Il mattino dopo non fu dei migliori.
Complì maldestramente la sveglia facendola cadere al suolo, per poi alzarsi e sbuffare.
Prese l'outfit di quel giorno e si diresse in bagno tuffandosi sotto la doccia.
Ci teneva particolarmente ad apparire bene, gli piaceva abbinare diversi vestiti e desiderava perfino fare il modello.
Ma ciò non si sarebbe mai avverato.
I suoi genitori erano i primi a ricordargli quanto fosse orribile.Ed era totalmente inutile cercare di farsi bello per gli altri dato che le persone notavano i defetti in ogni cosa.
Non poteva soddisfare tutti, questo l'aveva capito col tempo, e quindi finalmente si trovava a fare ciò che gli piaceva, senza cercare di piacere agli altri.
Partendo dai suoi capelli rosa, tirati a lato, oggetti di tante critiche.Chiuse il getto d'acqua e dopo essersi asciugato si vestì e si truccò leggermente per coprire le occhiaie ormai costantemente presenti sul suo viso.
Prese lo zaino e ci infilò il materiale necessario per quella giornata scolastica.Prese le chiavi di casa e il portafogli ma prima che riuscisse ad aprire la porta, il cellulare nella tasca posteriore dei suoi jeans vibrò.
«Buona giornata piccolo.» recitava il primo messaggio.
«Prometto che oggi riuscirò a proteggerti.» leggeva nel secondo, inviato pochi secondi dopo.Perplesso e cercando di dare un significato a quel messaggio si avviò verso l'edificio scolastico poco distante da casa sua.
~
Era tutto troppo strano.
Aveva messo piede nella scuola attraversando il cortile senza che qualcuno allungasse le mani contro di lui.Dov'erano quei ragazzi che aspettavano il suo arrivo per dargli il "buongiorno" picchiandolo all'entrata dell'edificio?
Si diresse al suo armadietto, riuscendolo ad aprire senza che qualcuno di passaggio lo chiudesse per il semplice dagli fastidio.
Corrugò le sopracciglia e si guardò in torno.
Nessuno di quei quattro ragazzi che gli desse fastidio.Si diresse in seguito verso la sua classe, intento ad affrontare due ore di algebra, ma passando davanti alla presidenza qualcosa attirò la sua attenzione.
La porta era aperta e cercò di non farsi vedere mentre fissava gli individui che rendevano la sua vita un'inferno.
All'interno della presidenza vi erano loro quattro: Taehyung, Yoongi, Hoseok e Namjoon.
Quei quattro ragazzi che ogni giorno facevano sì che tornasse a casa con qualche livido in più sul corpo.
Ma la cosa che più lo stupì fu vederli ridotti come loro riducevano lui.
Avevano le labbra spaccate, Namjoon aveva un occhio completamente viola e gonfio, mentre gli altri tre completamente sfiniti.
Posò poi lo sguardo sul preside rosso dalla rabbia e sul rappresentante d'istituto Kim Seokjin, probabilmente convocato per la gravità della situazione.Poi notò la settima persona in quella stanza.
Era un ragazzo dai capelli marroni, decisamente più alto di lui e muscoloso, molto muscoloso.
L'unica cosa che potava vedere di lui, essendo girato di spalle erano le sue mani strette a pugni con del sangue colare dalle nocche.
Non era indolenzito come gli altri quattro.
Che fosse lui l'artefice dei loro lividi?«Sono dei fottutissimi bulli! Riducono i ragazzi in questo stato ogni giorno! Ho solo fatto loro ciò che fanno ai più deboli dall'inizio dell'anno, ed ora volete sospendermi?!» sbraitò il moro, battendo il pugno sulla cattedra del preside, facendo sobbalzare leggermente il ragazzo dai capelli rosa, che ormai aveva perso l'inizio della lezione di algebra.
Ebbene si, era lui colui che li aveva ridotti in quel modo.
Ma chi era quel ragazzo?
Era sicuro di non averlo mai visto prima d'ora anche se non aveva ancora avuto il privilegio di vederlo in volto, ma lui conosceva molte persone all'interno di quell'istituto, anche perché la maggior parte di esse lo prendevano in giro.«Calmati e siediti.» intervenne Seokjin, mettendo le mani sulle spalle del ragazzo ed esortandolo a fare quanto aveva detto.
Il rappresentate successivamente si voltò e notò il sedicenne, correndo velocemente in direzione della porta per chiuderla.
«Cazzo.» sussurrò Jimin, cercando di udire qualcosa dal retro della porta, ma nulla.
Sospirò amareggiato e si diresse in cortile in attesa dell'inizio della seconda ora.
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Anonymous || Jikook
FanfictionPark Jimin è un sedicenne preso di mira da un gruppo di bulli della sua scuola. È stato cacciato di casa dopo che i suoi genitori vennero a sapere del suo orientamento sessuale. La sua vita è un vero e proprio inferno. Ma quel giorno, la sua vita mi...