20 Novembre 2016.
Caro diario,
Oggi è una giornata nuvolosa, perfetta per uscire fuori e scappare nel mio luogo preferito, uno in cui sono solo, con i miei pensieri, che farò tacere a modo mio.
Il cielo è grigio, come me, né bianco, né nero, ma grigio.
Mi sento pian piano sfumare via.come la nebbia a Milano, forse perchè non mi sento vivo non so forse un pochino morto...confuso. Fa niente, non importa, come sempre. Troppi pensieri in testa come ti ho già scritto o detto prima.
Ho voglia, voglia di evadere da questa tempesta di sofferenza continua, sembra di essere perennemente in bilico sopra la punta di una montagna con il forte vento che cerca di trascinarti giù. Voglio lei, sì proprio lei; quel piccolo cilindro di plastica, formato da un ago che fa uscire una sostanza così liquida e biancastra da farti stare bene, finché è roba buona. Forse ha ragione chi dice, che chi si droga o altro, lo fa per sfuggire alle proprie emozioni. Io voglio farlo sì, con i miei pensieri. Le emozioni ormai non le sento più parte di me, sembro prosciugato già, come una persona che ha dato tutto e ha perso la piccola grande cosa che la teneva veramente in vita.
Sono stanco, sono stanco di fingermi qualcuno che non sono per non essere preda di quella cosa oggi chiamata società, più che società mi sembra solo di essere dentro una gabbia, intrappolato con altri miliardi di iene, avvoltoi, serpenti e squali. Non posso mostrarmi perchè ho paura, paura di essere giudicato o preso di mira, emarginare, restare più solo di quanto sia in realtà. Non voglio affrontare le cose e sai perchè? Perchè quando vedo quelle persone cadere e poi rialzarsi per combattere, già lo so che io non ce la farei mai, perchè non sono forte e fragile dentro come loro. La fragilità ti permette in qualche modo di trarre della forza, se tu sei fragile oramai le tue emozioni e pensieri li saprai gestire no? Perchè io ho una grandissima paura e si sa che la paura quando ti prende, ti paralizza rendendoti anche incapace di fare la cosa più banale che esista come respirare correttamente, salvo eccezioni ovviamente.
Io ho paura, paura dei demoni che mi trascinano giù, giù nell'oblio della disperazione, come se già non lo fossi. Non voglio che escano dalla maschera che io stessa ho creato.
E con questo pensiero inizio a cambiarmi per togliermi i vestiti che agli occhi della società mi rendono ricco, popolare. Alla fine sono solo cinque o più parole scritte su una magliette, pantaloni, intimi, scarpe e così via. Rimanendo in intimo mi fisso allo specchio con una smorfia in volto e mi chiedo: perchè se io e quel ragazzo timido, silenzioso, abbiamo lo stesso fisico a le riversano le parole più terribili e a me li lodano come se fossi un Dio? Solo perchè indosso quei vestiti e fingo di essere qualcun altro? A questo punto Pirandello aveva ragione; Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti. Non lo so, so solo che lui non se lo merita o forse sì perchè non potrà mai reggere il confronto con questa "società"? Scacciando una della mie solite domande silenziose indossai la felpa del mio ragazzo, grigia e dalle sfumature celesti, un po' come i suoi occhi...potevano essere tempesta o ciel sereno in poco tempo. Ogni tanto dopo la lavatrice, un po' per nostalgia e un po' per sentirlo vicino a me, spruzzo del suo profumo che è ancora rimasto, un misto tra tabacco e vaniglia. Mi ricorda e mi ricordo tantissimo l'affetto che mi ha sempre regalato con il suo bellissimo sorriso sempre in questi ultimi anni. Ora è sparito così come la mia voglia di vivere.
Beh Caro Diario,
Mentre scrivevo sono arrivato nel luogo dove forse se quel "Qualcuno" mi perdonerà lo rincontrerò e potrò tornare fra le sue braccia. Un'ultima frase di Pirandello Caro Diario: Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere, mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi i miei dolori, vivi i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io. Ognuno ha la propria storia. E solo ora potrai giudicare". L'ultima cosa che mi ricordo prima di cadere nel buio è questa frase che ho scritto su una mattonella: Dalla Vita Ho Avuto: Il Necessario E Il Superfluo. Ma Non L'Indispensabile.
Michael Gordon Clifford 9 Novembre 2016. Glasgow Queen Street, Scozia.
-E' mai possibile? Un'altra vittima da portare ai piani alti.- Sbuffò il corvino dai riflessi blu schioccando poi le dita sparendo con il corpo morto del biondo e il suo diario tra le mani.
Forse il ragazzo ormai non più vivo non sapeva che da quell'evento in poi sarebbe accaduto l'inimmaginabile.
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|From Life I Had: The Necessary And The Superfluous. But not the indispensable|
Fanfic||Un ragazzo, dei ricordi, un diario e un passato da ripercorrere. Il resto è da leggere|| Top! Michael Clifford Bottom! Luke Hemmings Accenni Cashton