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"Ho guardato molti tramonti da solo, quando avrei potuto ammirarli in tua compagnia."

Mi blocco nuovamente.
Come un flash, la mia testa produce il passato.
Chiudo gli occhi e ispiro profondamente, ora che mi è permesso.
Mi torna in mente un certo ragazzo dai capelli castano scuro e un ciuffo a coprire la fronte.
Non era davvero nei piani.
Non era nei piani perdere anche te, Will.

Salgo come posso le rampe di scale e noto la porta di sicurezza aperta a stento.
Non è suonato l'allarme, com'è possibile?
Entro cauta e vedo il tipo carino incrociato nel reparto dei neonati in terapia intensiva.

Cos'ha intenzione di fare?

È seduto sul tetto con le gambe nel nulla.
Lo ammiro di profilo; ha lo sguardo puntato nell'ignoto.

Mi avvicino senza infrangere il limite di distanza.
Se vuole togliersi la vita, se non è propenso ad avere speranza, lasciasse il suo posto a chi la vuole davvero.

Riapro gli occhi e li impianto di nuovo sul foglio tra le mani.

"Ho tanto da dirti, tanto di cui devi avere conoscenza.
Basta un po' di pazienza ed entro un tempo indefinito ma breve, avrai risposta a tutti i tuoi quesiti.
Tempo."

Tempo.
Solo tempo.

Controllo bene ogni millimetro, non c'è nient'altro.
Chi potrà mai essere?

Mi alzo ancora scossa e noto l'ora.
"Mamma, che ci fai qui? E soprattutto, da quanto?"

"Tanto da averti sorpresa nel leggere. Sono venuta a fare visita alla mia bambina."

"Grazie, ma sto bene."

"Lo so." Mi sorride.

Mi piace vederla sollevata, sicura che non la lascerò.
Sicura che, almeno, le sono rimasta io.

***

Due giorni dopo dall'accaduto, sono finalmente uscita in giardino.
Ho assaporato l'atmosfera, l'ho sentita fin dentro le ossa.
Adesso diluvia, gocce di acqua piovana cadono sul vetro della finestra.
Seguo il loro tragitto che termina con l'infrangersi.
La rugiada incornicia le foglie degli alberi, il vento soffia imperterrito sulla città.
Io, invece, resto ferma.
Ferma con delle righe dinanzi a me.

"E ti avvicini e non so stare, a te vicino senza amare."

È una palese dichiarazione. Non tradiro' mai Will.
Il mio Will...

Giro la lettera.

"Alle 21:00 apri la porta."

Rivolgo uno sguardo all'orologio da polso ed effettivamente è precisamente l'orario stabilito.
Eseguo quanto letto e mi abbasso per raccogliere un cartoncino color lilla.

"Rivelami le tue divine sinuosità ingessate nelle movenze che, simili a viali per le abitazioni, ben introducono quel tuo viso angelico di un rossore verginale. Traspari dal tuo corpo quell'infinita e lattea purezza che si abbandona ad un velato e travagliato animo. Lui si perde nelle tante piacevoli quanto ingannevoli illusioni del creato. E come asservito al peccato il pensiero, con fatica, si separa dal carnale. Il sospiro si divide affannoso spezzando quell'unico restante e debole legame umano che è ormai adagiato viziosamente sull'impregionante letto dell'oblio."

Mi si forma un magone in gola.
Chi sei, uomo misterioso?

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