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e a t ; ; v k o o k

ㅡ✨ㅡ

luglio, 1989
gwangju, corea del sud.

l'aria era molto secca, per le strade notturne di gwangju, ma jungkook si trovava benissimo nella sua camicia di lino, che non gli fasciava molto il torace, perchè piuttosto larga.

una delle cose che gli mancavano di più della sua città natale, busan, era proprio quel clima, quell'aria marina che entrava nelle narici, e che faceva venire voglia di correre sulla spiaggia e buttarsi nel mare, come un pesce.

camminava piuttosto lentamente, voleva godersi quegli attimi di minima freschezza che quella sera estiva gli stava regalando: inspirava l'aria, e la espirava, e si sentiva molto meglio ㅡ come se gwangju, di nuovo, non aveva proprio niente.

i suoi piedi, che calzavano perfettamente nel suo paio preferito di scarpe, si fermarono a pochi metri dall'insegna in neon azzurro che indicava '바스크' -basque, il famoso pub a cui namjoon e seokjin l'avevano invitato.

«kookie!» si voltò verso la sua sinistra, dove vide namu-hyung sventolargli allegramente la mano, con un sorrisone sul viso.

jungkook odiava quel soprannome, lo faceva sembrare un "passivello del cazzo"; ma ci passò sopra, era kim namu e poteva chiamarlo come gli pareva e piaceva, non si sarebbe lamentato.

strinse i suoi hyungs in un caloroso abbraccio, era felice del rapporto che si stava instaurando in loro, e sperava davvero che potesse mantenersi saldo per un lungo tempo.

dopo essersi salutati, namu accompagnò jungkook all'ingresso del locale, spingendolo verso l'entrata con delle affettuose pacche sulle spalle.

il basque era uno di quei pub che ti facevano sentire a casa: la gente parlava, sorseggiando soju e cocktails, e si respirava un clima calmo, dove si prospettava una serata piacevole.

namjoon, seokjin ed il loro nuovo amico, jeon jungkook, si sedettero sulle sedie in pelle di un tavolo in legno, sul quale era stato appoggiato un cartellino ㅡ"privato".

jungkook si guardava intorno: del fidanzato di seokjin non vi era ancora traccia.
si soffermò a pensare a lui: l'aveva visto solamente di sfuggita, in occasione della festa che si era tenuta a giugno.
seokjin gliel'aveva presentato, ma si era scordato il suo nome.

una figura piuttosto minuta, dai capelli bianchi, che parevano soffici quanto zucchero filato, si avvicinò al tavolo, gettandosi tra le braccia del più grande.

«yoongi!» esclamò namjoon, con un sorriso enorme.

quello che sembrava essere un cameriere del pub ricambiò il sorriso, baciando, poi, le labbra carnose di seokjin, che teneva un braccio attorno i suoi fianchi.

«jungkook, questo è il mio compagno, yoongi ㅡil corvino afferrò la mano scheletrica che il nominato gli aveva porsoㅡ molto probabilmente non te lo ricorderai, ma vi eravate già visti alla festa, il mese scorso.»

«yoongi, piacere mio. seokjinnie mi ha parlato molto di te!» sorrise timidamente, strizzando di poco gli occhietti scuri.

il bianco rimase una manciata di minuti, seduto sulle cosce del più grande, che gli baciava il collo di tanto in tanto.

sembravano una coppia affiatata, quei due: si dimostravano un amore incondizionato ininterrottamente, erano davvero teneri, agli occhi di jungkook.

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