Capitolo 3

250 10 1
                                    

~Percy~

"Ciao, Annabeth!" salutai la ragazza mentre scivolavo nel posto davanti al suo. Lei alzò gli occhi dal libro e mi guardò, rimanendo senza parole e, dedussi, che era una delle prime volte. "Tu...come...?" cercò di dire lei ma io la interruppi: "Prima ti è caduto questo" le porsi il segnalibro che avevo trovato in precedenza "Ecco perchè so il tuo nome. C'è scritto lì" e indicai con un cenno del mento il foglietto che stava tenendo in mano. Poi continuai:"Dato che prima sono stato troppo sbadato, per scusarmi volevo offrirti qualcosa da bere, Annabeth." Lei mi squadrò per bene, poi sorrise, anche se più che un sorriso il suo sembrava un ghigno:
"Sai, con me non funziona. Non mi fai cadere nella tua trappola e poi ci provi con me, quindi non contarci. Nemmeno un po'." poi si alzò e si spazzolò i pantaloncini. Quindi mi alzai anche io di scatto e leggermente infastidito dissi:" Non ci credo, tu pensi sul serio che...? Oh, mia cara ti sbagli di grosso. Io volevo solo essere gentile e offrirti qualcosa da bere per scusarmi; di certo non finivamo per scambiarci i numeri di telefono, di questo stanne certa, Sapientona."Lei strinse leggermente gli occhi e mi guardò torvo:"Come mi hai chiamata, scusa?"

Se devo essere verace, in quel momento mi venne spontaneo come soprannome, dato che per due volte di fila l'avevo incontrata mentre era impegnata a leggere. Per cui risposi con sincerità:"Beh il soprannome ti sta a pennello: entrambe le volte che ti ho incontrata non facevi altro che stare attaccata a quel libro. Per cui, effettivamente, Percy Jackson è il migliore ad assegnare soprannomi." queste ultime parole le dissi sembrando disinvolto, cercando di avere una posa regale e intimidatoria anche se Annabeth si limitò ad una semplice risata sotto i baffi:"Percy Jackson? Quello che è stato espulso così tante volte da finire sul telegiornale? Sul serio sei tu? Ed io che mi aspettavo fossi chissà quale delinquente!" disse con le sopracciglia alzate mentre si risiedeva al suo posto. Bene; se si era seduta di nuovo voleva dire che la conversazione non era finita lì, quindi forse stavo per trovarmi o un'amica o una super spia nemica, con la grande fortuna che mi ritrovavo. Non feci attendere poi la mia risposta:"Chi ti ha detto che vado così male a scuola? E poi non è che tutti i ragazzi che incontri sono delinquenti europei con precedenti penali, eh."quindi sbuffai e mi sedetti di peso sulla sedia. Lei trattenne una risata e mi disse:"Sei proprio un Testa d'Alghe, eh?"
La guardai con fare interrogativo e chiesi:"Come mi hai chiamato, scusa?"
A quel punto non riuscì più a trattenersi, così finalmente rise e, stranamente, mi mancarono alcuni battiti.
Dopo poco mi rispose:"Nel tuo cervello c'è il vuoto, apparte qualche alga; per cui sei un Testa d'Alghe. Lo sei così tanto che non riesci nemmeno a capire cosa vuol dire!" poi continuò a ridere, ignorando la mia espressione per metà indignata e metà sorridente, poichè la sua risata non faceva che contagiarmi e far volare le farfalle nello stomaco che, fino a poco prima, non sapevo nemmeno esistessero. Riuscii però a rispondere:"Ci siamo incontrati solo mezza volta e tu prima pensi che sono un ricercato e ora mi stai dando dello stupido dicendomi Testa d'Alghe. Ma dico io, fai sul serio o è uno scherzo?"

D'accordo, nella mia testa suonò più come una minaccia, ma dalla bocca mi uscirono solo parole dette trattenendo le risate, quindi tutt'altro che intimidatorie. Difatti appena ebbi finito di parlare lei mi rispose facendomi notare che avevo iniziato io, chiamandola Sapientona. Dato che aveva ragione lei prima sbuffai e, subito dopo, feci una cosa che non mi era mai capitato di fare nella mia vita:"Senti facciamo una cosa; ricominciamo da capo." poi le tesi la mano "Io sono Percy Jackson".
Posso assicurarvi che nel momento esatto in cui feci questa mossa ero convinto Annabeth non mi desse la mano, ma vi assicuro (almeno al 90%) che arrossii un po' quando me la strinse e disse "Annabeth Chase." Poi però subito ritirò la mano calda e sospirò guardando l'orologio.
"Mi spiace tanto Percy, ma ora devo proprio andare. Ho un sacco di cose da fare e devo correre a casa." quella volta però mi sembrò più sincera, infatti mentre si alzava feci lo stesso anche io e ci salutammo:
"Bene, ehm...alla prossima, allora." iniziai io leggermente in imbarazzo.
"Alla prossima" ripetè lei mentre raccoglieva le scartoffie dal tavolino. Io però, per sciogliere un po' il ghiaccio, dissi:"Beh, quando ci rivedremo mi dirai quanti libri sei riuscita a leggere, Sapientona."
Lei alzò gli occhi al cielo e disse:"Come faccio a ricordarmi che è proprio oggi il giorno in cui ci siamo incontrati, Testa d'Alghe?"
A quel punto mi feci scappare alcune parole che avevo cercato di evitare fino a quell'istante:"Beh, oggi è il mio compleanno: il 18 agosto. Quindi ti sarà impossibile dimenticarlo." Lei mi guardò con un sopracciglio alzato, poi l'unica parola che uscì dalle sue labbra fu un rapido "Ok". Mentre se ne andava via, io rimasi per un istante lì a fissarla; poi ad un tratto si voltò indietro e, mentre io avvampavo, sorridendomi disse:"Buon compleanno Testa d'Alghe".

*Angolo autrice*: Buonsalve semidei del mondo! Questo è il terzo capitolo della fanfiction e spero proprio vi sia piaciuta. Penso che aggiornerò nuovamente mercoledì; non vi dimenticate di scrivere un commentino quì sotto e farmi sapere cosa ne pensate di questa "opera" anche se non si può proprio definire tale. Vi ricordo che il quarto capitolo è dettato dal punto di vista della nostra cara Sapientona. Ora vi lascio, sto scrivendo da un botto di tempo! (E per questo mi merito una stellina 😇hihi vi voglio bene ) un bacione e SAYONARA DALLA VOSTRA ALEXIA *♡*

La causa dei miei problemi, la ragione dei miei sorrisi ||IN PAUSA||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora