Capitolo 1

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Si lasciò cadere sul letto, avendo appena affrontato una lunga sessione di danza.

Era decisamente troppo stanco, la maestra era stata molto più severa del solito quel giorno.

Sbuffò guardando il soffitto bianco di camera sua e lasciandosi trasportare dai pensieri.

Quella sera la tristezza faceva da protagonista.
Park Jimin, sedici anni appena compiuti, troppo stanco per lottare.

Quella mattina, ovviamente era stato preso in giro e picchiato da un gruppo di bulli a scuola per il suo orientamento sessuale.

Una piccola lacrima attraversò la sua guancia al ricordo delle parole che gli erano state dette.

Il 13 Ottobre non si era rivelato il giorno tanto speciale che aveva sperato e così si ritrovò a trascorrere la giornata del suo sedicesimo compleanno sul divano di casa sua, unicamente sua, dato l'abbandono dei genitori per il suo essere omosessuale.

Ma qualcosa successe.

Erano le dieci di sera quando il suo cellulare vibrò, segno dell'arrivo di una notifica.
Corrugò la fronte, sporgendosi per leggere ciò che vi era scritto.
Il suo cuore prese a battere più velocemente, senza che lui ne sapesse il motivo, e si ritrovò a sorridere leggendo quel piccolo ma significativo messaggio.

«Buon compleanno piccolo.» lesse ad alta voce quelle parole inviatagli da un numero sconosciuto.

Non riuscì nemmeno a preoccuparsi del fatto che qualcuno potesse scrivergli in anonimo che il cellulare vibrò nuovamente.
«Non sei solo..❤️» recitava questa volta.
Sorrise maggiormente guardando il cuore.

«Grazie.» ci tenne a scrivergli.
«Chi sei?» digitò mentre l'ansia cresceva in lui, in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.

«Il tuo ammiratore segreto.»

Cacciò un piccolo urlo, lasciando cadere il telefono sul divano e sorridendo continuando a guardare l'apparecchio telefonico.
Un ammiratore segreto? Lui? Park Jimin? Non poteva crederci.

Passò qualche minuto ad elaborare tutto ciò e si diresse poi in cucina, portando la torta fuori dal frigo e poggiandola sul piccolo tavolo.

Accese le candeline che formavano il numero 16 per poi esprimere un desiderio.
«Vorrei essere felice.» sussurrò, prima di soffiarci sopra e prima che una lacrima si facesse strada sul suo volto.

Nessuno quel giorno aveva osato fargli gli auguri, unicamente quel ragazzo sconosciuto.
Non i suoi genitori, non i suoi parenti, non i suoi "amici", solo ed unicamente quello sconosciuto.
Era stato così sciocco da pensare che i suoi "amici" gli stessero organizzando una festa a sorpresa e che il non fargli gli auguri fosse tutta una recita.
Ma non era così.

Sorrise tristemente, mangiando una fetta di torta, mentre le lacrime prendevano possesso del suo volto senza che lui potesse fermarle.

Anonymous || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora