Nuovo inizio.

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La mia presa è debole.
Non riesco a ad essere forte, non posso esserlo.
Afferro la lettera e inizio a leggerlo.

"Dal primo istante in cui ti vidi, capii che eri l'eccezione. Con te anche il cuore a pezzi avrebbe avuto senso."

Raggrinzo la carta.

"Il dolore mi costringe a chiudere le palpebre, a nascondere gli occhi. Ho sempre pensato che avrei divorato il mondo con i miei occhi, come api si sarebbero posati su tutte le cose per distillarne la bellezza. Ma la malattia mi costringe a chiudere gli occhi: per il dolore, per la stanchezza. Solo a poco a poco ho scoperto che a occhi chiusi vedevo di più, che sotto le palpebre chiuse tutta la bellezza del mondo era visibile, e quella bellezza sei tu, Stella. Se tu mi fai chiudere gli occhi è perché io stia più attento, quando li riapro."

Asciugo un'altra lacrima.

"Ci sei arrivata, vero? Sono io, Will. Quando me ne sono andato e tu eri ad occhi chiusi, ho scritto questo mio pensiero pensando solo ed unicamente a te. Come del resto, ho sempre fatto. Quando leggerai queste lettere, sarò già morto. Ehi, andrà bene. Ho fiducia in chiunque ci sia lassù. Potrò vederti felice, te la meriti quell'aria incontaminata. Te la meriti la felicità, anche se significa non viverla insieme a me. Per questo ho scritto ciò, per non lasciarti sola. Perché tu non lo sarai mai. Le ho scritte tutte e intestate a diverse persone per farle arrivare a te. Sono poche, ma non riesco a impugnare bene la penna. Sai, è il regalo per il tuo diciottesimo compleanno come hai fatto tu con il mio. A questo proposito, tanti auguri. Adesso, prima di lasciarti, vai nella piscina dove siamo stati separati da quella stupida stecca. A tra poco."

Oh, Will...

Seguo le indicazioni.
Vorrei dire di averlo visto sorridere, vorrei dire di averlo abbracciato, baciato fino a consumare le nostre labbra.
Ma non c'è nessuno.
Lui non c'è.

Al suo posto, delle luci bianche si accendono.

<<Stella.>> Sorride forzatamente Julie.

<<Tu... s-sapevi tutto?>>

<<Sono state le sue ultime parole.>>
Mi passa un intero mazzo di rose, con all'interno un braccialetto con scritto "Fuck Distance" che indosso in una frazione di secondo.

Termino la mia lettura.

"Sono triste perché so che io e te non staremo mai insieme.
Vuoi sapere qual è il dolore più grande che abbia mai provato?
No, non la fibrosi cistica.
No, nemmeno la B. Cepacia.
Non aver mai potuto averti."

Singhiozzo.

"Giusto ora mi sto chiedendo in quale dei tuoi mille silenzi tu ti sia persa.
Vorrei tanto fosse uno di quelli in cui per un istante il mio ricordo ti accarezza e tu, senza neanche dargli peso, ingenuamente sorridi."

Volto la parte retro.

"Un giorno scoprirai un segreto nascosto dentro a un brivido. Non è mai il momento per ammettere che il nostro tempo è cessato. Ma la mia strada è accessibile quando vorrai. Là troverai tutto di me, di te, di noi. Se non è questo l'infinito, poi cos'è?"

Voglio guardare la vita con i suoi occhi.
Quegli occhi che mi hanno rovinata.

"Per me quel" in salute" non è mai esistito.
Però te lo avrei giurato quel "per sempre".
Perché io, in salute e in malattia, ti amo e amerò.
Io ti amo, Stella.
Ti amo da sconfiggere la morte.
Tuo,
Will."

<<Stella...>>

Sono in un fiume di lacrime.

<<Voleva lo tenessi tu.>>

Prendo tra le mani il suo album colmo di sui disegni rappresentati i miei ritratti.

Corro senza fermarmi sul ponte dove mi bacio'.
Il cuore mi martella nel petto.
Lui magari non lo sapeva, ma ho sentito eccome.

Mi accascio sul ghiaccio e rivolgo uno sguardo alla stessa notte stellata dove lui se n'è andato via dalla vita e da me.

<<Ti amo anch'io Will.>> Sussurro.
<<Questo non è un addio. È un nuovo inizio. Io ti aspetto e, quando ci rivedremo, non ti lascerò più. Perché? Perché avremo un altra possibilità.>>

Un'altra possibilità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora