Libero 9 anni

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Fabrizio era fuori dalla scuola elementare e aspettava Libero che uscisse.

Era da tanto che non andava a prendere il bambino a causa dei suoi impegni.

Era passata quasi una settimana da quando non vedeva i suoi piccoli in realtà e oggi sarebbero stati insieme l'intera giornata.

Anita era già a casa con Ermal e lui era lì ad aspettare pazientemente Libero con tutti gli occhi puntati addosso.

Questa cosa lo faceva sentire non poco a disagio ma Fabrizio Moro se le cercava a volte. Pantaloni neri attillati, anfibi e t-shirt con in mostra tutti i suoi tatuaggi disegnati alla perfezione su quei muscoli possenti (o erano i muscoli che si erano adattati ai tatuaggi?) e una camicia di jeans legata in vita. Tra le labbra stringeva una sigaretta, ormai quasi finita e aveva un cappellino e degli occhiali da sole per evitare di farsi riconoscere...ma Fabrizio, chi vuoi imbrogliare così?

Sentì finalmente il suono della campanella e subito dopo vide le porte della scuola aprirsi e gli studenti uscire.

Cercò subito Libero con lo sguardo.

Sperava davvero di passare una bella giornata in compagnia dei suoi tre bambini preferiti.

Tre esatto. Anche Ermal era un bambino a volte. Sorrise al pensiero mentre agitava una mano verso Libero.

Lentamente il bambino si avvicinò verso il padre non sembrando molto felice di vederlo.

Fabrizio inarcò un sopracciglio preoccupato. Non si aspettava di certo salti e urla di gioia come aveva fatto Anita, sapeva che Libero era più riservato, ma almeno un sorriso, un abbraccio. Era successo qualcosa? Il bambino era forse arrabbiato con lui?

"Ti senti bene?" chiese Fabrizio, poggiando la mano sulla fronte del bambino

"Sì, sto bene papà" Libero forzò un sorriso verso il padre e subito dopo abbassò lo sguardo facendolo sparire.

"Sei sicuro?" chiese ancora Fabrizio, facendo salire il bambino in auto "sembrerebbe di no. E' successo qualcosa a scuola?"

"Sto bene" sospirò il bambino "penso di essere solo un po' stanco"

Fabrizio accettò la risposta e mise in moto la macchina.

Il viaggio verso casa fu silenzioso. Più volte Fabrizio aveva provato a parlare col bambino ma aveva ottenuto solo risposte a monosillabi o scrollate di spalle.

Sperava fosse davvero solo stanchezza. Magari anche Ermal lo avrebbe aiutato a capire.

Arrivarono a casa e parcheggiò l'auto nel vialetto. Libero silenziosamente scese dall'auto ed entrò in casa

"Biboooooooooo finalmente" urlò Anita.

"Ciao Libero" salutò Ermal arrivando dalla cucina con un grembiule da cuoco "come stai?"

"Stanco" e così dicendo, buttò lo zaino a terra e si diresse verso la sua cameretta.

Ermal inarcò un sopracciglio verso Fabrizio

"Cosa gli hai fatto?"

"Cosa? Niente. E' uscito così da scuola. Forse non si sente bene. Ho provato a parlargli ma non risponde"

"Ci penso io papà" disse Anita dirigendosi di corsa nella cameretta.

Fabrizio spostò lo zaino dal pavimento e si sedette al tavolo.

"Ermal pensavo fosse felice di vedermi, invece era molto deluso. Hai visto il suo sguardo? Questa settimana di assenza forse ha pesato troppo e ora sarà arrabbiato con me"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 20, 2020 ⏰

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