epilogo;

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e a t ; ; v k o o k

ㅡ✨ㅡ

novembre 1989
busan, corea del sud

oh, no.
i finali non coincidono.
non me l'ero immaginato cosí.
volevo che jungkook morisse per mano mia.

oh, no.
sembra che io ne sia felice, se lo penso cosí.
jungkook è morto.
no, non è morto.
mi sorride ancora.

lo scosto, tengo il coltello conficcato nelle sue carni.
lo prendo in braccio, di nuovo.
lo faccio stendere per terra, a contatto con il freddo.
è la prima cosa che mi viene in memte da fare.
sono cosí triste, che mi viene da ridere.

anzi, no.
sono cosí apatico, che rido.
rido, come un maniaco.

jungkook non è morto.
jungkook, tu non sei morto.

ha spostato la testa, l'ho visto bene perchè sono sopra di lui, gli tengo caldo al ventre con le mie stesse mani.

si vede tutto.
l'intestino. lo stomaco.
se guardo bene, posso amche vedere tutto l'amore che prova per me.

la finestra si rompe, il rumore dei vetri che si spargono per il pavimento è ovattato.

jimin ora mi guarda preoccupato, arrabbiato.

estraggo velocemente il coltello dallo stomaco di jungkook.

gli solletico il petto con la lama.

mi dice che sono un fottuto macellaio.

gli sorrido, per nascondere la mia apatia. non lo so nemmeno io, non rispondo delle mie azioni.

jungkook balbetta.
balbetta in un modo adorabile, mi si stringe il cuore.
mi giustifica.
gli dice che non sta per morire.

e sta piangendo, lo sento fino a qua.
sento le sue lacrime.
sento il gorgoglio che fanno le sue lavrime salate prima di uscire dai suoi splendidi occhi stellati.

fa per togliergli il coltello.
lo fermo subito.

lui è mio, lui è mio.
vattene, scompari, non hai niente a che fare con tutto questo.
vattene e non farti rivedere mai più.
lasciami da solo con l'unico che mi ama.

i miei pensieri sono altalenanti.
prima lo amo pazzamente, e l'attimo dopo lo voglio uccidere, lo voglio ammazzare, mi innamoro, e lo voglio distruggere, lo bacio, e rido, perchè mi fa sentire a disagio, tutfo auesto amore che prova verso di me. mi imbarazza.
lo voglio finire, per poi volerlo proteggere.
è mio, jimin, vattene.

gli stringo il collo con ferocia, lo scacciò via, e mi rifiondo su jungkook, in braccio a lui, traccio la sagoma delle sue labbra bellissime con le dita.

perchè quando sono con te, jungkook, sto in paradiso, in bilico tra lo stare bene e lo stare male; mi fai provare delle sensazioni magnifiche. e il tuo sangue... jungkook, mi sono innamorato del tuo sangue, il migliore di sempre, la mia vita, il mio tutto.

mi chiedi perchè.
jungkook.
lo faccio perchè ti amo.
perchè senza di te sono una formica debole, che viene derisa dall'intero impero; perchè, senza di te, non riesco nemmeno a sollevare il tuo corpo per portarlo al riparo.
senza di te, sono stupido.
e quando sono con te, sono pazzo.
te l'ho detto, jungkook, sono in bilico tra lo star male e lo star bene, un piede in paradiso, l'altro sprofondato nella lava più rovente dell'inferno. non c'è una via di mezzo.

ti bacio sulle labbra, assaporo un po' del sangue che sgorga come una fontana dalla tua bocca.

una fitta al fianco, jimin mi ha dato un calcio. cado per terra, inerme, vedo jungkook che però chiude gli occhi, li strizza con le uniche forze che gli sono rimaste.

jimin mi lega ad una sedia, mi sento una bestia feroce, quando in realtà, ora, mi sento mortificato. mi dispiace, jungkook, non dovevo urlarti cosí, in realtà questo tu lo sai. non volevo farti sentire violentato, volevo solo farti capire. e tu non hai capito. ma va bene cosí.

mentre jimin ti medica, tu urli.
e le tue urla mi entrano violente nelle orecchie, sento i crampi per te.

riesco ad allungare una gamba , e spingere il coltello sotto al divano, lo nascondo.

rido, vorrei baciarti.
ma non posso.

jungkook urla a jimin che se ne deve andare, o lo ucciderò, tanto jungkook se la caverà. d'altronde,  jungkook non è morto.

invece che allontanarmi, mi sproni a divorarti, a riempirti del mio veleno.
a te va bene cosí.
è okay.

no jungkook, non piangere.
se piangi come un bambino disperato, poi, è peggio.

ma tanto abbiamo vinto.

lo spingo contro allo specchio, l'ennesimo vetro che si rompe.
porta sfortuna, sai, jungkookie?

raccolgo un pezzo tagliente, jungkook, questa performance è per te, non sentirti male, che io ti amo, e tu mi ami, abbiamo vinto.

conficco il pezzo di specchio nel petto di jimin, che si accascia ai miei piedi, ti volge un sorriso.
mi guardo nel pezzo di specchio, sto piangendo anche io.

siamo di nuovo soli.

«ti amo, taehyung.»

ti sorrido.

ti amo anch'io, jungkook.

«senza di te non ce la farei.» mi dici.

neanche io, kook.
neanche io.

«se ti urlo che mi ami, cosa fai? rispondi, taehyung. sto per morire!»

mi metto a ridere, lo sai, rido a crepapelle e poi di bacio.
ti faccio soffrire.
ma io ti amo, jungkook, ti amo tantissimo.

«non ci posso fare nulla, hyung.»

neanche io ci posso fare nulla, fiore, ma la fame me lo fa fare.

e ora sei morto.

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