Capitolo 2- Sinner Lake

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Ho davvero dormito per tutto il tragitto. Mi sono appena svegliata, e vedo che siamo in fila per salire sul traghetto.

«Ben svegliata. Hai paura dell'acqua?» deve aver frainteso.

«No, neppure un po'. È solo che devo azionare il cervello. Mi ci vuole un po' a connettere, se non prendo subito il caffè.»

«Capisco. C'è una piccola sala ristoro all'interno. Non appena avremo parcheggiato faremo colazione.»

Colazione di notte, bella questa.

«Ma è ancora notte.» Ovvietà in arrivo, ottima partenza, devo dire.

«Lo so... ma devi pur mettere qualcosa nello stomaco e svegliarti, come hai detto adesso.» Ha sempre un tono conciliante, che mi turba un pochino. Non sono abituata a una reazione simile da parte di un uomo, avendo vissuto con quella gente.

«Giusto...» è la sola cosa che dico.

La fila si smuove e finalmente ci imbarchiamo. Chissà quanto durerà il tragitto.

Fanno dei cenni a Dark, per indicargli dove parcheggiare, esegue le manovre con precisione e sveltezza.

«Ecco fatto.» Spegne il motore, infila la giacca e mi passa un cappotto.

«Fa parecchio freddo, per cui ho pensato a questo. Almeno non ti ammalerai.»

«Grazie» metto il giaccone, che è felpato e molto caldo. Ha ragione, all'esterno si gela davvero. La temperatura deve essere vicina allo zero, e non sono abituata a un clima così freddo, anche se è febbraio.

«Andiamo dentro, e restiamo al caldo per tutta l'ora che ci vuole per il percorso.» Ed ecco che scopro anche quanto durerà la navigazione.

C'è una calca incredibile, soprattutto essendo le prime ore della notte. Ci incamminiamo, lui mette un braccio attorno alle mie spalle con fare protettivo.

All'interno della sala c'è un bel caldo, dovuto al potente riscaldamento.

«Qui si sta meglio, vero?»

«Decisamente. Sarà così anche a Sinner Lake?»

«Farà più freddo, perché sta nevicando.» Mi brillano gli occhi. Non ho mai visto la neve.

«Non l'hai mai vista?» sono stata troppo trasparente, ha capito subito.

«No, dal vivo mai, ma nei film sì.» So per certo che non è la stessa cosa, ma non è colpa mia se non è mai nevicato dove stavo prima.

«Allora dovremmo comprare qualcosa di adatto. Temo che il tuo vestiario non sia adatto al clima rigido.»

«Non è necessario, grazie. Mi arrangio con quello che ho. Mi coprirò di più.»

«Averti adottata comporta anche questo, Rebel. Non è una seccatura, credimi. Devo e voglio darti tutto il necessario.
Se così non fosse, ti porterebbero via e non lo voglio. E spero anche tu.»

Rifletto sul discorso: tornare all'istituto non è un'opzione. Non voglio mai più dover sopportare ciò che mi hanno fatto.

«Non lo voglio neppure io. Sei molto gentile, non posso negarlo, tuttavia...» non so come proseguire.

«Tuttavia, ti senti un peso.» Ha acume da vendere.

«Sì. Non mi sento a mio agio, ecco. Preferisco arrangiarmi, piuttosto che chiedere. All'istituto... beh, non erano così disponibili, diciamo.» Stringe gli occhi ed emette un respiro molto forte.

«Ti hanno maltrattata?»

«Maltrattata no, ma erano... come dire, un po' disinteressati. So che doversi occupare di sessanta ragazzi non è una passeggiata, per cui, ci rimettevamo un po' tutti, per così dire. Il cibo non ci mancava, questo è certo, come i beni di prima necessità. Ma sulle altre cose erano un po' tirchi. Ci compravano i vestiti ai mercatini dell'usato. Alcuni, vedrai tu stesso, sono abbastanza logori e andati. Ma non mi sono mai lamentata. Ho ricevuto più da loro che dal sistema.»

Adottata dal Vampiro Solo Su Amazon. Pubblicata 11/05/2019.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora