Anita - 2 anni

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Ermal nemmeno lo sapeva come si era ritrovato in quella situazione.

Doveva essere una giornata tranquilla la sua.

Era in casa, con Bizio al suo fianco e l’unica cosa che voleva fare era rilassarsi.

Ma ovviamente non sempre tutto va secondo i piani.
In realtà mai tutto va secondo i piani.
Giada aveva chiamato tutta allarmata Fabrizio dicendogli che Libero si era fatto male.
Probabilmente niente di grave, qualche punto e via ma aveva bisogno di andare in ospedale e di qualcuno che tenesse la piccola.

Fabrizio ovviamente si era fatto prendere dal panico e aveva chiesto ad Ermal di tenere Anita.
“Brì non devi chiederlo nemmeno, ovvio che la tengo. Vai e non preoccuparti, andrà tutto bene. Gli incidenti capitano. Io e Anita staremo benissimo…”
Le ultime parole famose.
Non che stessero male insieme, anzi…

Non vedeva Anita da quattro giorni circa e quante cose possono cambiare in un bambino in quattro giorni? Tante, soprattutto quando quel bambino ha due anni ed è una vera e propria regina.
Ed Anita era una vera e propria regina.
Dolcissima ma viziatissima.

Era impazzita subito la bambina, appena messo piede in casa.
Prima i soliti capricci e poi i vizi.

Bizio e Ermal avevano una tartaruga, Lulù, ed Anita pretendeva che camminasse come un cane. La trascinava e spingeva sul balcone di casa e le urlava di correre. Dopo varie torture al povero animale Ermal aveva deciso che forse fare una passeggiata per farle scaricare tutta quella energia che aveva non era una cattiva idea.

Giubbotto, cappellino, occhiali da sole, cellulare e chiavi prese.

-Ani andiamo?
-No, voglio chupa chupa
-Andiamo a passeggio, lo mangi dopo
-Chupa chupa detto io.

Ed Ermal MUTO le aveva passato un chupa chupa

-No accione tuo. Io fawa
Un sospiro e
-Va bene principessa ecco quello alla fragola per te. Ora andiamo forza.
-Patteggino?
-No amore puoi camminare da sola
-Piccola, braccio
-Ani passeggiamo con la manina
-Io piccola, in braccio
Un altro sospiro e la queen aveva vinto di nuovo.
Avevano passeggiato circa mezz’ora prima di ritornare a casa.
Alla fine Anita aveva camminato perché “io grande, sola sola”   ma non aveva mai lasciato la mano di Ermal.
Anita adorava passeggiare ma sapeva anche che era pericoloso e doveva sempre dare la manina.

Tornati a casa la piccola era corsa subito alla cesta dei giochi e aveva buttato tutto a terra ma finché stava buona andava pure bene.

Ermal, dopo aver telefonato Fabrizio ed essersi assicurato che sia Libero che lui stessero bene, aveva cominciato a preparare il pranzo.

L’arrivo di Anita era stato inaspettato. Nel frigo non avevano molto se non i soliti formaggini che conservavano per i bambini in casi come questo.

-Ani è pronto, vieni a fare la pappa
-No. Tiedi qui Emmal papà. Tu gioca
-Amore prima la pappa e poi si gioca
-Emmal tiedi qui!
-Va bene amore, allora questa pappa la do ad un altro bimbo. Keviiiiin
-No miaaaaaaa!

Sì perché con Anita funzionava così. Bastava minacciare di dar via le sue cose, qualunque cosa, e lei obbediva. 
Kevin era il figlio di alcuni amici, aveva tre anni e Anita non aveva ancora capito se lo amava oppure no.
Una cosa era certa: era gelosissima!
Fabrizio ed Ermal a volte usavano questa cosa a loro favore proprio come adesso!

Non era giusto ma a mali estremi…

-Ani ma…puzzi!
-TU
-Andiamo a cambiare il pannolino- sospirò –poi facciamo pappa-
-Nooooooooooooo! No cacca io. No pannolino
E si nascose dietro la tenda
-Non c’è io Emmal papà!

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