Capitolo 1

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In foto: Clarisse Reynard (Scarlett Leithold)

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[Lunedì 29 aprile, ore 19.47]

"Oddio Cora, è inutile che piangi. Fra noi è finita, mettitelo in testa. Non scrivermi più, okay?"

Non riuscivo ad arrestare il flusso di lacrime che scendevano lungo le mie guance fino a toccare lievemente a terra. Senza rendermene conto ero in ginocchio, guardando la persona che aveva accompagnato il mio cammino per gli ultimi cinque mesi della mia vita andare via da me.

Mi sentivo come se una pietra massiccia avesse preso il posto del mio stomaco, tutto il corpo pendeva pesantemente verso il terreno.

Clarisse Reynard, la dea di tutte le dee con cui avevo avuto l'occasione di stare per un periodo, mi stava lasciando come se fossi stato solo un giocattolo vecchio, in confronto al fascino di quello nuovo.

E forse lo ero davvero.

Clarisse era senza dubbio la ragazza più bella della nostra scuola, che però per fortuna (o purtroppo, a seconda dei punti di vista) da qualche tempo era ad appannaggio solo del genere femminile. Grazie alla mia migliore amica Beatrice e il suo ragazzo Dylan, diventammo prima amiche e poi fidanzate, dopo un brevissimo periodo di frequentazione.
Lei non era dichiarata, per cui non ci facevamo vedere insieme all'interno della scuola, in modo che nessuno pensasse che stessimo insieme. Solo qualche amico di lei, Beatrice e Dylan erano al corrente della nostra relazione.

Pensavo che le cose andassero bene, in realtà credevo che non fossero mai andate meglio, ma evidentemente mi sbagliavo.

In quel momento mi sentii come se fossi stata all'interno di un film, che però si stava concludendo nel peggiore dei modi. Umiliazione, nostalgia... erano solo alcune delle sensazioni che stavano annebbiando la mia mente e che ad ogni passo di Clarisse verso l'uscita della scuola andavano ad acuirsi.

Dopo che ebbe girato l'angolo e non fu più nella traiettoria della mia vista, mi cadde addosso di colpo la consapevolezza di averla persa e un dolore lancinante mi chiuse la bocca dello stomaco, mentre mi rialzavo in piedi tremante e tornavo verso la stazione in modo da prendere il treno che mi avrebbe portato a casa.

Non riuscivo a togliermi dalla testa ciò che era successo. Clarisse mi aveva mandato un messaggio il giorno precedente, chiedendomi di vederci per andare nel locale dove avevamo organizzato il primo appuntamento e dove eravamo andate durante quei fottuti cinque mesi tutte le volte che volevamo stare insieme. La mia mente continuava farmi vedere come un film la sua espressione enigmatica, il viso che avevo imparato a conoscere per tutto quel tempo mi appariva ad un tratto illeggibile e intraducibile.

"Cora Flores, io non posso più mandare avanti questa relazione."

Una frase, dieci parole sufficienti a farmi scivolare il mondo addosso, sufficienti a farmi dubitare di tutto quello che avevo costruito e che mi stava piacendo troppo per lasciarlo andare

"Cosa... ma... cos'è successo?" avevo mormorato con la voce tremante, cercando di reprimere quel dolore che si era formato all'altezza della gola.

"Niente, semplicemente si è spento l'interesse, cosa ti posso dire?"

Niente, non poteva dire niente. Come si poteva giustificare per una cosa del genere?
Ma il peggio era venuto in seguito: io, da ingenua sentimentale che si rispetti, avevo iniziato a piangere sciogliendo il nodo in gola che mi stava facendo male, cosa che a lei non era piaciuta.

"Oddio Cora, è inutile che piangi. Fra noi è finita, mettitelo in testa. Non scrivermi più, okay?"

Quelle frasi mi rimbombavano nelle orecchie e più le sentivo, più le lacrime mi scendevano copiose sul viso. Quando salii sul treno, non provai neanche ad asciugarmi malamente le guance, ma lasciai che cadessero sui miei vestiti.

Scarborough Fair || GirlxGirl short storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora