Capitolo 4

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Fisso il soffitto bianco da pochi giorni ridipinto, mentre cerco di alzarmi dal letto per andare a scuola. Preparo la cartella per le lezioni di oggi, per fortuna sono gli ultimi mesi!
Scendo le scale, vado in sala da pranzo e faccio colazione. Esco di casa, salgo sull'autobus e aspetto di arrivare a scuola.

Terminate le prime ore di lezione, vado in mensa e mi siedo al tavolo in fondo con Arivel.
Parliamo di cose varie e di come Arivel abbia litigato con il suo professore di chimica, ma ero troppo persa nei miei pensieri per ascoltarla.
Verso la fine dell'ora di pranzo si iniziano a sentire urla da un tavolo poco distante, sempre più forti.
I ragazzi iniziano a girarsi tutti verso quella direzione e si dirigono verso di essa creando una barriera attorno al tavolo. Io e Arivel ci alziamo e curiose corriamo verso di loro facendoci spazio tra la folla. Riusciamo a vedere solo un ragazzo che ne spintona un altro, lo prende per il collo e, in un batter d'occhio, la faccia di lui viene sbattuta nel piatto facendolo rovesciare. A questo punto vediamo dei fagioli guizzare in tutte le direzioni e vari chicchi di pasta, quando alcuni di essi finisco sulla faccia della preside, appena arrivata per separare i ragazzi.
"Voi due! NEL MIO UFFICIO!" afferma arrabbiata con voce alta.
Appena pronunciate queste parole i ragazzi in cerchio corrono di corsa a sedersi ai tavoli, mentre i due si recano insieme alla preside nel suo ufficio.

Nei corridoi tutti i ragazzi non parlano d'altro che di questo nuovo ragazzo che ha causato la rissa oggi in mensa.
Entrata in autobus mi siedo al solito posto, ma ad un tratto tutti i ragazzi che stavano facendo casino, si zittiscono girandosi verso l'entrata del veicolo. Vedo il ragazzo di oggi entrare indossando jeans strappati, una maglia nera, un orecchino e un bombolone tra i denti. Si siede al posto avanti al mio, in silenzio, guardando fuori dal finestrino, come se stesse scrutando verso l'esterno.
Durante il tragitto c'è più silenzio del solito per quel ragazzo...la cosa mi piace.
Quand'è il mio turno di scendere, mi avvio verso l'uscita e con la coda dell'occhio, mi accorgo di essere seguita da lui. Scesa, noto che l'autista non chiude gli sportelli, poiché in seguito esce anche quel ragazzo...forse abiterà in qualche casa più avanti. Mi incammino verso la porta, ma mi accorgo che lui viene nella mia stessa direzione, percorriamo la stessa strada, ho paura che mi stia seguendo. Imbocco il mio cortile aumentano il passo e vedo che lui mi sorpassa, andando nel cortile successivo. No...non sarà lui...il figlio dei nuovi vicini? Mi giro verso la sua direzione e lui fa lo stesso: ci guardiamo per qualche secondo, senza dire nulla, fin quando lui distoglie lo sguardo ed entra in casa. Faccio lo stesso, chiudo la porta alle mie spalle e realizzo che è il mio nuovo vicino...

"Non c'è domani senza te"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora