Il passato-1 parte-

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5 febbraio ore 03:28 PM

Caro Haz,

Beh, è strano avere un amico a distanza. Per me è un'esperienza del tutto nuova, quindi non so come poter iniziare questa conoscenza. Cercherò di seguire le formule perfette per scrivere una e-mail di presentazione.

Mi presento:sono Sophia Marengo e  ho 19 anni. Non mi sono mai auto-descritta fisicamente e non voglio farlo, allegherò a questa mail una mia foto.

Comunque sia, oggi è il mio primo giorno di scuola. Non so se esserne felice o meno.

La giornata cominciò con gli urli assatanati di mia madre: "CAZZO SOPHIE, NON VORRESTI ARRIVARE IN RITARDO IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA?"

Oramai ci ero abituata, anche se i miei timpani erano ormai rotti da tempo.

"Mamma, c-cinque minuti".

Sentii dei passi avvicinarsi alla porta della mia camera. Entrò nella stanza, cominciando ad alzare tutte le tapparelle e ad aprire le finestre.

Stronza.

Sentii un brivido accarezzarmi le gambe e la spina dorsale. Il freddo si impadronì di me.

Guardai fuori. Pioveva. Delle grandi nuvole grigie oscuravano il bellissimo paesaggio londinese.

Beh, se era vero che "Il buongiorno si vede dal mattino", allora oggi sarebbe stata una giornata di merda.

Alla fine, dopo tutte le urla isteriche di mia madre, decisi di andare in cucina per prendere qualcosa da sgranocchiare. 

Non faccio in tempo a consumare la colazione che mia madre mi ha amorevolmente preparato:pancakes con sciroppo d'acero, omelette e bacom fritto. Non amo molto questo tipo di colazione, preferisco mangiare un pò di latte, cereali e un frutto.

Presi solo un pò di pancakes, li mangiai ed andai di sopra a vestirmi.

Frequento il "St. Giles College" di Londra. Amavo quel luogo, anche se dista molto da casa mia.

"Cosa mettermi per cominciare al meglio il primo giorno di scuola?". È QUESTA LA DOMANDA CHE MI PONGO E MI PONEVO DA SETTIMANE. Bisogna sempre dare una buona impressione, a partire dall'abbigliamento.

Aprii il mio guardaroba, notando che tutto era in ordine. Grazie mamma, non sai quanto ti adori, anche se a volte sembri una pazza sclerotica ma ti amo.

Rovistai tra le camicette, mettendo tutto in disordine. Notai una camicetta azzurra che abbinai a dei blue jeans e delle semplici scarpe da ginnastica. Mi guardai un'attimo allo specchio e trovai il mio outfit impeccabile:elegante e classico.

Cercai di domare il groviglio che avevo in testa per creare un'acconciatura decente, ma il risultato non fu elegante come avevo tanto sperato. Sembrava che una palla di pelo si fosse acquattato sulla mia testa. È tutta colpa di quelle modelle in TV, che danno alla gente la falsa speranza di poterle assomigliare. Non succederà mai, siamo poveri mortali.

Misi dentro il mio zaino dei libri e il mio quaderno personale, dove scrivevo tutto ciò che mi frullava per la testa. Non confidavo a nessuno i miei segreti. Tanta gente, pochi amici.

Presi il mio cellulare e guardai lo schermo:8.10.

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Ho solo 5 minuti per arrivare alla fermata dell'autobus.

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Uscì di casa come un razzo, ma in compenso arrivai in orario per prendere quel dannato autobus.

Awkward moments.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora