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e a t ; ; v k o o k

ㅡ✨ㅡ

novembre 1989
parigi, francia

«lee jeno!»
un ragazzo minuto, sorridente, che affogava in una camicia bianca molto più grande di lui, si faceva strada tra la folla; teneva stretto il berret nero sul capo con una mano, cosicchè non potesse volare via.
il suo sorriso era dolce come il cioccolato sciolto, e i suoi occhi parevano fatti di stelle, luccicanti com'erano.

si avvicinava nel suo paio di mocassini neri verso i tre, che lo aspettavano al binario, vicino al treno, dal quale scendevano persone di tutti i tipi.

l'ambiente sembrava color seppia.

si gettò tra le braccia di taehyung, che lo accolse con un grande sorriso sincero sulle labbra; stupido non ammettere che un po' di gelosia cominciava a ribollire nel ventre di jungkook, che si chiedeva chi fosse questo lee jeno che condivideva con taehyung la gioisa euforia di vedersi.

taehyung spiegó che jeno era un amico di vecchia data, si erano conosciuti proprio a parigi.
avevano passato i periodi dell'infanzia e l'adolescenza, insieme a jimin.
erano molto affiatati, jeno era tra i pochi a conoscere taehyung da cima a fondo, l'unico ad essere a conoscenza della sua vera natura.
ma quell'abbraccio, agli occhi di jungkook, sembrava ancora troppo intimo.

intanto, si era fatta sera;
taehyung, jungkook ed hoseok -accompagnati da jeno - avevano visitato tutta la meravigliosa città di parigi, rievocando ricordi che erano stati ormai sepolti nella memoria del primo.
hoseok li seguiva come un cagnolino.

avevano visitato il musèe d'orsay, dove jungkook si era persino ricordato della loro profonda conversazione riguardo van gogh, ㅡappena aveva visto il suo autoritratto, mille pensieri erano sorti nella sua immaginazione; pensó alla prima volta che aveva bramato le labbra di taehyung, e la prima volta che le aveva baciate, quando aveva sentito i fuochi d'artificio e quando aveva capito che i loro corpi soffici erano stati legati da un filo rosso di sangue.

*

«tu sei il famoso jungkook, quindi?» chiese jeno, appartandosi indietro rispetto ad hoseok e taehyung, che camminavano sul cemento grigio e bagnato, per via della pioggia.

era sera; l'orologio da polso di jungkook segnava le dieci meno venti. facevano una passeggiata, per arrivare alla dimora di jeno.

«famoso?» jungkook aggrottó le sopracciglia.

«sí, "famoso" ㅡ mimó le virgolette con le dita ㅡ taehyung mi ha parlato molto di te. mi ha detto che siete molto intimi, che tu sai... ㅡdeglutí, un brivido freddo percosse la sua schiena, mentre faceva contatto visivo con la guancia feritaㅡ lui ti...»

«già.» sorrise.

una folata di vento costrinse jungkook a socchiudere gli occhi in una fessura, e si strinse nel suo cappotto, affondando il collo nella sciarpa.
"novembre a parigi„ sussurrò, tra sè e sè.

volgendo lo sguardo a destra, vide il champ de mars, vicino alla tour eiffel.
vedeva gli alberi, le cui chiome erano ormai arancioni e gialle. le betulle si innalzavano sottile ma maestose sull'erba verde, ricoperta di foglie.
pensava che, forse, la vita sarebbe potuta essere amabile, lí a parigi.
pensava che, magari, taehyung stesse pensando alla stessa cosa; avrebbe mai cambiato la sua idea? chissà se si era arreso all'idea che solo un albero di ciliegio a tokyo avrebbe migliorato la suo vita...

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