Capitolo quattro

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Roger, che ancora faceva fatica a realizzare cosa era successo quella sera, venne fatto alzare dal duro pavimento del ponte da un pirata. Una faccia poco amichevole, ad essere sinceri. Gli afferrò con poca grazia il braccio e lo portò giù sotto coperta. Finì in un angolo buio, in una specie di cella, assieme ad altre persone. Erano tutti ragazzi giovani e adulti, ma piangevano come dei bambini. Pregavano, si stringevano gli uni con gli altri, cercavano invano di convincere i loro rapitori a lasciarli andare perché avevano una famiglia da cui tornare. Nessuno sembrava fare caso alla presenza di un bambino, ognuno pensava per se stesso e alla propria salvezza.
Roger non sapeva cosa sarebbe successo, cosa ne avrebbero fatto di tutti loro e se sarebbe riuscito a sopravvivere. Aveva tanta paura e gli adulti, che gli avevano sempre ispirato tanta sicurezza, adesso sembravano disperati, persi. C'era un certo via vai di oggetti, tutti per lo più preziosi, probabilmente rubati agli abitanti. I prigionieri guardavano sconsolati i ladri, alcuni lamentandosi. Un pirata, che sembrava avere una certa esperienza e un certo spessore, si voltò a guardare una signora che non faceva altro che chiedere, con tono lamentoso, di essere liberata. Lei sembrò gelarsi sul posto, l'uomo si avvicinò e di conseguenza tutti si spostarono verso il fondo.
-Ma certo che verrai liberata! Ti getteremo in mare e ti lasceremo in balia degli squali. Se riuscirai a sopravvivere ben per te.
Vedendo il silenzio di tomba che si era creato, rotto se non da qualche singhiozzo spaventato, il pirata sogghignò e se ne andò.


Roger si mise seduto sul pavimento freddo, tenendo le ginocchia contro il petto e appoggiandovi contro la fronte. Chiuse gli occhi e cercò di non pensarci, anche se era pressoché impossibile dati i continui sospiri e sussurri preoccupati delle persone. Cercò di concentrarsi e non pensare ad altro, gli tornò in mente quello che gli aveva detto Freddie qualche ora prima: se conosci il suono di qualche cosa puoi immaginarlo.
Provò disperatamente a creare nella sua mente il cinguettio degli uccellini sui rami giusto fuori la sua finestra, la voce di sua madre che lo svegliava e Clare che gli saltava addosso ridendo.
Ma l'unica cosa che sentiva come se fosse proprio accanto a lui, era suo padre che gli diceva di non aver paura. Il sangue che aveva addosso era ancora fresco e forse era un po' per questo che attorno a lui si era creato un certo vuoto. Ogni volta che chiudeva gli occhi, l'immagine del povero uomo accasciato a terra, con sempre meno vita, gli tornava alla mente. Non sapeva dire dopo quanto tempo, ma ad un certo punto sentì -assieme a tutti gli altri- il movimento della nave. Chi era in piedi vacillò, mentre Roger che era seduto, si ritirò verso la parete per paura che qualcuno potesse inciampare su di lui. Da quel momento, tutti coloro che erano chiusi in quella piccola cella assieme a lui, sembrarono rassegnarsi all'idea che ormai Lynn non l'avrebbero più rivista. Alla fine si ritrovarono tutti seduti uno accanto all'altro, non parlava più nessuno: non c'era molto da dire. Di sicuro non potevi metterti a parlare del più e del meno, dire al tuo vicino che forse aveva perso un figlio:《Hey ieri sono andato dal fornaio, vuoi sapere qualche pettegolezzo?


Lamentarsi era ancora più futile, per cui valeva la pena stare in silenzio e godersi il rumore del mare finché si poteva. Dopo qualche tempo giunse il pirata di prima, accompagnato da altri due più giovani. Fece cenno ai due verso la signora con cui aveva colloquiato precedentemente. Aprirono la gabbia e l'afferrarono di forza per le braccia mentre questa scalpitava e si dimenava, urlando a squarciagola. Il più anziano chiuse la cella senza fare un fiato e portarono la donna di sopra verso il ponte. Passarono interminabili minuti di silenzio finché un ragazzo non diede voce anche ai pensieri di Roger:《Credete che l'abbiano buttata in mare sul serio?》
Altri minuti di silenzio. Nessuno rispose. I suoi pensieri, quasi senza che lui se ne accorgesse, avevano iniziato a prendere una piega molto negativa. Scosse la testa come per scacciarli via, non voleva e doveva immaginare a come avrebbe preferito porre fine alla sua breve esistenza! Aveva quasi nove anni e doveva pensare solo alle cose belle... ma come si faceva quando attorno a lui c'erano solo rabbia, paura e disperazione? Era seduto in un luogo squallido, pieno di umidità che non faceva altro che farlo rabbrividire di continuo. Tutto aveva un certo odore di zolfo e di antiquato e di sicuro non era un buon profumo. Il sangue lo imbrattava e non era l'unico: alcuni erano addirittura feriti. Passò altro tempo e gli stessi uomini di prima tornarono. Ora che ci faceva caso, Roger notò che le scale che scendevano scricchiolavano. Afferrarono questa volta un ragazzo e questo quasi non si oppose, si limitò a guardarli pregandoli con lo sguardo.

Seven Seas of RhyeWhere stories live. Discover now