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Camminavo con la testa alta,per il corridoio del palazzo dei Cavalieri del Drago.
Il palazzo era molto grande, enorme.
Conteneva più di un migliaio di stanze, e visto che eravamo in montagna, la struttura era di pietra e legno.
Ogni camera , o stanza aveva il suo camino perché uno solo, seppur grande, non avrebbe potuto riscaldare l'intera costruzione.
Alcuni del nostro popolo,più che altro i vecchi, vivevano nei grandi prati, in piccoli villaggi di capanne costruite in pelli di animali, legno e pietre, perché volevano vivere a stretto contatto con la natura.
Non che noi non ci vivessimo, ma loro volevano tenere alta le tradizioni del passato, volgendo una vita monotona, ma non per questo, meno emozionante.
Io sono del parere che ognuno abbia la libera scelta di vivere dove gli pare. Avevo appena finito l'allenamento, in cui avevo ucciso 40 prigionieri di guerra.
Di solito gli allenamenti consistevano tutti nell uccidere prigionieri di guerra, mai i propri compagni. Quando entravi nell'arena, c'erano delle porte che aprivano le stanze in cui venivano tenuti gli avversari, e quando tutte le porte si sarebbero aperte contemporaneamente, bisognava combattere.
Se non si riusciva ad uccidere tutti, non si diventava cavaliere.
Durante gli allenamenti, invece, si uccidevano, a parte i prigionieri, i traditori, i ladri...tutte le persone che andavano contro il nostro paese.
Negli ultimi tempi i regni stavano dando guerra alla nostra casata perché invidiosi dei poteri e del legame che avevamo con i draghi, magnifiche creature che potevano diventare la compagnia più cara.

Mentre passavo davanti alle diverse porte, sentii che nell'aria c'era qualcosa che non andava, lo percepivo.
Qualcuno mi stava osservando. Posai la mano sul pugnale e lo tirai fuori velocemente, dalla fodera in cui era tenuto, quando sentii uno spostamento d aria.
Quando lo levai, mi accorsi chi era la persona che avevo davanti.
Carmen, la figlia di un Cavaliere del Drago, che però non aveva ereditato i poteri di lui.
Il legame con un drago, il rapporto che c'era tra un cavaliere e il suo drago andava ben oltre all' amicizia o a qualsiasi sentimento reciproco. Prima della morte dei miei genitori, mia madre mi aveva raccontato che il legame che si creava era stato predetto da molto tempo, e non si sarebbe potuto evitare.

- La bambolina dove sta andando? - disse Carmen con aria di sfida.

Le piaceva giocare con le persone, stuzzicandole, ma ormai dopo una lunga convivenza avevo imparato a non darle peso.
Tutte le volte che voleva stuzzicare una persona, gli occhi color nocciola, diventavano tendenti al nero e, in battaglia, diventavano color rossiccio.

- Da nessuna parte- dissi riprendendo la mia strada.

- Ah si?- mi disse - ma sai ho appena incontrato Crystal e mi ha detto che vuoi andartene- disse con un sorriso maligno.

Crystal era la mia migliore amica, fin da quando ne avevo memoria, ma a volte non la sopportavo.
In battaglia era un mostro, una persona forte e coraggiosa, ma nella vita quotidiana era peggio di una bambina.
E rispetto a me, credeva che Carmen sarebbe potuta cambiare, da stronza arrogante a una persona caritatevole. Ma non era possibile, perché pensava solo a se stessa, non le importava nulla degli altri, o di cosa provassero le altre persone.

- Non sono affari tuoi- dissi andandomene.

Non le sopportavo proprio le persone che ficcavano il naso in affari che non erano proprio di loro competenza.

- Hey dove vuoi andare?- mi chiese ancora, superandomi e bloccandomi la strada.

- Lasciami passare- dissi. Ora mi stava proprio facendo arrabbiare.

- Combatti- disse con un sorriso malizioso.

- Non ne ho voglia- dissi. - Fammi passare-

- Neanche morta-

Tiró fuori, dalla fodera,la sua spada.

- Non costringermi- dissi.

- Voglio la rivincita dall' ultima volta- disse puntandomi la spada verso il viso.
Non mi spaventai, non mi spostai.
- Forza!- urló.

- Non mi dai altra scelta.- dissi tirando fuori la mia spada.

Al contrario della sua, la mia aveva delle incisioni, in lingua antica. Che però non comprendevo.
Era la spada di mio padre. Le incisioni rappresentavano qualcosa che era fuori dalla mia comprensione.
Spostai il peso in avanti, e mi preparai a difendermi.
Lei si spostò in avanti, e mi attaccò, puntandomi la spada la collo, cercando di ferirmi, ma invano perché parai in colpo.
Continuammo così per svariati minuti.
Cercava di colpirmi, ma io riuscivo, sempre a parare i colpi.

- Hai visto non cè divertimento!- dissi sbuffando.

- Stai zitta- urlò

Era fiacca, alcune gocce di sudore le scendevano dalla fronte alla base del collo. Un colpo e sarebbe collassata a terra.

- Fammi stare zitta allora - la provocai.
- Ma vedo che non ci riesci. Perché?- chiesi teatralmente.

Ringhió, e cercò nuovamente di colpirmi, ma ancora invano.
Mi era stata insegnata ľ arte della guerra fin da quando era una bambina, e sapevo molte più cose di lei, e avevo molta, ma molta più esperienza.

Stanca di continuare dissi - Ora basta -
Mi spostai in avanti,e le sferrai un colpo talmente potente, che fu costretta ad arretrare, le assestai un colpo laterale, che però parò per poco, e spostando velocemente, un piede di fianco all'altro, mi girai, e la colpii con il dorso della spada, al collo, e alla pancia.
Si accasciò a terra scossa da gemiti di dolore.

- Che questo ti serva da lezione- dissi, questa volta andandomene veramente.

~Ciao a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Anche se è un fantasy vi posso assicurare che un pizzico di amore non mancherà mai nelle mie storie. Quindi invito tutti a leggere la mia storia. Kiss kiss🤠🤓😇😍❤

The dragon knight Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora