Capitolo uno

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L'isola di Podor era un luogo incantevole: la maggior parte dell'anno, il sole illuminava le lunghe giornate e il caldo non troppo asfissiante permetteva di passeggiare in riva all'infinito e splendido oceano, che la circondava.
Podor era costituita da poche città, tutte dalle piccole dimensioni, dove vivevano principalmente semplici popolani che cercavano di tirare avanti con la loro semplice vita. Una di queste cittadine, dove l'unica famiglia -quasi- nobile era quella del sindaco, era Lynn: molto vicina al mare e forse una delle più piccole città di Podor; ma nonostante ciò, il suo porto era uno dei più utilizzati.
Qui, gli abitanti, avevano un obbligo comune: versare sempre una piccola quota da dare ai pirati, che giungevano con una certa regolarità (una volta ogni quattro mesi). Alcuni, al sicuro sotto il tetto di casa propria, borbottavano la loro disapprovazione, il loro malcontento e la loro voglia di scacciare gli ospiti indesiderati.
Nessuno però faceva mai qualcosa, tutti troppo intimoriti dalle spade affilate dei loro oppressori che, in caso non avessero ricevuto la somma stabilita, non avrebbero esitato a saccheggiare Lynn, o a fare di peggio. Alcuni compaesani coraggiosi (o sciocchi, come li definivano in molti), avevano avuto la brillante idea di ribellarsi o di credere di riuscire a mostrare a quei manigoldi di che pasta erano fatti... purtroppo, nessuno di loro ha fatto una bella fine.
Comunque, inconvenienti per via dei pirati a parte, la gente non aveva molto di cui lamentarsi, poiché a Lynn si riusciva a condurre una vita pressoché tranquilla: il cuore della cittadina era la piazza. Intorno ad essa vi erano il municipio, le case dei cittadini che erano di qualche rilievo e alcune botteghe, tra cui quella del fabbro.
Il fabbro di paese era un certo Micheal Taylor: un uomo che aveva sorpassato la trentina da un pezzo e si accingeva ai quaranta, che pensava solo a lavorare e a portare a casa qualche moneta al giorno per poter mantenere la sua famiglia, che adorava con tutto il suo cuore.
Sua moglie, Winifred, sbrigava le faccende di casa e si occupava dei loro due figli: Clare, la minore di appena cinque anni, e Roger, il più grande di otto. Erano l'uno l'opposto dell'altra: Clare era una bambina gentile, sensibile e dolce; mentre Roger era un ragazzino molto vivace, forse anche troppo per i gusti della gente di Lynn. A primo impatto, poteva sembrare anche un angelo, ma bastavano cinque minuti per rendersi conto che era un piccolo diavoletto: aveva due grandi occhi azzurri, i capelli biondi, come il grano, sempre scomposti (nonostante Winifred glieli sistemasse come meglio poteva) e un bel caratterino. Era testardo, curioso e un vero combinaguai, tanto che tutti i bambini si tenevano alla larga da lui. Non si volevano cacciare in una delle sue marachelle, come quella volta in cui il povero Timothie venne incolpato di aver rotto le uova e fatto scappare le galline dal pollaio del signor Norrisborn.
Roger, però, non si preoccupava della solitudine, perché vivendo in una città dalle dimensioni così piccole, era facile che incrociasse altri bambini e si unisse a loro (con profondo timore ed esasperazione di questi) o che semplicemente si mettesse a giocare per conto suo. Capitava invece, altri giorni, che Winifred e Micheal si arrabbiassero così tanto con lui, probabilmente per colpa dell'ennesimo dispetto, da non farlo uscire di casa e lui si arrangiava giocando con sua sorella Clare.
Lui e la sua sorellina andavano abbastanza d'accordo, non litigavano mai principalmente perché il maggiore trovava sempre il modo di accontentare o raggirare quello che sua sorella voleva fare (anche se, in cambio, lei doveva sottostare alle volontà di Roger quando lui decideva fermamente qualcosa). A volte, il più grande, doveva stare al gioco e vestirsi da bambina, che in realtà a lui non dispiaceva neanche troppo, ma questo non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura. I vestiti, essendo di sua sorella, gli stavano corti, ma essendo uno scricciolo, gli entravano alla perfezione e doveva ammettere che se avesse avuto i capelli un pelino più lunghi, forse sarebbe anche sembrato una ragazzina coi fiocchi.
Di solito, quando Winifred gli impediva di uscire, lui non faceva storie. Anzi, accettava di buon grado la sua decisione, passando l'intera giornata a fare altro, nell'attesa del giorno dopo per uscire. Certi giorni, però, non capiva perché i suoi genitori, senza un motivo ben preciso, non gli permettessero di uscire: glielo imponevano con decisione e irremovibilità. Neanche sua madre, se non per necessità, metteva piede fuori casa. L'unico che usciva quei giorni era Micheal, che doveva procurare viveri per tutti loro, l'uomo però, tornava a casa prima del solito e sembravano entrambi decisamente irrequieti in quei particolari giorni.

Seven Seas of RhyeWhere stories live. Discover now