Capitolo 1. "Cercare di non piangere"

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5 settembre, 16:40

Era arrivato il momento.
In quei giorni non ci aveva mai voluto pensare e si era voluta convincere da sola che un giorno fosse comunque un tempo sufficientemente lungo per non dover necessariamente pensare a quello successivo.

Che enorme cazzata.

Il tempo scorre, molto più velocemente di quanto in realtà pensiamo o vogliamo.
E quei tre mesi erano letteralmente volati via.

Entrambi si erano impegnati per poter trascorrere ogni singolo istante di quel troppo breve lasso di tempo insieme.
Un po' come se tutti e due avessero sentito la necessità di mettere via baci di riserva,
risate di riserva, coccole di riserva da poter tirare fuori nei mesi successivi.
In quei momenti in cui Edoardo non sarebbe più potuto passare sotto casa di Eleonora per portarla al mare avvertendola con un messaggio al massimo 15 minuti prima di presentarsi sotto il portone, in cui lei non gli avrebbe più potuto chiedere di rimare a casa sua a dormire perché Filo voleva dare una festa e lei non voleva rimanere in camera sua o in cui non si sarebbero più potuti fermare a comprare chili di gelato al pistacchio da mangiare sul divano accoccolati a vedere un film o a parlare per ore e ore come facevano sempre.

Era consapevole che tutto ciò le sarebbe mancato così tanto da toglierle il fiato,
ma non voleva pensarci in quel momento.
Sapeva che in quel caso sarebbe stato tutto ancora più difficile da affrontare.

Quell'estate era stata magnifica, probabilmente la più bella e divertente della sua vita.

Edo aveva superato la maturità senza alcun tipo di problema e ovviamente con ottimi risultati e pochi sforzi, come al solito.
Ele era andata al mare con le sue amiche per due settimana ed era anche tornata per qualche giorno a Manchester e aveva rivisto le sue vecchie coinquiline e tutte le persone che aveva conosciuto durante i mesi all'estero.
Era stato strano.
Nonostante non fosse passato neanche un anno dal suo arrivo in Inghilterra,
quella casa, quei posti, quelle persone,
le sembravano appartenere a un passato
molto più lontano.
Tutto ciò che era successo dal suo ritorno a Roma era stato così travolgente,
così intenso, così veloce, che le sembrava realmente fosse trascorso molto più tempo.
La sua vita le sembrava molto diversa.
Lei si sentiva diversa.
Si sentiva più felice, più leggera e più libera.

A luglio, al viaggio che ogni estate lei e Filo facevano insieme si era aggiunta persino sua mamma.
Sentiva che in qualche strano modo il loro rapporto di stava ricucendo e non poteva esserne più felice.
Era come se un pezzo del puzzle della sua vita, che fino a quel momento era praticamente sempre stato disperso, fosse stato ritrovato e si fosse posizionato al suo posto.

"Possiamo andare dove vuoi.."
Edo le aveva veramente fatto decidere dove andare e lei alla fine aveva scelto la Spagna.
Avevano fatto un giro delle città più belle viaggiando su una moto che il suo ragazzo aveva noleggiato lì.

"Il suo ragazzo"
All'inizio le sembrava strano dirlo o perfino sentirlo, ora invece era così abituata che le piaceva da morire.
Era stato un viaggio stupendo.
Con lui si sentiva libera di essere se stessa.
Sentiva sempre di essere nel posto giusto con la persona giusta.
Ogni momento trascorso insieme le sembrava sempre così intenso, importante e
mai insignificante.
Era così bello il tempo che passavano insieme che ora non poteva pensare di dover riuscire a farne a meno.
In quei giorni passati a viaggiare,
visitare, a farsi foto e bagni al mare,
settembre le sembrava lontano,
qualcosa di cui ancora poteva non preoccuparsi.

E invece eccolo lì.
Era arrivato molto prima e molto più velocemente di quanto avesse voluto e sperato, e con lui anche l'inizio del suo ultimo anno di liceo e la partenza di Edo per l'America.

L'aeroporto di Fiumicino era veramente strapieno quel giorno.
Il suo ragazzo le stava ancora tenendo la mano da quando erano entrati mentre con l'altra controllava di avere tutti i documenti e i fogli per il viaggio.
Eleonora lo guardava e cercava di imprimersi nella mente tutti i suoi gesti e le sue espressioni un'ultima volta.

La sera prima avevano fatto una festa di saluto a casa di Edo con tutti i loro amici.
Era stata una serata fantastica, nonostante la tristezza e la nostalgia che si respirava.
Una di quelle che ti ricordi per anni.
Edo aveva salutato gli altri ed Ele aveva visto per la prima volta Federco piangere .
Lui e il suo ragazzo si erano abbracciati così forte che a lei era sembrato che si sarebbero potuti spezzare a vicenda da un momento all'altro.

In cuor suo era felice che Edo avesse salutato tutti la sera prima perché, in quel modo,
quel momento era diventato solo suo.

Aveva controllato l'orario.
Di minuto in minuto
il tempo rimasto diminuiva
e la sua angoscia aumentava.

Lui la tirò per un braccio e l'abbracciò nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.
Dopo un paio di minuti, che a loro due erano sembrati pochi istanti, tirarono in su i volti
e si misero a guardarsi.
Edo in quel momento stava cercando
di imparare a memoria,
più di quanto già non lo avesse fatto,
tutte i puntini scuri degli enormi occhi verdi della sua ragazza.

Sapeva che lei era sul punto di piangere.
Si era accorto del modo in cui cercava di trattenersi, di non fissarlo negli occhi per non farsi scoprire.
La cosa lo fece sorridere tristemente per una frazione di secondo.
Nonostante Eleonora lo avesse sempre spinto ad accettare la possibilità che la Cornell gli aveva dato e non lo avesse mai fatto sentire in colpa per andarsene a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, sapeva che per lei era difficile affrontare la cosa.

Le diede un bacio leggero sulle labbra,
poi uno sulla fronte come faceva sempre,
infine fece sfiorare i loro nasi e poggiò la fronte su quella di lei.
La guardò dritta negli occhi e in quel momento vide una lacrima scenderle sul viso.
Lei chiuse immediatamente gli occhi come se si vergognasse un po' della cosa e in qualche modo volesse fermarsi.
Edo le asciugò le successive lacrime con il pollice e vide un piccolo sorrisetto sul suo volto.
Ele riaprì gli occhi ancora lucidi e lo guardò in un modo così dolce e triste che lui si sentì letteralmente morire dentro al pensiero che qualche minuto dopo sarebbe dovuto salire su un aereo.
Lei gli prese il volto tra le mani e lo baciò quasi per spazzare via tutta la tristezza che si era creata fra loro in quel momento.

Non voleva ricordare quel saluto in quel modo.

Circondò di nuovo il corpo della ragazza con le braccia e la strinse al petto sollevandola da terra per farle fare un giro su se stessa.
Lei rise facendo così sorridere anche Edo
e per un attimo non pensò più di essere in un aeroporto a salutare il suo ragazzo ma immaginò di essere ancora ad agosto e di trovarsi su una spiaggia a cercare di liberarsi dalla stretta del suo fidanzato per evitare
di essere gettata in acqua.

La voce che annunciava la partenza del volo costrinse Edo a poggiarla a terra
e a far cessare i loro sorrisi.
Eleonora non riusciva a dire niente.
Nessuna parola, nonostante dentro volesse dirgli un'infinità di cose.
Ma non ci riusciva.
Si sentiva bloccata e sapeva che si sarebbe maledetta da sola una volta a casa.

"Mi mancherai da morire."

Edo aveva detto quelle parole fissandola negli occhi e con un sorriso triste sul volto.
Ele sentiva di nuovo di essere sul punto di piangere ma aveva deciso che non lo avrebbe fatto e si sarebbe trattenuta,
perché voleva essere forte e voleva trovare
il modo di dimostragli qualcosa.

"Anche tu.
Da morire.
Chiamami appena arrivi, ok?
Anzi, chiamami ogni volta che vuoi.
Beh, ovviamente ricordati il fuso orario..
Ti amo."
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~Spazio autrice~
Come immagino la partenza di Edo
per l'America..😭

Ovviamente ancora non sappiamo come andranno esattamente le cose nella serie e se Eleonora deciderà di rimanere a Roma o di partire con Edo.

-Adele

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