Baci, fratelli e lettere

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Mi guardo allo specchio per l'ultima volta, o almeno quella che decido essere l'ultima, perché nell'ultima mezz'ora non ho fatto altro che osservarmi e decidere se cambiare o meno qualcosa. I capelli ad esempio, infatti li slego e lascio che ricadano mossi sulle spalle. Non dovrei prenderla troppo sul serio.
Dopo un paio di spruzzi di profumo, prestatomi da Megan, direi di essere pronta. Credo sia tutto in ordine, tranne le mie idee. Mi sento in colpa tutto d'un tratto, la sensazione mi investe in pieno come un maremoto e mi sento un peso sul petto. Sono venuta qui per finire l'anno scolastico evitando di rinchiudermi nella sofferenza e nella solitudine, per cercare di andare avanti, per avere un tetto sulla testa ma non in questo modo. Cerco di andare avanti ma forse distrarmi troppo è sbagliato, anche se nulla mi distrae mai veramente.  Uscire con un ragazzo significherebbe divertirsi e so che dovrei evitare di pensare tutto il giorno a mio padre in ospedale e a mia madre che non ritornerà, ma forse ora è troppo presto. Non c'è un tempo per superare una perdita ma continuo a pensare che non sia corretto nei confronti della mia famiglia. Probabilmente mamma sarebbe felice per me, ma io non posso esserlo davvero.
Non faccio altro che pensare a tutto quello che non saremo più e a quello che facevamo insieme. Poi penso che mentre lui è in shock per la sua perdita io sarò seduta ad un tavolo con un ragazzo a mangiare prelibatezze. Per un attimo mi balena in mente l'idea disdire ma poi mi rendo conto che non sarebbe l'ideale con così poco preavviso, sopratutto dopo che gli avevo promosso che saremmo usciti insieme.
Dovrei farlo? Mamma direbbe di no.
Sospiro, come se questo potesse bastare ad alleviare il peso sul petto.
Guardo il mio riflesso e le lacrime sul mio viso. Mi aspetterà questo per tutta la vita? Piangere da sola davanti ad uno specchio in una stanza vuota?
Mi asciugo le lacrime.
Ora mi sono rimaste solo esse a ricordarmi che lei c'era.
Dopo poco mi arriva un messaggio, da parte di Liam: "sono qui".
Puntuale.
Prendo la borsetta e mi preparo a sfoderare il mio miglior sorriso, perché non credo che gli faccia piacere uscire con una ragazza che si piange addosso tutta la sera.
Quando mi volto vedo una figura scura che passa velocemente davanti la mia porta. È Alex, che sicuramente mi stava guardando autocommiserarmi. Avrei dovuto chiudere la porta. 
Quando ci ritroviamo entrambi sull'uscio gli sussurro un《la prossima volta cerca di farti una buona dose di affari tuoi》, citando le sue parole dell'altra sera. Lui mi guarda di sbieco.
《Allora la prossima volta chiudi la porta se non vuoi essere vista frignare》.
Scuoto il capo.
《Non hai un minimo di cuore, né buon senso. Rozzo, presuntuoso》dico e apro la porta d'ingresso. Megan tempestivamente mi ha fatto avere la mia copia di chiavi; questo mi fa rendere definitivamente conto che la mia vita almeno per ora sarà qui.
Usciamo di casa in contemporanea e curiosamente noto che lui e Liam si salutano freddamente, come se tutto d'un tratto non si conoscessero.
Strano! Per un momento mi ritrovo anche a pensare che sia per colpa mia ma poi cambio idea. Perché ad Alex dovrebbe importare qualcosa?
È lunatico, e crede che a dispetto dei suoi cambi d'umore, tutti lo debbano assecondare, perciò quando ne ha voglia tratta male chiunque.
Liam invece non perde occasione per complimentarsi della mia eleganza; in effetti, a scuola sono tutt'altra persona.
《Grazie》.
Non posso negare che non mi sia impegnata ma era l'unica cosa decente nell'armadio.
《Questo colore ti sta bene》.
《Davvero? Lo penso anch'io》.
Il suo sguardo ha tutta l'aria di un "mi piaci". Devo trovare qualcos'altro per intrattenere la conversazione perché i silenzi imbarazzanti sono proprio quello che vorrei evitare.
《È successo qualcosa tra te e Alex?》domando qualche secondo dopo. Dalla sua espressione deduco che era la domanda sbagliata.
《No, lui è fatto così. Avrà la luna storta》risponde senza darci peso. Non è una risposta soddisfacente e nemmeno una giustificazione ma opto per cambiare argomento, per stasera non voglio pensare ad Alex e cercare di sfuggire dai miei problemi, anche se questo sarà più difficile.
《Allora partiamo? Dove mi porti?》.
Lui sembra come riscuotersi e mette in moto l'auto. Una Cadillac nera opaca di ultima generazione.
《È una sorpresa》mi fa un occhiolino.
《Mi fido》.
L'auto parte con un rimbombo.
《Mh, che suono soave!》. Ridacchia. 《Vuoi provarla?》domanda. Non so se sia uno scherzo o meno ma subito mi irrigidisco ripensando all'incidente. Mi domando come riesca a salire su una macchina di uno sconosciuto dopo ciò che è successo.
《Sam, va tutto bene? Sei sbiancata》.
Mi aggrappo tremante con tutta la forza che ho alla maniglia dell'auto.
Liam si ferma di botto. La frenata mi provoca un conato.
"Ora svengo" penso.
Devo riprendermi.《Sam, per favore parlami》. Sento che prende la mia mano nella sua e mi tranquillizzo. Devo eliminare i ricordi di quella notte che a fiotti riemergono nella mente. 
Ho la gola secca.
E se capitasse la stessa cosa a noi? Se qualcuno venisse a sbatterci contro? Se Liam accelerasse o non vedesse un semaforo rosso?
《Posso scendere?》.
《Cosa?》.
Ripeto.
Annuisce e apre la portiera.
Io esco e faccio dei grossi e profondi respiri. Lui mi raggiunge mentre cerco di far rallentare il battito cardiaco. Mi sono fatta dare un passaggio da Alex perché dovevo, ma a ripensarci avrei detto a Liam di andare in un posto vicino così da camminare a piedi. Se cambiassi idea e glielo proponessi risulterei strana.
Non credevo che sarebbe stato questo l'effetto del trauma. Avrò paura delle auto e di qualsiasi mezzo in movimento per sempre? Magari no ma per ora non mi sento pronta a rischiare. Meglio rimandare l'appuntamento, rovinerei soltanto le cose con il mio malumore.
《Sam, dimmi che cos'hai》insiste. Devo calmarmi almeno per non balbettare. Non abbiamo fatto molta strada, ritornerò a piedi.
《Scusa, sono davvero mortificata, ma devo tornare a casa. Prometto che ti spiegherò tutto ma...》.
《Ma cosa ti prende? Ho fatto qualcosa di male?》mi domanda preoccupato.
《Assolutamente no. È che...》. Guardo l'auto accostata. Cosa dico? Di certo non che ho paura di una macchina, poi dovrei spiegargli il perché. Non capisco, mi sembrava andare tutto bene fino a poco fa, poi quel "vuoi provare?" mi ha fatto scattare come una molla, facendo riaffiorare brutti ricordi.
Liam sta ancora aspettando che parli.
《Non-non mi sento molto bene. Ritorno a casa. Scusa davvero, se vuoi riprendere l'uscita puoi venire a mangiare una pizza dai Montgomery quando vuoi》balbetto.
《Voglio solo assicurarmi che tu stia bene. Vuoi che chiami un medico? Mi hai fatto spaventare. Sembra tu abbia visto un fantasma. Sei ancora cinerea》dice poi mi tocca la fronte con una mano, probabilmente per sentire se scotto. Un gesto premuroso, ma io sento solo le gocce di sudore sulla pelle.
《Sto bene, devo solo andare a casa a riposare》.
《Se stavi male perchè non me lo hai detto? Avremmo rimandato》.
《Ho avuto solo un capogiro, niente di grave》svio l'argomento.
Voglio solo che mi lasci aria per respirare.
So che vuole solo premurarsi ma così peggiora le cose e d'improvviso un intenso capogiro mi fa sbandare, poi la vista si appanna e mi accascio a terra.
《Sam...Sam ti prego》. Liam è disperato e si guarda intorno per cercare qualcuno che lo aiuti. Poi vedo che ansante compone un numero di telefono. Spero non chiami i Montgomery.
《Alex, devi venire presto. Si tratta di Sam》. Perfetto, ha chiamato proprio l'ultima persona a cui si poteva affidare. La sua spavalderia prevarrà anche in una situazione di bisogno, ne sono sicura.
Non voglio mettere più piede su un'auto, soprattutto se è lui a guidare. Anzi, forse ora che ci penso è andato via con la moto. Cazzo!
Mi sento sempre meno aria, tanto che non riesco nemmeno a dirgli di evitare di disturbarlo.
《Si, fai presto. Siamo tra la...》. Sono le ultime parole che sento prima di perdere completamente i sensi.

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