hanno sempre aiutato persino a indossare un abito, o a dovermi lavare, non sono capace di prendermi cura di me stessa.
In aggiunta l'essere lontana kilometri da casa mia, non mi aiuta di certo, io che mai prima di oggi ero uscita fuori dal recinto che circonda il mio castello, e adesso mi ritrovo a vagare in mare andando in un posto completamente nuovo, estraneo per me.
Tormentata dalle mie preoccupazioni mi lascio trasportare nel mondo dei sogni, cadendo in un sonno profondo.

Mi spavento non appena sento dei rumori vicino alla scialuppa, devono essere i marinai che lavorano a bordo della nave, cerco di rimanere in silenzio, ho paura che se mi trovano mi buttano in mare. Tra gli squali e il fatto che non so nuotare, sarei sicuramente spacciata.

Le lacrime minacciano di nuovo di uscire, cerco di trattenerle invano, ho troppa paura.
So che se mi faccio sopraffare dalle mie emozioni non resisterò fuori casa neanche ventiquattro ore, ma non so come reagire.

Sono passate diverse ore e la fame inizia a farsi sentire, però non ho il coraggio di uscire dal mio nascondiglio, per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Nascondo il volto con le mani e mi siedo portando le ginocchia vicino il mio volto, appoggiandoci sopra le braccia.

Inizio a pensare che far finire la mia vita, non sarebbe poi così male, adesso lo sconforto e la disperazione, fanno parte di me e non so per quanto riuscirò a reggere così.

È passato un giorno intero e adesso è sera ormai, la fame mi attanaglia lo stomaco sento le labbra secche. Mi faccio forza e piano esco dal mio rifugio, cerco di fare meno rumore possibile e mi avvio alla cucina della nave, per cercare qualcosa con cui nutrirmi.
Prima di avventurarmi nella sala, controllo a destra e sinistra se ci sia qualcuno e quando sono sicura di essere sola entro all'interno, riesco a trovare un po' di pane e dell'acqua potabile.

Poi molto cautamente ritorno nel mio nascondiglio nel più breve tempo possibile, non voglio che qualcuno mi scopra.

Ricominciare da zeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora