pt.3~ la questione meridionale

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Siamo nel 1860, il momento che vede una dura contrapposizione tra due uomini, con un fine comune, ma con diversi mezzi per raggiungerlo: Garibaldi e Cavour.

Garibaldi guidato dalla logica della rivoluzione, mentre Cavour guidata da quella delle riforme.
Per Garibaldi è il momento di agire. Organizza la spedizione dei mille: penetra a Marsala dove dichiara l'immediata e forzata annessione del territorio borbonico all'Italia. Agli inizi il Mezzogiorno festeggia, ma più tardi si rende conto di come le cose fossero solo peggiorate. Tutte le promesse mai mantenute hanno grande influenza sul popolo del Meridione che, rimasti delusi, non riescono a risollevarsi e le sofferenze sembrano aumentare. I veri vincitori restavano sempre i ricchi proprietari terrieri, e in più si sviluppa un ulteriore problema, che prende il nome di brigantaggio che porterà scompiglio, più di quanto già ce ne sia, nel Meridione. Così incominciò la Questione Meridionale.
Molto complicato è parlare di patriottismo in questa impresa che fu finanziata e favorita dagli inglesi, che pagarono affinché l'Italia fosse liberata dal cattolicesimo.
Al Sud non resta che rifugiarsi nei suoi gloriosi anni passati quando ne è la Magna Grecia a capo.

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G

iuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, Teano, 26 ottobre 1860

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