Scarborough Fair || GirlxGirl short story

Capitolo 2

In foto: Cora Flores (Britenelle Fredericks)

***

[Martedì 30 aprile, ore 4.30]

Bey e Dylan erano addormentati ormai da tempo, mentre io non ero riuscita a chiudere occhio. Anche fra le braccia della mia migliore amica i ricordi di Clarisse dominavano la mia mente.

Probabilmente il luogo non aiutava in ogni caso, dato che in quella stanza avevo diverse esperienze nel mio arsenale condivise con le due ragazze. Infatti era stata proprio Beatrice ad attirare Clarisse verso di me; a scuola frequentavano lo stesso corso di inglese, economia e matematica, mentre io non avevo nessuna materia in comune con lei.

Mi balenarono in testa i ricordi del nostro primo incontro: Bey mi aveva parlato di quando Clarisse le aveva fatto coming out e di quanto desiderasse trovare una ragazza e, sapendo che ero single al momento, lei le aveva detto che io ero in cerca esattamente come lei e che poteva provare ad uscire con me.

C'era stata una videochiamata interminabile fra noi tre per farmi decidere che cosa indossare, optando alla fine per un paio di jeans neri a vita alta con una maglietta morbida bianca con la stampa dell'album "Hunky Dory" di David Bowie, coperta in parte dal mio chiodo di pelle nero, che costituiva il mio capo d'abbigliamento preferito.

Ero rimasta shoccata dalla bellezza della ragazza bionda che mi stava davanti.
Lei già costituiva il mio sogno proibito, quella che osservavo dal primo anno ma non avevo mai avuto il coraggio di avvicinarmi, il che per me era piuttosto strano.
Solitamente io ero una conquistatrice, ero quella che  ci provava, quella che faceva sempre il primo passo. Ma Clarisse aveva da subito annientato le mie difese e azzerato la mia spavalderia.

Decisi che dovevo alzarmi e sgranchirmi le gambe, così mi tolsi delicatamente dall'abbraccio di Beatrice facendo attenzione a non svegliarla, poi presi il cellulare e uscii dalla porta, richiudendola piano.

Mi avviai verso il balcone della grande casa della mia amica; potevo stare tranquilla, ero abbastanza lontana dalle camere da letto per destare sospetti.

Scelsi una sedia a caso e mi sedetti distrattamente, cominciando a osservare il sole che si accingeva a sorgere. Era ormai primavera inoltrata a Los Angeles, per questo motivo le giornate duravano di più e di notte c'era una tiepida brezza che mi scompigliava i capelli.

"Come sei cresciuta, Flores. Mi ricordo di te quando avevi nove anni con i capelli lunghi e biondi."

Mi voltai verso la voce che avevo riconosciuto e quasi ebbi un mancamento.

Sharleen Edwards.

Era tornata.

"Io..."

La rossa mi sorrise accendendo il lampione situato sulla terrazza che io non avevo deciso di azionare. Era ancora più bella di come la ricordavo, doveva avere all'incirca ventitré o ventiquattro anni.
I capelli rossi erano ondulati e le arrivavano poco sotto le spalle, accarezzandogliele dolcemente. Gli occhioni verdissimi erano allungati all'esterno e le conferivano un aspetto piuttosto fiabesco, avrei associato il suo viso a Dafne del mito greco.

Sharleen era la sorella maggiore di Beatrice. Quest'ultima non parlava mai della sorella, erano sempre state in competizione fra di loro e lei l'aveva sempre odiata: non era mai corso buon sangue fra le due.

I signori Edwards avevano sempre avuto un'occhio di riguardo per Sharleen a discapito di Beatrice, cosa che non le era mai andata giù e io, da brava migliore amica, avevo iniziato a disprezzare l'allora sedicenne Sharleen Edwards più per solidarietà che per ragioni oggettive.
Era sempre stata molto intelligente, più avanti della norma, cosa che le aveva permesso di diplomarsi un anno in anticipo e ricevere una borsa di studio per l'università di Yale. E così era partita, e io negli anni rimossi quasi del tutto la sua esistenza. L'avevo vista per l'ultima volta sette anni prima, al funerale di Yvonne.