Capitolo 4

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Gli abiti erano stati abbandonati sul pavimento, insieme all'indecisione e ai timori che, immancabilmente, erano riaffiorati in lui fino a farlo dubitare di ogni cosa.
Tutto era svanito nell'attimo in cui Thor aveva sfiorato ancora il corpo nudo di Loki.
Nell'attimo in cui aveva assaporato di nuovo la morbidezza della pelle calda che strusciava sulla sua.
Nell'attimo in cui lo aveva stretto e aveva sentito i muscoli tesi e sodi del suo petto contro il proprio.
L'attimo in cui gli aveva ghermito una coscia per tirarlo a sé e gli aveva fatto perdere l'equilibrio, riuscendo così a ribaltarlo sul letto accanto a loro.
In quell'attimo così sognato e bramato, Thor aveva ricominciato a sentire soltanto una ritrovata attrazione e il desiderio che chiedeva disperatamente di essere soddisfatto.
Era stato tutto veloce e folle all'inizio. Il modo in cui aveva ripreso a baciarlo e a leccare ogni punto che poteva marchiare con le labbra e con i denti. L'attraente curva del collo, il profilo delle spalle, la gola esposta che non era riuscito a smettere di lambire, per sentire la vita che scorreva in lui, il battito rapido e il leggero movimento sotto pelle mentre Loki deglutiva.
E ancora era tornato alla sua bocca, incapace di distaccarsene per più di pochi secondi. Perché quando la lingua di Loki toccava la sua, quando quell'abbraccio intimo e lascivo diventava profondo ed erotico, tutto il suo essere sembrava ritrovare un po' di forza in più per rialzarsi.
Così aveva continuato quel breve percorso avanti e indietro, fino a quando aveva avvertito tra i capelli una stretta che lo aveva spinto a scendere più in basso.
Lo aveva assecondato, trasferendo quella dolce e insistente tortura tra i pettorali. I capezzoli erano divenuti il punto fermo su cui tornare ogni volta che con le labbra si allontanava troppo. E aveva visto la pelle chiara arrossarsi a causa dei morsi e dello sfregamento della barba, scaldarsi e diventare sempre più sensibile, tanto che erano bastate delle carezze con la punta della lingua per sentire Loki gemere e inarcarsi sotto al suo tocco.
Era ancora lì, a godere del rossore che aveva impresso attorno a uno dei capezzoli ormai gonfi, quando la presa tra i suoi capelli divenne uno strattone prepotente.

«Fallo e basta, maledizione,» gemette in un flebile sospiro Loki, allargando di più le gambe tra le quali lui si era sistemato. C'era un sorrisino sulle sue labbra e gli occhi erano ancora chiusi, ma Thor non faticò a capire che l'impazienza del suo ordine era reale.
Scivolò all'indietro fino ad arrivare a inginocchiarsi ai piedi del letto e nel farlo trascinò il Dio dell'Inganno con sé, fino al bordo. Gli accarezzò le cosce, se le strinse ai lati del viso, rinchiudendosi in quell'allettante prigione di carne e calore. Mosse poi la bocca sulla pelle morbida, dalle ginocchia all'attaccatura, e ottenne una risata in risposta.

«Thor...»

Arrivò al sesso adagiato sul suo ventre e cominciò a dedicarsi a quello come se non avesse mai avuto un compito più importante. Lo baciò per tutta la lunghezza, lo bagnò con la lingua, lo asciugò col respiro, lo lasciò affondare nella bocca a un ritmo lento e sensuale che divenne, via via, più avido e assiduo. E lasciò liberi i fianchi di Loki di muoversi, di spingersi verso di lui, di ritrarsi, di scegliere il movimento che l'altro desiderava, senza imporgli niente che non fosse quel costante piacere.
Non esisteva altro che quel respiro sempre più affannoso, il tremore delle cosce che si stava tenendo sulle spalle, le mani di Loki tra i suoi capelli che un istante si chiudevano con forza, solo per rilassarsi quello successivo.
Non esisteva altro che lui. Il corpo caldo che rispondeva a ogni più piccolo tocco della sua lingua, che si inarcava in un instabile silenzio, prima di abbandonarsi ad ansimi spezzati e profondi.

Una presa alle spalle, dietro al collo e infine le dita che affondavano nella pelle, graffiandola.
«Aspetta. Fermati... fermati...»

«Lasciamelo fare,» lo sospirò col viso premuto contro il suo inguine, la mano che ancora massaggiava piano il sesso duro. «Lascia che ti senta.»
Voleva dargli piacere, voleva la crudele bellezza dell'orgasmo dipinta sul suo volto e voleva essere ancora abbastanza lucido per godersela, per prendersela, per riappropriarsene.
Ricominciò a succhiarlo, insistente e impietoso, fino a quando avvertì il respiro di Loki farsi erratico e tremante, mentre scivolava dalla bocca socchiusa in un'anticipazione di ciò che stava per esplodere dentro di lui.
Thor era diviso. Diviso tra il desiderio di dargli ciò di cui aveva bisogno e quello di guardarlo ininterrottamente, per non perdersi nemmeno un gemito, nemmeno un solo movimento del suo corpo.
Poi quell'insieme convulso di sospiri, le mani che cercarono le sue, aggrappandosi agli avambracci fin quasi a scalfirli con le unghie, e infine la sua resa al piacere.
Sentì il suo sapore invadergli la bocca, la gola, ogni senso affamato di lui e di ciò che non aveva avuto il privilegio di assaporare sei anni prima.
Non gli concesse di riprendersi. Thor allungò una mano verso l'alto, per arrivare all'altezza del cuore, e appena ne percepì il battito veloce si rialzò su di lui e prese ancora possesso delle sue labbra. Sentì Loki rispondergli ma, al tempo stesso, cercare anche di prendere fiato in una risatina che lui continuava a soffocare.

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