Capitolo 4

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In foto: Beatrice Edwards (Julia Adamenko)

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[Giovedì 6 giugno, ore 20.38]

"Ragazzi, domani è l'ultimo giorno di scuola, per cui organizziamoci e portiamo qualcosa da mangiare."

Il messaggio era da parte di Deborah Young, la rappresentante di istituto del nostro anno. Eravamo al quarto, l'ultimo delle superiori e dopo quel giorno avremmo affrontato la maturità per poi diplomarci e imboccare definitivamente la strada per la carriera.

Istintivamente, io ero una che viveva alla giornata, non sapevo bene che cosa avrei voluto fare nella vita. Avevo però avuto qualche esperienza lavorativa: quando ero piccola mia nonna lavorava nel campo della moda, precisamente come stilista, così per le foto promozionali delle sue campagne spesso faceva posare anche me. Qualche stilista mi aveva notata, ma mia madre non aveva dato il permesso poiché ero troppo giovane.

In fin dei conti non mi sarebbe dispiaciuto fare la modella.

Quasi tutti quelli del mio anno avevano le idee piuttosto chiare: Debbie voleva diventare avvocato come suo padre, avrebbe studiato legge per poi lavorare nello studio degli Young, Tamara Johnson era appassionata di cucina ed era decisa a farne il suo lavoro diventando chef o critico gastronomico, Gregory Ryan voleva sfondare come chitarrista rock e Roger Harris sarebbe andato a studiare astronomia per lavorare alla Nasa.

Beatrice era appassionata di cinema, per cui avrebbe voluto andare a studiare regia, mentre Dylan era già stato notato dall'allenatore delle giovanili dei Los Angeles Chargers, per cui il suo sogno sarebbe stato quello di continuare a giocare a football nella squadra della città.

Avevano tutti dei sogni o progetti piuttosto ambiziosi e dettagliati, ma erano sicuramente tutti molto più intelligenti di me. Se lo meritavano, avevano le carte in regola per farlo.

Lessi il messaggio e lanciai il telefono sul letto.

In quell'ultimo mese avevo iniziato a frequentare Reece, senza però un enorme successo; era il tipo di ragazza che aveva paura di qualsiasi cosa, soprattutto del fatto che mi potessero portare via da lei.

Personalmente non ero una persona gelosa, semplicemente perché credevo fermamente che nessuno abbia il potere di "portare via" la persona che amiamo, a meno che ella non voglia andarsene da sola, e a quel punto vuol dire che la relazione non è più sana.

E proprio perché non ero gelosa non mi piaceva stare con una ragazza che lo era in modo ossessivo.

Pochi giorni dopo la telefonata a Sharleen avevo detto tutto a Beatrice, la quale era piuttosto sorpresa di trovare la Clarisse che conosceva lei in quella versione della storia.
Avevo notato con felicità che la sorella maggiore non le aveva detto nulla riguardo alle nostre chiacchierate e che aveva tenuto tutto per sé.

Bey intanto mi aveva raccontato del ritorno di Sharleen e di quanto la odiasse per qualsiasi cosa; ovviamente io mi ero mostrata sorpresa, come se non l'avessi vista. Mi dispiaceva però che fossero così nemiche solo per via delle differenze dei genitori, perché avrebbero potuto benissimo aiutarsi fra loro.

Avevo detto tutto anche a Dylan, poco dopo, e lui aveva mostrato la sua solidarietà proponendosi di andare a picchiare Clarisse, con un sorriso talmente poco minaccioso che eravamo scoppiati a ridere tutti e due.
Mi piaceva moltissimo stare con lui, era sempre in grado di strapparti un sorriso. Ero contenta che stesse con Bey, erano perfetti insieme.

E intanto avevo continuato a parlare con Sharleen; ad esempio mi aveva raccontato che Yale non era la scuola delle favole che si poteva sognare, era bensì un posto pieno di gente competitiva e piuttosto altezzosa che studiava solo per il gusto di superare e sorpassare gli altri ed essere apprezzata dai professori.

Scarborough Fair || GirlxGirl short storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora