Capitolo 1 - Anna

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Anna finì di cambiarsi e chiuse l'armadietto. La stanchezza l'assalì di colpo, il turno era stato massacrante e da alcuni giorni non faceva una dormita decente.

Alla fermata dell'autobus non c'era nessuno. Infilò la mano in tasca e toccò il suo tesoro: quella fantastica pillolina rossa l'avrebbe sicuramente aiutata ad addormentarsi e a trovare ristoro.

Non aspettò molto, l'autobus arrivò dopo poco ed era quasi vuoto. Salì, timbrò il biglietto e si sedette. Guardò fuori dal finestrino la città che si preparava alla sera illuminandosi. Il viaggio le sembrò lunghissimo e la stanchezza accumulata la intorpidiva. Scese alla sua fermata e raggiunse il portone del suo palazzo.

Quando aprì la porta di casa le sembrò di aver raggiunto un rifugio sicuro. Decise che avrebbe saltato la cena per cercare invece il riposo.

Tirò fuori dalla tasca la scatolina e rilesse il bugiardino pregustando quelle otto ore di sonno così ben pubblicizzate.

Riempì un bicchiere e prese la pillolina rossa, esitò qualche istante, la ingoiò aiutata dall'acqua buttata giù in un istante.

Si svestì in fretta, fece appena in tempo a indossare una maglietta larga e ad infilarsi sotto le coperte che il principe Morfeo venne a farle visita.

Cominciò a sentire gli arti intorpidirsi e la mente non reagire prontamente ai soliti pensieri che le ruotavano ininterrottamente. Stranamente però i sensi restavano vigili ma rilassati. La sensazione predominante era come quella di una sbronza colossale, quella esperienza al di fuori del corpo che di solito lascia intontiti e in preda alle allucinazioni.

Dopo qualche minuto, quella strana sensazione la abbandonò e come in un sogno si ritrovò in un posto che era lo specchio esatto di quello in cui si era addormentata. Tutto era come nella sua camera, soltanto sistemato nel verso contrario. Il letto, l'armadio e persino l'apertura della porta erano all'opposto di come ricordava lei.

Tentò di alzarsi dal letto con la sensazione appagante di aver dormito per una notte di fila e di essere più riposata e serena.

Nello scostare le lenzuola però si accorse, inspiegabilmente senza timore, che il lato destro del letto era occupato da un corpo, ma lei ricordava di essersi messa a dormire da sola.

Tastò con la mano quel corpo caldo, per accertarsi che fosse una persona e non solo un ammasso di coperte... il corpo si mosse e si girò verso la sua parte continuando indisturbato a dormire.

Si rese conto che c'era qualcuno, che non conosceva affatto, nel suo letto. Eppure la cosa non le metteva ansia o paura, era come se sentisse che quel posto fosse sempre stato occupato da qualcuno e che fosse lecito che stesse lì.

Vicino a lei respirava un uomo mai visto, il viso rilassato, gli occhi chiusi e un lieve sorriso. Nella penombra della camera intravide dei capelli scuri e spettinati, un volto di carnagione chiara e mani grandi e curate.

Gli si accostò al viso cautamente per non svegliarlo, studiandolo da vicino per poter rispondere a tutti i suoi dubbi.

D'untratto l'uomo aprì gli occhi e lei istintivamente sobbalzò. Sbarrò gli occhi e,senza capirne la ragione, lo chiamò per nome: "Marco!"

Oνειρική - OniricoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora