Libero - 6 anni

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Libero tirò su col naso mentre sedeva sul suo lettino, tirando la coperta sempre più stretta intorno alle sue spalle.

Aveva dormito molto poco a causa del suo respiro. L'effetto dello sciroppo che Fabrizio gli aveva dato quella mattina stava svanendo.

Ora era sveglio e solo.

Il suo papà sicuramente era in salotto con lo zio Claudio e lo zio Andrea e gli aveva dato ordine di non alzarsi per nessun motivo dal letto ma di chiamarlo.

Ma Libero non voleva stare solo. Libero voleva il suo papà e le coccole.

Lentamente si alzò dal letto, emise un gemito mentre si sforzava di deglutire, stropicciandosi stancamente gli occhi.

Uscì dalla stanza e percorse il corridoio che lo avrebbe portato dal suo papà.

Aprì la porta ed entrò nella stanza.

I tre amici non subito non si accorsero del bambino, discutevano del nuovo album ed erano troppo presi dalle nuove idee, fu solo quando sentirono il dolce gemito di Libero che si bloccarono e girarono verso la porta per trovare un bambino in pigiama e a piedi nudi che si massaggiava la gola ancora dolorante.

Libero odiava essere ammalato. Odiava prendere medicine e odiava stare a letto l'intera giornata, soprattutto quando fuori era una bella giornata e stava con il suo papà.

Non voleva sprecare nessun momento.

Deglutì ancora una volta lamentandosi.

La fronte di Fabrizio si corrugò quando vide il piccolo in quello stato davanti alla porta.

Corse subito da lui

"Cosa stai facendo qui Lì" chiese, forse un po' severamente ma nella sua voce c'era anche tanta preoccupazione.

"Voglio stare qui con te papi" sussurrò, stringendo le braccia attorno a sé, sintomo che aveva freddo.

Fabrizio quasi roteò gli occhi. Prese il bambino tra le braccia e si andò a sedere sul divano.

"Avresti dovuto chiamarmi" lo rimproverò leggermente

"Non essere arrabbiato" sussurrò

Fabrizio scosse leggermente la testa

"Apri la bocca e fammi vedere la tua gola" era quasi sicuro di dover dare ancora un altro cucchiaio di sciroppo al bambino. "Povero me" pensò

"No" esclamò il piccolo prima di stringersi ancora di più nelle braccia del suo papà.

"No non è un'opzione. Apri la bocca e fammi dare un'occhiata Lì, voglio farti stare meglio" provo nuovamente

Con un sospiro stanco il bambino obbedì. Aprì la bocca per far vedere al suo papà ma chiuse gli occhi.

Odiava fare questa cosa. Il suo papà cantava mica faceva il medico. Ma forse era meglio così. Non voleva andare da nessun dottore.

Fabrizio prese il piccolo mento in mano, inclinando leggermente la testa di Libero mentre gli guardava la gola.

"Proprio come pensavo" disse a sé stesso.

Poggiò Libero sul divano e andò al cassetto dei medicinali.

Da vero e proprio ipocondriaco a Fabrizio non mancava nulla, sciroppo, compresse, punture, gocce, bustine...aveva di tutto per ogni evenienza.

"Papààà nooo" piagnucolò Libero scendendo dal divano e nascondendosi dietro il tavolino.

Fabrizio si avvicinò mettendo il suo viso vicino a quello del bambino

"Hai bisogno di un altro cucchiaio di sciroppo. La tua gola è rossa e infiammata e questo non è in discussione" e così dicendo sollevò il piccolo tra le braccia per poggiarlo di nuovo sul divano.

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