Capitolo 3

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Il resto della giornata passò velocemente.
Molti ragazzi nei corridoi parlavano dell'accaduto di quella mattina, raccontando di come quel ragazzo si fosse avventato sui quattro senza alcun motivo apparente, dato che, come al solito, attendevano l'arrivo di Jimin nel cortile dell'istituto.

Si buttò sul divano del suo salotto, aspettando l'orario per incamminarsi alla sua lezione giornaliera di danza, ma un nuovo messaggio lo distrasse dal cercare un qualcosa di interessante in televisione.

«Ci sono riuscito.» recitava il primo messaggio.
Era riuscito a proteggerlo? In che senso?
«Sono felice che tu sia tornato a casa senza alcun livido.» il cuore prese a battere leggermente di più.

Era per lui che nessuno gli aveva alzato una mano contro quel giorno?
Era merito suo se era tornato a casa sano e salvo.
Sorrise istintivamente.

«Ti ringrazio tanto...» digitò e ridacchiò nel leggere la risposta.
«Qualunque cosa per te, principessa.»
«Non so cosa tu abbia fatto, ma è stato molto apprezzato.» rispose, felice di parlare con quel ragazzo.

«Non immagini quanto io sia felice. Vorrei vederti sorridere, non solo immaginare che lo fai. Sono sicuro tu abbia un sorriso stupendo nonostante tu non l'abbia mai fatto vedere a nessuno.»
Ed ecco che il suo cuore batteva di più e le guance si coloravano di un color porpora.
«Voglio sapere qualcosa su di te.» scrisse autoritario il ragazzo dai capelli rosa.

«Mh.. no.»
Gonfiò le guance e mise un broncio leggendo quella risposta.
«Non hai danza oggi?» lesse dopo poco.
Sgranò gli occhi a quella domanda.
Come faceva lui a conoscere i suoi programmi?
Stava per caso parlando con uno stalker o cosa?
«Come lo sai?» digitò, cercando di placare l'ansia improvvisa che si propagava in lui.

«Frequento il corso di boxe e faccio palestra nello stesso edificio. Ti vedo ogni volta.» sospirò di sollievo leggendo quella risposta e avvertendo una leggere agitazione.
Lui lo vedeva quasi ogni giorno, frequentando il corso di danza quattro volte alla settimana. Possibile che non fosse ancora scappato da un orrore come lui?

«E mi perdo a guardarti quando mi passi davanti per entrare in sala.» arrossì nel leggere il nuovo messaggio.
«Sono sicuro tu sia arrossito. Vai a prepararti o farai tardi. Aspetto con ansia di vederti.»

Era decisamente troppo da sopportare.
Aveva le guance completamente rosse e le sue mani tremavano leggermente.
Sorrise e si coprì il viso con le mani saltellando sul posto.
Corse in camera sua a prendere il borsone già preparato dopo essere tornato da scuola e si cambiò, indossando dei pantaloncini e una canotta entrambi di color nero, abbinati alle scarpe puma dello stesso colore.
Voleva essere perfetto.
Sapeva che sarebbe stato lì.

Anonymous || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora