ELIZABETH
Appena scesa dall'aereo ho recuperato la mia valigia, per fortuna non è tanto pesante, ma non voglio immaginare al ritorno: ho voglia di andare in qualche negozio.
Chiamo un taxI per farmi portare verso il mio appartamentino, non dista molto dal centro, ed è piccolino, molto intimo, mi sento sempre tranquilla lì dentro.
Arrivata in Duomo mi guardo in giro, saluto mia mamma che mi aveva chiamata per chiedermi del viaggio e metto il telefono nella tasca dei jeans neri.
I miei occhi guizzano veloci tra una persona e l'altra, cercando poi di individuare la mia prima meta, ma prima che possa spostarmi anche solo di un metro, un ragazzo più o meno della mia età mi si avvicina tutto felice.-hey ciao! Io... ti conosco!-
Sollevo un sopracciglio e nascondo un sorriso a causa dell'approccio di quel ragazzo, però non può che starmi già molto simpatico.
-allora è un piacere per me conoscerti... ehm... posso sapere come ti chiami?-
Mi sposto i capelli dietro l'orecchio sorridendogli tranquilla, metto le mani in tasca e inclino il viso osservandolo: è un bel ragazzo, un bel pó più alto di me, con i capelli castani incasinati in dei ricci scomposti e un paio di occhiali da vista con montatura nera, ma non da secchione, a coprire due occhi castani vispi e dolci.
-oh si scusa! Io sono Nico, e scusa i miei modi strani, è che sono venuto a Milano per trovarti!-
La mia faccia diventa una maschera di sbigottimento e la mia bocca si schiude, lasciando trasparire la mia sorpresa interiore.
-per cercare me? E perché?-
Mi guarda sorridendo felice, mette in mostra delle dolci fossette, e si guarda indietro quando una ragazza ci raggiunge, lui mi indica e mima qualcosa con le labbra che non riesco a capire.
Si rigira verso di me, mette le mani in tasca e ci pensa su.-forse perché ti seguo tanto, o perché volevo sapere se dal vivo sei come appari nelle storie di instagram, non sono deluso affatto, sei davvero come sui social! Per niente finta!-
Sollevo un sopracciglio, potrei apparire innervosita, in realtà sono solo pensierosa: la gente che mi guarda sui social pensa che io sia finta nella realta?
Scaccio il pensiero in maniera leggera, con un gesto della mano saluto la ragazza che ci ha raggiunto:
È più alta di me, come tutti del resto, ha dei capelli castani che le arrivano leggermente sotto le spalle e due stupendi occhi verdi, scuoto la testa come per rivegliarmi e le sorrido.-ciao piacere! Io sono El...-
Lei sembra non vedermi, e subito mette una mano sul braccio del suo amico.
-Nico, mi avevi promesso che mi avresti portato a prendere il bubble tea!-
Ha la voce tranquilla, come se fosse un promemoria, poi mi guarda e finalmente si degna di farmi un cenno con la testa, socchiude le labbra per parlare, tanto che quei secondi mi sembrano interminabili.
-si, so chi sei, me lo ha spiegato Nico, io sono Olimpia-
E di nuovo inizia a ignorarmi stando al telefono, non devo starle molto simpatica.
-oh, Beth, ti andrebbe di venire con noi? Solo se ovviamente non devi fare qualcosa di importante!-
Mi blocco un attimo a pensarci, la ragazza solleva la testa e la scuote, quasi implorante verso Nico, il quale ormai sta sorridendo verso di me.
Non capisco quali problemi abbia quella ragazza, ma decido di unirmi a loro, ovviamente i suoi versi di dissenso per tutta la camminata si trasformano in silenzi e riposte per monosillabi, Dio, che fastidio mi dà.Nico e io continuamo a chiacchierare, mi chiede tutto su com'è l'America in differenza con l'Italia, argomento di cui si potrebbe parlare per ore e ore, quindi tento di spostare l'attenzione su di lui, che parla allegro, gesticolando come se fosse su un palco, lo adoro!
Lei invece è dietro di me, cammina con le mani nelle tasche dei suoi jeans a vita alta, una maglietta nera infilata in essi e le vans che sbattono sul cemento sotto i suoi piedi, che sbattono nervosi su esso.
-Olimpia dimmi, ti piace il cinema?-
Cerco di tirarla in mezzo, vorrei che almeno un pochino sia dei nostri, non ce la faccio più a sentirmela dietro che brobotta.
Risponde proprio quando siamo arrivati da frankly.-cazzi miei-
Socchiudo gli occhi, Nico si scusa al posto suo, ma ormai il dado è tratto e il danno è fatto:
-senti, non so che razza di problemi tu abbia con me, ma vedi di non esagerare, come io ho rispettato te vorrei che anche a me venisse dato rispetto.
Scusa Nico, devo andare.-Sbuffo lasciando in mano al ragazzo il mio biglietto da visita, nel caso volesse chiamarmi, alla fine me ne vado scocciata, sbuffo chiamando un taxi per andare a casa.
La voglia di camminare mi è stata tolta da due grandi occhi verdi.
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oltre questo mare
Storie d'amorebeh, sappiamo tutti che gli amori a distanza non sempre funzionano, figuriamoci che a volte neanche quelli vicini. la distanza tra Milano e Broadway non è poca, e Elizabeth e Olimpia lo sanno benissimo. la prima è un aspirante attrice e cantante, o...