Apriamo le danze?

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“Ale sto arrivando, cominciate a scendere”. È la sera del compleanno di Hoseok, Angelica sta passando a prendere me e Chiara per andare alla villa che è stata affittata per la serata.

Decisi di non indossare un vestito, faceva ancora abbastanza freddo, quindi optai per dei pantaloni neri e un top bianco, con una profonda scollatura in trasparenza, ho legato i capelli in un morbido cipollotto alto, qualche ciuffo cade leggero sul viso. Il rossetto rosso sigilla il trucco leggero degli occhi. Scarpe comode, contavo di ballare molto quella sera.

“Avete preso tutto?” chiese Angelica, e dopo aver ricevuto le nostre risposte affermative mise in moto la macchina. Saremmo rimasti a dormire lì, quindi avevamo preparato coperte, materassi gonfiabili e sacchi a pelo per la notte. Subito mi fiondai sulla radio per mettere le canzoni che più ci piacevano, e cominciammo a cantare.

Ci mettemmo circa venti minuti per raggiungere la villa, e in macchina la disgraziata continuava a ridere e a raccontare a Chiara la figura di ieri sera in palestra.
“Lei continuava a pedalare pendendo dalle sue labbra con la cyclette spenta! Era così impacciata dopo che era uno spettacolo”
“Si infatti dopo ti sei beccata una frustata”
“Ma ne è valsa la pena”

La villa era bellissima, si trovava quasi in centro città, in un ampio parco. Siamo arrivate abbastanza in anticipo per dare una mano con gli addobbi e per preparare i tavoli per i vassoi di cibo che sarebbero arrivati più tardi. È venuto ad accoglierci Jin che, non essendo una serata con dress code, indossava una camicia bianca sbottonata in alto con dei jeans neri, un foulard nero con dei motivi floreali, e un poncho nero con dettagli bianchi.

“Buonasera ragazze!” ci saluta con il suo fare da gentleman e ci fa entrare, prende i nostri cappotti e borse per metterli nell'armadio mentre ci dà indicazioni su dove trovare gli altri. “Andate pure io, vi raggiungo, la stanza è su per le scale e a sinistra” e così ci dirigemmo verso il salone.

Bellissimi lampadari erano appesi al soffitto e ai muri, le finestre davano sul giardino che circondava la villa, i quadri che adornavano le pareti rappresentavano vecchie scene paesane. Le porte erano spesse e di legno, il caminetto aveva i dettagli in marmo bianco, e sapevamo che alla fine della festa ci avremmo riscaldato i marshmallow.

Jungkook aveva portato le casse per la musica e le stava montando con Namjoon, mentre Jimin e Yoongi preparavano i tavoli e Hoseok sistemava le luci. Notai come erano vestiti tutti allo stesso modo, camicia, jeans e poncho, ma diversi allo stesso tempo: chi il poncho bianco, chi nero, chi colorato.

Andammo a salutare il festeggiato, che si illuminò venendo a salutarci. “Ciao ragazze, grazie per essere qui!” disse Hoseok abbracciandoci “abbiamo proprio bisogno del vostro aiuto per sistemare i festoni” disse poi facendo il cucciolo bastonato. “Infatti vedo che non ne avete appeso neanche uno, neanche i palloncini!” dissi io. “Jin stava gonfiando i palloncini, ma si è spaventato quando il primo gli è scoppiato tra le mani” aggiunse raggiungendo Hoseok con gli ultimi faretti Taehyung, che si era spaventosamente avvicinato da dietro con fare felino.

Era splendidamente bello. Il colore dei capelli si schiariva ogni giorno di più, aveva un brillante orecchino che gli illuminava il volto, una camicia nera da togliere il fiato e un poncho nero dai dettagli molto colorati. Il suo foulard si accompagnava a quest'ultimo con gli stessi motivi.

“Ciao” mi sussurrò all'orecchio da dietro mentre gli altri capivano come dividersi i compiti.
Devi rispondergli Alessia, respira e pensa prima di aprire bocca, ce la puoi fare.
“Ciao Tae” gli risposi sorridendo, il suo respiro sul collo mi faceva venire la pelle d'oca.
“Sei bellissima stasera” continuò lui. Mi girai per guardarlo, e mi trovai terribilmente vicino alle sue labbra, il suo sguardo era magnetico.
Mantieni la calma.
“Grazie Tae” gli risposi un po’ imbarazzata, abbozzando un sorrisetto.

Taehyung's StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora