Aveva impiegato un giorno intero ad arrivare al villaggio più vicino, anche se in realtà i chilometri erano pochi.Era stanco, solo, disperato, non aveva più forze neanche per camminare.
Vide in lontananza un campanile e si trascinò in quella direzione finchè gli ressero le gambe.
Svenne prima di capire da dove veniva la voce che richiamava la sua attenzione.Il giovane soldato che trovò accanto a se quando si risvegliò, non era della sua unità.
Soldato semplice Jordan, fanteria corazzata. Lo portò al loro avamposto. Chiese più volte informazioni sui suoi compagni.
Su Horan, Malik, Payne.Non aveva trovato i loro corpi e a meno che non fossero smembrati in mille pezzettini, in quella fossa non c'erano più.
Potevano essere stati uccisi poco lontano però. Catturati ed uccisi.
I Tedeschi iniziavano una inesorabile ritirata, non avevano tempo adesso di portare prigionieri con loro. Ma la certezza ovviamente non c'era.
Chiese di Louis.
Ad ogni soldato che incontrava, chiedeva di Louis.
Nessuno lo conosceva.
Nessuno aveva notizie.Lo aveva perso.
Il soldato Jordan dopo averlo portato dal suo capitano, per cercare di aiutarlo, gli offrì un po' di tabacco e dei fogli di carta. Magari avrebbe voluto scrivere qualcosa a qualcuno.
Harry lasciò poi al soldato, il nome dei suoi compagni e quello di Louis.Si stavano dirigendo verso Caen, magari qualcuno sapeva di loro. E forse se erano in due a chiedere, avrebbe fatto la differenza. Il capitano gli disse di unirsi a loro, non poteva restare lì.
Harry era disperato.
Doveva cercare Louis non poteva avanzare, lasciandolo indietro.
Rifugiandosi in un angolo buio della casa usata come avamposto, ormai dilaniata dai colpi di mitragliatrice alleati, si lasciò sopraffare dalla tristezza, lasciandosi cadere a peso morto sul pavimento in solitudine. L'indomani sarebbero partiti e non c'era traccia di Louis. Neanche l'ombra dei suoi compagni.
Era lui l'unico sopravvissuto alle granate tedesche.
Solo.
Con la schiena appoggiata al muro, lasciò andare tutte le lacrime che aveva in corpo.
L'angoscia e il dolore lo dilaniavano, lo spezzavano, lo aprivano in due.
Non respirava, il petto gli faceva male, il cuore gli tremava e voleva uscirgli dal corpo.
Le lacrime non si fermavano, le urla le soffocava in un braccio appoggiato alle ginocchia, stava piegato su se stesso, rannicchiato.
Se Louis era morto, voleva morire anche lui.
Nulla aveva senso senza di lui.
Non voleva vivere con la sua assenza.
Non voleva vivere senza i suoi occhi.
Non voleva vivere se lui non esisteva più.Ma non poteva essere morto.
Louis era forte, era coraggioso. Ovunque fosse ce l'avrebbe fatta, ne era certo. Il pensiero di saperlo in mani nemiche, fucilato, torturato, accoltellato, esploso in mille piccoli pezzettini, dilaniato dalle bombe non lasciava però la sua mente, e questo lo distruggeva.
Doveva trovarlo, ad ogni costo.
Non lo avrebbe lasciato, non lì o dovunque fosse.
Mai.
Non riuscì a chiudere occhio. La mattina gli avevano recuperato un elmetto, un fucile, una pistola e un malconcio zaino completamente insanguinato, probabilmente appartenuto ad un soldato ormai morto. Iniziò l'inesorabile marcia insieme al reggimento a cui si era unito.
Era spaesato.
STAI LEGGENDO
The Only Thing
FanfictionSi risveglia in un posto freddo e umido, è solo e non riesce a capire dov'è. Il dolore è dentro di lui e anche tutto intorno. C'è solo una cosa che lo tiene ancorato alla realtà e gli da la forza di non lasciarsi andare. Solo una cosa. Perdersi, rit...