prima mi sono addormentata due ore e ho fatto un sogno stranissimo.
Praticamente sono andata in gita prima in un museo e poi dovevamo andare in un hotel e mi sono persa nella stazione della metropolitana, poi non so come arrivo in questo hotel resort e ritrovo dinuovo tutti i miei compagni di classe. La sera andiamo a mangiare nel ristorante dell'hotel che era bellissimo ed enorme tutto di vetro a cupola coi vetri con un balcone in torno, vedo la mia prof di italiano scattare delle foto col cellulare, poi mi giro e vedo quella di latino, poi tutti i miei compagni di classe e scappo fuori il balcone. Mi raggiunge un mio compagno di classe e io scappo dal balcone, non so come ma mi ritrovo in un college americano, così conosco delle persone, trovo un numero di telefono e lo salvo, questo numero si chiamava "Sivia" quando le scrivevo a cadevano cose strane, questa Sivia non era umana, era una specie di entità, se le Madda o un messaggio apparivano caratteri strani e mi andava in tilt il telefono e io entravo in una sensazione di oscurità interiore, mi sentivo oppressa e mi saliva l'istinto omicida, poi con i miei amici americani con cui ho stretto amicizia nel college cerchiamo di affrontare questa Sivia così appare un angelo bianco e uno nero e da lì ho un vuoto, mi risveglio in una navicella insieme a due miei cugini e altri esseri, era tutta bianca con dei vetri neri e luci a led circolari tutte intorno al soffitto, ero legata a una sedia ma poi non so come ma riesco a liberarmi e scappo da non so dove, mi ritrovo a correre in un vialetto, finchè non vedo che un centinaio di quegli esseri mi stavano correndo dietro, così aumento la velocità e corro sempre più velocemente, finché non vado a sbattere contro un muro morbido e mi ritrovo in una stanza bianca morbida legata con una camicia da forza, c'è una piccola finestra in alto e riesco per l'ennesima volta a scappare, poi mi ritrovo l'ingresso dell'hotel davanti, entro e le luci erano tutte spente, ma c'era un corpo per terra in lontananza, mi avvicino per vedere chi è ma nel tragitto trovo un bigliettino con un numero di telefono, lo salvo ed era ancora Sivia, spengo il telefono inconsapevole che ormai fosse tardi, misi il telefono nella tasca, mi avvicinai al corpo e quando quello spiraglio di luce della luna che filtrava attraverso la finestra della hall stava per svalare il suo volto, mi sveglio di soprassalto e ci sono rimasta malissimo perché volevo vedere come finiva.

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i miei sogni pazzi grevi
De Todoin questo libro riporterò tutti i sogni più grevi che riesco a ricordare, buona sanità mentale