Capitolo 3: Il Viaggio

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Il giorno seguente, Axel si svegliò carico di energia per la giornata. Infatti doveva partire per diventare un Allenatore Pokèmon. La madre subito gli disse: "Axel, questo giorno è molto importante, forse più del tuo 10° compleanno. Oggi partirai per un lungo viaggio. Farai un sacco di amicizie, scoprirai molti nuovi posti, ma soprattutto diventerai un provetto Allenatore Pokèmon! Per questo io e gli abitanti di questa cittadina abbiamo organizzato una festa d'addio!". Axel fece fatica a trattenere la gioia che in quel momento gli scorreva in corpo. Non è piccola cosa farsi fare 2 feste in 2 giorni! Il giovane alllenatore si vestì in fretta e furia, scese per le scale rapidamente e uscì di casa, ma non prima di aver coccolato Flatope per poi rimetterlo nella Pokèball. Appena lo fece si trovò davanti una folla di persone che festeggiavano. Senza farselo dire 2 volte, si unì al festeggiamento. La gente ballava e saltava... sembrava pervasa da una gioia comparabile solo a quella di Natale e quella di Capodanno fuse assieme. A un certo punto lui notò nella distanza due puntini, uno bianco e uno rosa. "Non possono essere altro che il Prof Breath e Alexia!" pensò. Raggiunta la coppia padre-figlia, il Prof lo salutò con estrema gioia:"Buongiorno Axel! Oggi partirai per realizzare il tuo sogno di diventare un Allenatore Pokèmon, eh?". Quest'ultimo rispose:"Sì! Diventerò il miglior Allenatore Pokèmon di sempre!". Alexia ribattè:"Ehi, e io? Che sarò? La 2ª?". "Esattamente!" fu la risposta del piccolo corvino. "Uff! E va bene!" disse la giovane allenatrice.
Dopo la festa, Axel tornò a casa per sistemare le sue cose prima di partire. Nel suo zaino mise: un pacchettino formato da vestiti e bianchieria, lavati rigorosamente da sua madre ("Per avere sempre un buon look" pensò), dello shampoo e del bagnoschiuma ("Per rimanere sempre pulito" pensò), il peluche di quello strano Pokèmon drago regalatogli da Alexia ("Per avere qualcosa da coccolare durante la notte quando Flatope sta male e non posso coccolarlo" pensò), la sua sveglia ("Per rimanere sempre in orario" pensò), la sua macchina fotografica ("Per mostrare a tutti gli splendidi paesaggi della mia regione" pensò), e infine la Pokèball con dentro Flatope, ma non prima di aver esclamato:"Per lo scopo migliore: diventare l'Allenatore Pokèmon migliore che ci sia mai stato in tutta la storia di Etolea!".
Poco dopo lui e sua madre uscirono e si incamminarono in direzione della stazione della città e, quando ci arrivarono, trovarono tutti i cittadini ammassati a vedere il treno in cui Axel e Alexia sarebbero successivamente entrati. Appena Axel ci si avvicinò, tutti i cittadini cominciarono a urlare ed elogiare i 2 allenatori:"Andate e rendeteci fieri!" disse una. "Ce la potete fare! Io credo in voi!" disse un altro. Un quarto d'ora dopo arrivò pure Alexia, accompagnata dal Prof. Breath. A un certo punto il Prof. si mise sopra una scatola che lui stesso aveva portato e fece un piccolo discorso:"Miei concittadini, oggi questa città vedrà andar via 2 giovani, guidati unicamente dalla loro sete di avventura e conoscenza. Ma non se andranno invano! Infatti, loro manterranno alta la nomea della nostra bellissima regione di Etolea e, se mi chiedete perchè io dica queste cose, è perchè io credo in loro e so che si faranno valere! Per cui, o miei concittadini, io richiedo una standing ovation per Axel e Alexia!". Tutti cominciarono ad applaudire e urlare così forte da far tremare l'intera stazione! Il giovane allenatore notò tra la folla sua madre in disparte, che faticava a trattenere le lacrime. In fretta e furia la raggiunse e le disse: "Mamma, andrà tutto bene, vedrai! Ti manderò di tanto in tanto delle lettere, con incollate sopra le foto che scatterò con la macchina fotografica, così non ti sentirai sola!". La madre gli disse, asciugandosi gli occhi:"Grazie Axel, è molto gentile da parte tua". "Qualsiasi cosa per mia mamma!" rispose il piccolo avventuriero. Quando cominciò a sentire il capotreno che li invitava a salire, le disse:"Mamma, devo partire. Stammi bene!". Lei lo abbracciò calorosamente e gli disse semplicemente:"Certo". Salì sul treno assieme ad Alexia, che stava dando gli ultimi saluti al Prof. Si mise al suo posto e osservò fuori dal finestrino. L'ultima cosa che vide prima di entrare nel tunnel fu sua madre che lo salutava. Lui ricambiò quell' affettuoso gesto e subito dopo sparì nel tunnel.
Axel, tra sè e sè, disse:"Finalmente la mia avventura è iniziata! Non vedo l'ora di visitare città, fare nuove amicizie e ovviamente allenare le mie abilità da Allenatore Pokèmon, così da diventare il migliore! Dopotutto, come è possibile che questo splendido paesaggio non ti faccia venire voglia di iniziare un'avventura? Guarda che bei campi! Guarda che distesa di campi con tutti i loro colori! Sembra una poesia! Però mi fa venire...sonno. *Yawn*. Guarda che belle...". Il nostro giovane eroe si addormentò, evidentemente ipnotizzato dai colori svavillanti e ciclici delle distese di campi. Fu svegliato qualche ora dopo da Alexia, che gli urlò:"Oh, sveglia! Fra poco scendiamo!". Lui disse, tutto stanco e scosso:"Non stavo dormendo, stavo riposando gli occhi! Ti pare che io dorma così a caso?!". Lei, con sguardo divertito e bonario, aggiunse:"Sì sì, certo...", sedendosi accanto a lui. Dopo aver preparato le pokèball regalatogli dal professore il giorno prima, Axel disse:"Va bene! È giunto il momento! Scendiamo da questo treno e facciamo vedere chi siamo!" Lei esclamò:"Ben detto!".
Appena scesi, il capotreno urlò:"Benvenuti a Trentopoli! Questo paradiso è incastonato tra due delle montagne più alte di Etolea, il Monte della Burrasca e la Montagna dei Silenzi!" Axel domandò, tutto curioso:"Perché le due montagne si chiamano così?". Il capotreno rispose:"Buona domanda! Un tempo le due montagne avevano ciascuno una città. Quella sul Monte della Burrasca era costantemente inondata da piogge e burrasche, da qui il suo nome. Invece quella sulla Montagna dei Silenzi aveva sempre il sole dalla sua parte, ma non solo! Vedi, la Montagna possiede una forma particolare che canalizza tutto il suono proveniente dal Monte in un unico punto a valle. A causa di ciò gli abitanti della Montagna non sentivano il suono delle burrasche che avvenivano sul Monte, da qui il suo nome. Successivamente le due città si unirono, dando vita a Trentopoli!". "Wow che storia interessantissima, signor capotreno!" fu la risposta del giovane allenatore. "Devi dire grazie alla natura, non a me, giovinotto." disse l'uomo. Una volta fatti uscire Flatope e Driger, Axel ed Alexia andarono a cercare subito qualcosa da fare, non potevano mica restare a Trentopoli! "Guarda Alexia, c'è una donna con un pokemon che non conosciamo, che gioia!! Direi di usare il nostro Pokèdex!". Allora i due si recarono dalla ragazza e le chiesero "Scusami, possiamo inquadrarlo?". Il pokemon, dalle sembianze di un riccio, si sentì minacciato e inizió a ringhiare. Sembrava avere molta paura. Appena Axel avvicinó l'aggeggio alla nuova creatura, la voce robotica femminile dentro l'attrezzo urlò: "Harin: Pokèmon pungiglione, roditore dalla piccola statura. Anche se docile è molto diffidente perchè è una preda di molti altri pokemon". Subito dopo l'attrezzo smise di parlare.

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