Capitolo 2

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"DOVE SCAPPI TROIA?!''
Buongiorno anche a te Jhon, o Andrew. Non ricordo nemmeno. Siete tutti uguali con 20$ in mano.

"Ho fatto cio' che hai chiesto, mi hai pagata. È tempo di andarmene" dico con un'espressione divertita e seria allo stesso tempo.

Quel porco non fa in tempo a rispondermi che sbatto la porta del suo appartamentino dietro di me. Non mi tratterei un secondo di piú in un posto infestato dalla puzza di dopobarba. Odio quest'odore, mi è troppo familiare.

Oggi sarà una bella giornata, saranno le 5 di mattina, eppure sono convinta che oggi sarà uno di quei giorni tiepidi d'agosto. Ho appena finito di lavorare, posso concedermi una bella colazione, tanto per togliermi il sapore acido di quell' uomo dalle labbra.

Inizio a camminare per le vie del South Bronx, un'area poco sicura per una fanciulla come me, ma so giocare le regole della strada e non sarà un tossico o un fallito a fermare la mia scalata al successo.

A proposito di tossici...
"Ehilà puttanella, buon giorno"

È Gwen, una mia cara amica, tanto bella quanto scema. Inviderei quel corpo snello e slanciato e quelle forme da donna biologica se solo non fosse cosí stupida. La tipica bionda del Bronx.

"Buongiorno, Gwen. Ti sei scordata di prendere i tuoi calmanti o oggi sei particolarmente cordiale?" rispondo abbracciandola.

"Sempre pungente, Angel. L'ape regina della feccia del South Bronx"

"Pungente come le siringhe del sabato sera, vero Gwen?"

Entrambe scoppiamo a ridere come fosse chissà quale battuta. Alle 5 del mattino, dopo una serata fin troppo movimentata, qualunque cose farebbe ridere a due ragazze di strada come noi.

Un'altra voce sopraggiunge da lontano.
"Heyy, fermatevi por favor!"

Riconoscerei questa voce roca d'appertutto.
Se prima sono stata intercettata da una tossica, ora è arrivato il fallito.

"Ricárdo, che piacere sentire il tuo accento spagnolo. Come va?" dice Gwen con una nota di impercettibile sarcasmo.

"Muy bien señoritas, e voi? Avete appena finito di divertirvi eh? Sento l'odor-"
Non fa in tempo di finire la frase che gli mollo uno schiaffo, non troppo forte. Giusto per fargli capire come ci si deve rivolgere ad una signora.

"Non essere volgare, mi amor. Siamo delle business women, come tutti a New York. Solo che ci occupiamo di affari notturni"

Lo spagnolo si poggia la mano sulla guancia dolorante. Eppure sfoggia il suo miglior sorriso, contornato da due labbra carnose e rosee. Sembrano screpolate, certi dettagli li colgo al volo, nonostante l'ora mattiniera.

Ci farei un pensierino se solo si curasse di piú. Un giorno lo vidi senza quella sudicia canotta che indossa sempre. Ha davvero un bel fisico. Abbronzato, scolpito, massiccio.

Purtroppo è un po' basso, perciò non avrei mai potuto indossare i miei Red Bottoms accanto a lui. Forse questo è l'unico motivo per cui non ci siamo ancora messi insieme, oltre al fatto che sono una prostituta.

Dopo aver abbracciato calorosamente anche lui, ci incamminiamo verso il bar piú vicino. "Heavens' Gate", e davvero erano le porte del paradiso. Ogni volta in cui ho varcato la soglia, un sorriso accogliente mi veniva rivolto da Wilma, la cameriera che gestiva tutta sola questo bar.

Non era il massimo dell'eleganza, ma bastavano la presenza dei miei migliori amici e dei pancake di Wilma a farlo diventare il paradiso terrestre.

Dove per qualche minuto potessi liberare i pensieri dalla mia testa, gustando del cibo squisito ed alleggerendomi il cuore con le battute squallide di quelle larve che chiamo amici. Basta davvero poco per essere felici.

"Buongiorno Wilma" urlo entusiasta. La mia voce squillante risuona in tutto il silenzioso bar.

"Angel, Gwen, Ricárdo, buongiorno a voi" risponde la donna seduta al bancone provando a risolvere un cruciverba.
"Il solito?"

"Il solito, muchas gracias, hermana." controbbatte Ricárdo impaziente di mangiare qualcosa.

Ci sediamo al nostro solito tavolo, vicino la vetrina, in modo tale che tutti possano ammirarci ed invidiare i nostri pancakes.

Dopo esser serviti da Wilma, Gwen comincia con il suo solito discorso. Quella gallina dovrebbe farsi vedere, non è normale che mi chieda sempre le stesse cose.
"Allora Angel, a quando l'operazione?"

"Ti ho già detto che prenderó un appuntamento appena avró abbastanza soldi. Per ora dovró farmi bastare gli ormoni che mi procura Ricárdo. Sai è dura guadagnare abbastanza vivendo con un mestiere come il mio, senza tener conto delle spese che devo sostenere per l'affitto, il cibo.."

"E i vestiti per i Balls..." dicono in coro, quasi annoiati. Mi conoscono fin troppo bene. Dovrei ucciderli. Ma poi come farei senza la mia gallina ed il mio cagnolino?

"Sapete che è la mia unica valvola di sfogo. Preferirei fare la fame e vincere il primo premio che non partecipare affatto."

"Lo sappiamo, narcisista. Anche noi amiamo i balls. A proposito, quando sarà il prossimo?" chiede Gwen continuando ad abbuffarsi di pancakes.

"No tengo idea, dovremmo chiedere a Wilma, lei sa tutto di tutti." interviene lo spagnolo finendo il suo ultimo boccone.

"Buona idea.." rispondo. Stavo per continuare, ma qualcosa, o meglio qualcuno ha catturato la mia attenzione.

Un uomo abbastanza ricco è passato davanto la vetrina, guardandomi negli occhi. Si nota la sua classe sociale dall'eleganza dei vestiti, la camminata fiera ed il ghigno soddifatto tipico dei ricconi. Chissà perchè mi ha notata..

    

Angel's Life Of HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora