Summertime Sadness.

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È da poco mattino. Dalla finestra della mia camera spuntano dei timidi raggi di sole che illuminano lo specchio davanti a me. 

Fisso la mia figura riflettersi perfettamente. I capelli rossi, voluminosi, leggermente mossi, ormai lunghi fino al seno, gli occhi verdi, immobili, quasi vitrei, le lentiggini sparse in tutto il viso, le labbra carnose che spiccano nel volto fin troppo fino, poi osservo la camicia beige scivolarmi alla perfezione sul corpo e i jeans stretti marcare le poche forme che posso ritenere di avere.
Mi riconosco a malapena, mi sembra di avere davanti un'altra ragazza, una perfetta riproduzione di ciò che ero fino all'inizio dell'estate appena terminata.
Quella ragazza non esiste più, sono cambiata più di quanto potessi mai immaginare, a causa di qualcosa che non credevo potesse mai capitare a me o alla mia perfetta famiglia.
≪Evelyn!≫ grida mia madre dal piano inferiore ≪è pronta la colazione.≫
La sua voce mi riporta alla realtà, fermo il flusso dei miei pensieri e meccanicamente esco dalla stanza e scendo le scale.
Sento l'odore di uova strapazzate, la colazione preferita di mia sorella, e di pancake riempirmi le narici.
Sorrido quasi involontariamente, sentire che nonostante tutto mia madre cerchi di far sembrare tutto normale mi rende felice e fiera della donna che mi ha cresciuta.
≪Buongiorno≫ esclamo appena varco la porta della cucina.
≪Buongiorno piccola≫ risponde con dolcezza mia madre, ancora intenta a preparare gli ultimi pancake con lo sciroppo d'acero.
La osservo per qualche istante e noto che anche il suo sguardo, come il mio, è sempre assente, come se si trovasse lì con noi solamente con il corpo e la sua mente vagasse chissà dove, alla ricerca di qualche verità.
≪Ehi Evy, pronta per il tuo ultimo primo giorno di scuola?≫ mi chiede mia sorella minore, Catherine.
≪Sì, credo di essere pronta≫ le rispondo mentendo, sono tutt'altro che pronta a tornare a scuola, ma voglio che tutto torni alla normalità il più presto possibile.
Mi somiglia molto, l'hanno sempre definita "Evelyn in miniatura", con qualche piccola differenza, occhi enormi azzurro/grigiastri, labbra fini e capelli biondo cenere.
Non ha mai amato i capelli rossi caratteristici della nostra famiglia. Ripensando al giorno in cui è spuntata a casa con la chioma bionda, rido ancora. Sono fermamente convinta che le urla di mia madre quel pomeriggio le abbia sentite tutto il Massachusetts, non riusciva a concepire come alla tenera età di tredici anni si fosse tinta i capelli e per di più senza il permesso dei genitori, l'unica risposta che ottenne fu un semplicesono stanca di sentirmi chiamare Carotda allora mia madre capì che avrebbe dovuto combattere con l'animo ribelle di mia sorella per molto tempo, infatti ringrazia ogni giorno di avere avuto solo una figlia come Cat, per quanto dice, due come lei sarebbero insostenibili.
Effettivamente, togliendo le somiglianze fisiche, io e mia sorella siamo completamente diverse, due caratteri decisamente incompatibili.
Lei esuberante, estroversa, strafottente e a tratti ribelle, io invece timida, riservata, calma e assolutamente dedita alla famiglia.
Non ricordo un singolo episodio in cui io sia stata rimproverata dai miei genitori, se non per qualche parolaccia gridata a Catherine stessa.
Per quanto riguarda lei, bhé, sono più le volte in cui è in punizione che quelle in cui non lo è.
Facciamo colazione in silenzio, lasciando che la televisione sia l'unico rumore di sottofondo, vari pensieri fanno capolino nella mia mente, ma m'impegno per scacciarli via.
Intorno alle sette e quarantacinque mi alzo e dopo aver salutato mia madre e aver chiamato mia sorella esco da casa.
Si presenta davanti a me lo stesso scenario degli ultimi diciassette anni, lo stesso prato all'inglese perfettamente curato, la stessa villetta anteposta alla mia, lo stesso odore di erba appena tagliata, la stessa Concord di sempre, solo che questa mattina nell'aria c'è qualcosa di diverso, un nuovo odore che non riesco a classificare. Mia madre ha sempre detto che quando a Concord tira un vento strano significa che sta per succedere qualcosa d'inaspettato. Non ho mai dato troppo peso a questa sua affermazione, ma se avesse sempre avuto ragione?
Scaccio anche questo pensiero, come ho fatto con tutti gli altri e m'incammino verso la mia BMW blu.
Sento i passi sgraziati di mia sorella dietro di me, ma non mi curo più di tanto di lei.
Saliamo in macchina e senza troppi movimenti siamo già nel viale principale della mia cittadina.
Concord, Massachusetts, contea di Middlesex, una delle città più a nord-est di tutti gli Stati Uniti. Conta poco meno di diciottomila abitanti, quasi tutte persone benestanti, proprietarie di ville più o meno grandi.
È la tipica città che si vede nei film o telefilm, tranquilla, con un clima non troppo rigido né troppo afoso, con una quantità spropositata di fiumi e laghi, che però la rendono particolare e a mio avviso la città perfetta. Se non fosse per l'immaginabile inconveniente che attanaglia tutte le piccole città, la gente e la cosa che sanno fare meglio, spettegolare. Parlare di tutto e tutti senza curarsi dell'importanza delle informazioni che tratta, inventare storie infamanti su chiunque e distruggere la privacy di tutti gli abitanti.
Inconveniente che, fino a pochi mesi prima, avevo valutato perfino sopportabile.
…cause you're my heaven canta stonata ad un certo punto Cat fissando il suo iPod. Osservo il suo abbigliamento, "ogni anno che passa si veste sempre di meno" penso tra me e me, indossa un top scollato, degli shorts che le coprono a poco il sedere e le mie Converse rosse.
La guardo torva. Odio quando mi ruba i vestiti senza avvisarmi, ma non voglio rimproverarla anche questa mattina.
≪Cat≫ dico inizialmente io, ma non avendo una sua risposta le sfilo la cuffietta dall'orecchio sinistro e le ripeto ≪Cathy…≫
≪Che c'è?≫ mi chiede lei sgraziatamente, senza distogliere lo sguardo dall'apparecchio elettronico.
≪Se proprio devi ascoltare questo strazio, potresti evitare di obbligare anche me a sentirla?≫ le chiedo continuando a fissare seria l'asfalto scivolare velocemente sotto di noi.
≪Non capisci niente, Ev≫ afferma convinta di sé lei ≪questa è la canzone che mi ha dedicato Rob.≫
Robert, meglio conosciuto come ragazzotuttomuscolienientecervello con cui mia sorella ha una storia da poco meno di un mese. L'ho sempre ritenuto un idiota e per mia sfortuna lo sopporto da ben quattro anni come compagno di classe e l'idea di averlo come futuro cognato mi spaventa. L'unica cosa che mi rassicura è la facilità con cui mia sorella cambia ragazzo, per cui confido nel fatto che, al massimo, fra qualche settimana la loro storia sia finita.
≪Ah, bhé, in questo caso...≫ borbotto sconsolata. Qualche istante dopo la scritta Carlisle Regional High School mi avverte che siamo finalmente arrivate a destinazione.
Posteggio la macchina al solito posto, saluto distrattamente mia sorella e scendendo dall'auto inizio a realizzare cosa significhi davvero questo giorno per me.
Il mio ultimo primo giorno di scuola, il mio ultimo anno a Concord, l'ultimo anno prima che tutta la mia vita cambi per sempre. Proprio nel momento in cui sto per entrare dal portone principale, riconosco le braccia del mio migliore amico Niall stringermi fino a impedirmi di respirare.
≪Idiota!≫ esclamo cercando di liberarmi dalla sua morsa, senza però riuscirci.
≪Rosewood, mi sei mancata≫ cantilena lui pronunciando il mio cognome.
≪Mollami, mi stai facendo male≫ dico a fatica dimenandomi sempre meno.
Stranamente, seguendo la mia richiesta, mi lascia e si posiziona esattamente davanti a me.
È più alto di quanto mi ricordassi, o forse è solo una mia impressione. Ha i suoi soliti capelli biondi scompigliati, gli stessi occhi azzurro cielo di sempre, ma la cosa che mi lascia senza parole è il suo "nuovo" sorriso.
≪Hai tolto l'apparecchio?! Non ci credo, stai benissimo Horan!≫ affermo sorridendogli a mia volta. Portava l'apparecchio dal primo anno di superiori e dopo ben quattro anni è riuscito a farselo levare.
≪Sono un vero figo, ammettiamolo≫ dice lui sorridendomi molto più di quanto non abbia mai fatto.
≪Sei un coglione≫ sento dire da lontano, riconoscendo immediatamente la voce della nostra migliore amica, della ragazza che conosco da quando ho quattro anni, della sorella che avrei sempre desiderato, Bridget Thompson.
≪Bri!≫ esclamo correndole incontro, nonostante non la vedessi solo da poche settimane. Solitamente durante l'estate parte, proprio come ha fatto Niall o come ho fatto anche io tutti gli anni, eccetto questo, la cosa, o meglio la persona che l'ha trattenuta a Concord sono stata proprio io. L'ho supplicata di partire assicurandole che me la sarei cavata, ma non ha voluto sentire ragioni ed è rimasta con me per quasi tutti i tre mesi di vacanze. Credo che non potrò mai ringraziarla abbastanza per quello che ha fatto.
Siamo diametralmente opposte fisicamente, è alta, credo superi il metro e settantacinque, ha i capelli neri corti, con un taglio molto ispirato a quello di Miley Cyrus, occhi neri, tanto da non riuscire a distinguere l'iride dalla pupilla e la pelle di colore olivastro. I suoi tratti sudamericani spiccano tra la carnagione pallida di quasi tutti gli abitanti della città, ma anche per questo è ritenuta una delle ragazze più belle di tutta la scuola.
Dopo anni che la conosco, non ho ben capito il motivo che la spinga a indossare sempre vestitini il primo giorno di scuola e tutti gli altri centonovantanove giorni unicamente tute e leggings, ma la adoro anche per questa sua stravaganza.
≪Ev!≫ risponde lei reggendosi in piedi a fatica a causa del mio arrivo troppo aggressivo.
≪La storia della mia vita...≫ afferma sconsolato Niall fissandoci abbracciate ≪...sono sempre rimpiazzato per un paio di belle tette≫ continua riferendosi al seno prosperoso di Bridget.
≪Zitto Horan≫ gli intima la nostra amica continuando ad abbracciarmi dondolandosi a destra e a sinistra.
≪Bri finiscila≫ affermo staccandomi da lei senza però distogliere lo sguardo dal suo volto pieno ≪non potremmo farcela senza di lui.≫
≪Effettivamente non avrei nessuno da prendere per il culo≫ dice lei afferrandogli un braccio e includendolo nel nostro cerchio ≪ti voglio bene Niall, lo sai.≫
≪Stronza!≫ afferma il biondo fingendo di allontanarsi da noi per poi tornare e soffocarci in uno dei suoi soliti abbracci.
Il nostro momento viene però interrotto dal suono della campana che segna l'inizio delle lezioni. È finita la pacchia, tutto sta per tornare come prima.
Fortunatamente siamo in classe insieme, così ci dirigiamo verso il corridoio posto nell'ala A dell'edificio ed entriamo nella classe con l'insegnaquarta B2.
Non appena entrati, la folla di ragazzi ci assale, propinandoci i soliti convenevoli tipici del primo giorno, cose del tipo che hai fatto durante le vacanze? oppure complimenti forzati come Dio, come sei abbronzata, ma sei splendida!io ignoro tutti e vado a scegliere il banco per me e Bridget.
Prendo il secondo nella fila di destra, quello vicino la finestra, il posto che ho sempre preferito.
Si affaccia sul cortile principale della scuola ed ha una vista splendida, un'immensa distesa di verde riempita da vari campi di football, basket, atletica e quello per la ricreazione.
≪Abbiamo l'armadietto vicino il bagno delle ragazze≫ squittisce contenta Bridget posando la borsa sulla sua parte del banco.
≪Oh, bene≫ le rispondo distaccata, gli armadietti sono l'ultima cosa di cui mi sto preoccupando.
≪Andrà bene Evelyn. Non ci pensa più nessuno, il nuovo pettegolezzo sono le labbra rifatte della signora Michelle≫ dice lei, con tono consolatorio, notando la mia voce assente, posando una sua mano sulla mia spalla sinistra.
Sfortunatamente il suo tentativo di rassicurarmi fallisce miseramente, ma cerco di non darlo a vedere e sembro riuscirci visto il suo sorriso spuntato di rimando al mio.
≪Chi abbiamo a prima ora?≫ chiedo cambiando argomento e sedendomi sulla scomoda sedia di legno.
≪Credo venga quello nuovo di filosofia e storia≫ mi risponde sedendosi a sua volta e uscendo il suo immancabile astuccio con i trucchi.
≪Non è il tipo che viene da Boston?≫ chiedo curiosa.
≪Sì, nessuno capisce cosa l'abbia port...≫ prima che potesse finire la sua frase, Bri è interrotta dall'arrivo in classe di un uomo sulla quarantina, alto, leggermente brizzolato, con gli occhiali, che si siede senza troppi convenevoli dietro la cattedra, occupando il posto riservato ai professori.
Al suo arrivo tutti si siedono, nessuno fiata più. Siamo tutti curiosi di conoscere l'identità di quell'uomo e di scoprire se si tratti del nuovo professore.
≪Salve≫ esordisce lui sollevandosi in piedi ≪mi chiamo Scott Roth, sarò il vostro insegnate di storia moderna e filosofia di quest'anno.≫  
Eccolo. È l'uomo di cui non si fa altro che parlare da settimane. Quale pazzo andrebbe via dall'High School di Boston per venire a insegnare qui? Lui. Tutti si chiedono quale sia il motivo del suo trasferimento, tutti tranne me. Sono certa che sia un uomo come tanti, che ha avuto solo bisogno di cambiare aria, proprio come avrei voluto fare io.
≪È un figo da paura≫ mi sussurra Bridget mentre il professore è intento a fare l'appello.
"È sempre la solita" penso evitando di risponderle, per non smorzare il suo entusiasmo.
≪Rosewood?≫ pronuncia a un certo punto Roth.
≪Presente!≫ rispondo prontamente sollevando la mano destra.
≪Styles?≫ continua lui dicendo quel nuovo cognome.
Non ho un compagno che faccia di cognome Styles e fissando la classe, noto che anche i miei compagni si sono accorti di quella stranezza.
≪Styles, è qui tra di noi?≫ ripete il professore non ricevendo alcuna risposta.
In quello stesso momento la porta si spalanca con prepotenza. Tutti ci voltiamo e ci imbattiamo in un ragazzo. Un tipo riccio, da quanto riesco a notare data la mia lontananza dalla porta, piuttosto alto, magro, ma sembra quasi muscoloso. Indossa una maglietta a tre quarti bianca che pare faccia risaltare delle braccia imponenti, dei jeans neri strettissimi alla caviglia che gli coprono a malapena il sedere e che fanno vedere delle mutande grigie chiare, almeno per quanto credo di avere notato.
≪Scusi il ritardo, sono Harry Styles≫ afferma il ragazzo ancora sull'uscio della porta.
≪Deduco che lei sia nuovo in questa classe...≫ dice a bassa voce il professore, riesco a sentirlo a stento, ma il tipo lo capisce perfettamente.
≪Sì. È il mio primo giorno in questa scuola≫ risponde scostante lui.
≪Si sieda, non voglio perdere altro tempo≫ gli intima Roth con voce severa.
Non sembra per nulla un professore affabile, anzi, il contrario. La cosa che stranisce tutti è il suo utilizzo del "lei" con gli alunni, nessuno lo aveva mai fatto prima d'ora.
Senza rispondere il mio nuovo compagno fa come gli viene detto e prende l'ultimo posto rimasto libero, il primo banco della fila centrale, accanto a Charlie, il tipico ragazzo studioso senza amici, descrizione che viene avvalorata soprattutto dal fatto che non abbia mai avuto un compagno di banco, almeno fino a quell'istante.
È abbastanza vicino a me da farmi sentire chiaramente il suo profumo. Riconoscerei tra mille quell'odore. Il One Million è sempre stato il mio profumo maschile preferito, ma addosso a lui ha quasi un aroma diverso.
Passo l'intera ora di filosofia a fissarlo. Riesco a vedere chiaramente solo la sua schiena e parte della sua guancia destra. Posso dire di conoscere a memoria ogni piega della sua maglia, ogni onda presente sui suoi capelli, ma non conosco quasi per niente il suo viso.
Con un movimento quasi impercettibile si volta proprio nella mia direzione e incrociando il mio sguardo, mostra quasi un ghigno, si rigira subito dopo e tutto torna normale.
Nel preciso momento in cui vedo il suo volto, un brivido mi percorre la schiena e non appena noto la sua espressione mi sento quasi inopportuna, come se avesse notato il mio insistente sguardo su di lui e gli avessi dato in qualche modo fastidio.
≪Mi spieghi che ti prende?≫ mi sussurra Bri infilzandomi leggermente le unghia nella mano per attirare la mia attenzione.
≪Eh?≫ chiedo ancora intontita da quell'azione che ho certamente notato solo io.
≪La smetti di fissare quel tipo? Non fai altro da un'ora≫ afferma lei cercando di non fare troppo rumore per non farsi beccare dal professore.
≪Io non lo sto fissando!≫ affermo infastidita alzando troppo la voce.
≪Rosewood e Thompson, potreste fare partecipi tutti della vostra avvincente conversazione?≫ sbotta pochi secondi dopo Roth.
≪Ci scusi professore, non capiterà più≫ cerca di rassicurarlo Bri.
≪Ne sono certo. La prossima volta vi sbatto fuori e un'ora di detenzione non ve la toglie nessuno≫ dice lui sicuro di sé.
Detenzione. Non sono mai stata in detenzione da quando sono al liceo e non intendo finirci per stupidate simili, soprattutto se è colpa di quel nuovo ragazzo e della mia troppa curiosità.
≪Ci dispiace≫ dico io con voce dura.
Com'è che si dice? Salvate dalla campanella. Bhé, è stato proprio il nostro caso, non ho nemmeno avuto il tempo di finire la frase che il suono incessante della campana ha decretato la fine della lezione.
Non appena il nuovo professore mette piede fuori dalla classe, tutti i miei compagni fanno un cerchio attorno al nuovo arrivato, ma nel momento in cui sto per avvicinarmi anch' io, lui si fa spazio tra la folla e senza degnare nessuno di parola, esce dall'aula.
≪Che strano tipo!≫ dice ad alta voce Flynn, la ragazza più, ecco, come definirla, bhé, facile che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita.
≪Non si può negare che sia proprio bello≫ esordisce prontamente Bridget andandole incontro.
≪Come il prof, vero Bri?≫ le dico provocandola.
≪No. Chiariamoci. Il professore è affascinante. Styles è proprio un figo. Non lo hai visto in faccia. È perfetto da fare schifo≫ afferma Bridget scandendo ogni singola parola.
 ≪Ragazze, su, non scherziamo. Io sono meglio≫ ribatte Niall inserendosi nel discorso.
Ci penso qualche istante e per la prima volta non posso dargli ragione, nonostante io non abbia visto bene Harry c'è qualcosa in lui che mi affascina come mai nessuno prima di allora.
≪Horan≫ diciamo con tono perentorio io, Bri e Flynn in coro.
 
                                                                                                       •••        
 
Il resto della giornata trascorre tranquillamente, essendo il primo giorno abbiamo solo quattro ore anziché sei e passano velocemente.
Non fisso più Styles e lui non si volta più a guardarmi, come se sapesse che non avrebbe incrociato i miei occhi.
Proprio mentre sto per salire sull'auto, però, lo vedo, seduto nella panchina davanti alla mia macchina. Ha un piede appoggiato su un ginocchio, un braccio comodamente posato sullo schienale della panchina e nella mano destra tiene una sigaretta, che con abili movimenti si porta alla bocca, inspirandone lentamente il fumo.
Ai suoi piedi è gettato il suo zaino, ma sembra quasi non accorgersene. Noto le ragazze fermarsi a fissarlo, ma lui non vi da peso, come se fosse abituato a ricevere quel tipo di attenzioni.
In pochi secondi però, la mia attenzione si sposta sul suo viso, perché, proprio come ha detto Bridget, non ho visto bene il suo volto.
Labbra sottili, naso piccolo che rendeva il volto armonioso e gli occhi. Dio, i suoi occhi sono la cosa migliore che io abbia mai visto. Nulla a che vedere con i miei. I suoi sono di un verde brillante, magnetico, sembrano liquidi. I ricci poi, lo incorniciano alla perfezione, cadono morbidi vicino gli occhi, coprendone a turno uno dei due, scivolano leggeri fino alle spalle, muovendosi con il vento.
≪Sbloccati≫ esclama Bri sedendosi nei sedili posteriori dell'auto ≪non è tipo per te Ev.≫
≪Cosa? Io non ci stavo nemmeno pensando≫ sputo queste parole senza nemmeno rifletterci, come se pensare una cosa simile fosse quasi sbagliato.
≪Ho fatto le mie solite ricerche≫ disse lei.
Ecco che torna la mia solita migliore amica e la sua tendenza e fare la stalker.
≪Sembra che sia stato sbattuto fuori dalle ultime quattro scuole della contea. Questa è la quinta e a quanto si dice ha rischiato il riformatorio≫ afferma lei senza che io le chieda informazioni.
La curiosità mi assale nel momento in cui Bridget parla di riformatorio e di espulsione, ma per qualche strana ragione decido di opprimere ogni tipo di pensiero e fingere che non m'importi nulla.
≪Ehi≫ sbotta mia sorella salendo in auto ≪che avete da borbottare?≫
≪Eccomi, andiamo≫ dice poi Niall, salendo a sua volta.
Senza rispondere a mia sorella faccio partire l'auto e accendo la radio, cercando di evitare ogni tipo di conversazione.
Sento varie canzoni scorrere alla radio e diverse frasi scambiate tra Cat e i miei migliori amici, ma non vi presto attenzione.
Sono esattamente come tutti gli abitanti di Concord, curiosa fino al midollo. Ho odiato chiunque abbia avuto da ridire su di me e sulla mia famiglia per tutta l'estate e ora sto facendo proprio la stessa cosa con quel ragazzo di cui non so assolutamente nulla, per cosa poi? Per sapere qualche dettaglio scabroso della sua vita prima di qui? Intimo a me stessa di non pensarci più e provo a scordare quello che ho saputo da Bri.
≪Siamo noi!≫ esclamo sporgendo la testa vicino il citofono di casa.
Ho lasciato a casa sia Bridget che Niall e dopo aver fatto un salto al supermercato sono tornata a casa con Cat.
Posteggio, scendo dall'auto e mi blocco a guardare il posto vuoto accanto alla mia macchina.
≪Ev, entriamo≫ mi scuote, Cat facendomi disincantare, e così facciamo.
Saluto a malapena mia madre e faccio appena caso a Rosy, la nostra domestica, intenta a pulire l'immenso salone.
Salgo di fretta in camera mia e mi chiudo la porta alle spalle. Poso l'iPhone nello stereo e faccio partire le canzoni. Summertime sadness. Sono una fan di Lana Del Rey e quella canzone mi rispecchia alla perfezione, il caso ha voluto che partisse per prima.
Mi sfilo distrattamente la scarpe mentre accendo nervosamente il MacBook. Non so esattamente cosa sto facendo, ma sembra che il mio corpo sia perfettamente padrone dei suoi movimenti.
Mi siedo sulla poltrona rosa pallido e poso il computer sulle mie gambe, non faccio caso alle e-mail che mi arrivano, perché il mio obiettivo è un altro.
Entro su Facebook e scrivo un nome nella barra di ricerca. Harry Styles. Non ho idea di cosa io speri di trovare, ma con mia enorme sorpresa vedo immediatamente un profilo con una sua foto.
Per alcuni istanti lo fisso, indecisa se aprirlo o no.
"Avanti Evelyn, smettila di fare la bambina. Non ti è mai importato nulla di nessun tuo compagno, perché lui dovrebbe essere speciale?" mi ripeto queste parole in testa, ma la voglia di aprire quella pagina è troppo forte, così, chiudendo gli occhi clicco due volte con il mouse.
"È fatta" mi dico "curiosa quanto vuoi, idiota."
Harold Edward Styles, questo è il suo nome per intero. Come immagine del profilo ha una sua foto in un prato, insieme ad un cane bianco, probabilmente un Labrador.
Nell'immagine di copertina riconosco lo stemma degli Avenged Sevenfold, ma non trovo il coraggio per vedere le altre.
È nato a Boston e vive a Lowell, almeno per quanto dice il suo profilo, anche se penso che non abbia ancora cambiato la sua residenza, mi sembra strano che non si sia trasferito qui.
Scorro velocemente nella sua bacheca, ma non trovo nulla, se non qualche canzone condivisa o qualche link.
Esco rapidamente dal suo profilo e chiudo il pc senza nemmeno spegnerlo.
Butto la testa all'indietro e mi metto a fissare il soffitto bianco.
"Perché diavolo l'ho fatto?" penso tra me e me, poi mi getto a pancia sotto nel letto e tutto diventa scuro.

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