Apro lentamente gli occhi e mi alzo dal letto barcollando e appoggiandomi alla scrivania per reggermi meglio in piedi. No, non sono ubriaca. È solamente l'effetto sorpresa di un mio carissimo e vecchio amico: il ciclo.
Quasi non riesco nemmeno a camminare a causa dei crampi.
Ahi, che mal di testa!
Vago per casa di mia madre come uno zombie, alle quattro del mattino, alla disperata ricerca di una Tachipirina.
O anche una droga pesante, accetto tutto in questo momento.
Alla fine la trovo in un mobiletto del bagno e la mando giù senz' acqua.
Non riesco a dormire e vado a sedermi in veranda, per respirare un po' d'aria fresca, lontana dal traffico e dallo smog della caotica New York City.
Seduta, o forse dovrei dire sdraiata, comodamente su un divanetto, osservo la gigantesca villa che mi ritrovo di fronte: ogni volta che la vedo mi sembra un po' più grande.
Non amo particolarmente tornare qui, vengo quasi sempre solo per vedere mia madre e Tommy, perché troppi ricordi riaffiorano nella mia mente quando mi trovo qui.
Penso a tutti i momenti felici vissuti in questo posto, tutti i "ti voglio bene" e tutti i "ti amo" che hanno udito queste mura, tutti i ricordi di una allegra e spensierata famiglia, tutti ricordi che vorrei solo dimenticare ma che purtroppo rimarranno impressi nella mia testa per sempre.
"Papà, dove sei?" Sussurro contemplando l' immenso cielo trapuntato di stelle sopra il mio viso rigato dalle lacrime.Sono tornata nel mio appartamento da circa quaranta minuti quando suonano alla porta e vado ad aprire.
"Amicaaa!" Esclama Alyssa abbracciandomi sull'uscio della porta.
"Ehi, come stai?"
"Oh, bene bene. Vieni che ti racconto tutto." Dice ridendo come un'isterica e andandosi a sedere sul comodo divano bianco. O meglio, un tempo era comodo, ora è vecchio, rovinato, brutto e tremendamente scomodo. Ma, per ora, ce lo facciamo andar bene.
"I suoi sono due rompicoglioni colossali." Perfetto, iniziamo alla grande! "Fanno parte di quella categoria di gente ricca che si sente superiore a tutto e tutti e non si fa problemi a vantarsi di ciò che possiede." Continua poi.
"Su, quanto la fai tragica!"
"No no, tu non hai capito, non facevano altro che ripetere "Romeo andava benissimo a scuola" e "Si sta per laureare alla Columbia University." quindi sottolineando il fatto che io non frequento l' università. Mica sono come i tuoi, Kate." E appena finisce di pronunciare quelle parole si mette una mano davanti la bocca e io mi irrigidisco all' istante.
"Cavolo, scusa Kate. Non vole..." e non riesce a finire di parlare perché io alzo la mano e sorridendole sussurro:"Tranquilla".
"Però la sua sorellina, Anne, è troppo carinaaa. Ha dieci anni." Dice lei per sdrammatizzare la situazione.
"Quindi che avete fatto?"
"Durante tutta la lunga e noiosissima cena che, fidati, è durata troppo, siamo rimasti in religioso silenzio - e sai per me quanto sia difficile non parlare per più di due minuti - e poi ci siamo alzati da tavola e ci siamo seduti in uno dei giardini di quella immensa villa." Dice mentre allarga le braccia con l'intenzione di far capire le dimensioni della casa, anche se spero che sia leggermente più grande...
"Quando mi chiederà di sposarlo, sicuramente, loro non saranno d'accordo e allora dovremmo fuggire o sposarci a Las Vegas."
"Tesoro, non vorrei smontare i tuoi piani, ma non è detto che ti voglia sposare."
"E invece sì!" Esclama ridendo, andando verso la sua stanza e mostrandomi il dito medio.
"L' importante è crederci..." le dico ridacchiando.
"Che facciamo stasera... usciamo?" Mi domanda la mia amica.
"Lavoro." La informo con voce impassibile.
"Che palle!" E io faccio spallucce.
"Ma quand' è che hai un attimo di riposo tu?! Tra la specializzazione in ospedale e il lavoro al pub non hai più una vita sociale!" Esclama lei... come se io già non lo sapessi. Ma non posso farci niente, per ora.
"Allora verremo io e Romeo al pub stasera."
"Ok.""Vi porto due birre nel frattempo?" Domando ai miei due amici seduti davanti a me.
"Io passo... devo guidare." Dice Romeo alzando le mani.
"Io invece la prendo." Mi informa sorridendo Alyssa.
Vado dietro al bancone e preparo la birra quando d' un tratto vedo entrare nel locale un viso a me famigliare... Alex!
Cavolo, non sono convintissima che sia lui, anche perché appena ha alzato gli occhi nella mia direzione, io mi sono letteralmente buttata sotto al bancone.
Quando finalmente, dopo due minuti abbondanti decido di alzarmi da terra per portare la birra alla mia amica, noto che si è seduto ad un tavolo completamente dalla parte opposta rispetto a dove sto servendo io e noto anche che non è solo.
Spero non si accorga di me, perché mi vergognerei troppo a farmi vedere così: con i ciuffi ribelli che scappano dalla coda e mi si appiccicano alla fronte sudaticcia, e con questa divisa un po'... provocatoria,
che potrebbe essere interpretata male. Non saprei come definire una camicetta corta all'altezza del ventre e degli shorts molto, ma molto attillati su sedere.
"Ehi, Catherine, di là c'è più gente... va ad aiutare Jefferson."mi informa il mio capo e ovviamente dove mi ritrovo? Nello stesso posto in cui, allegramente intento a conversare, è seduto Alex con la ragazza che era con lui anche alla recita.
"Ehi Kate, Rob ti ha messo qui?" Mi domanda Lucas e io annuisco.
"Allora fai quel lato lì... io sto di qua, ok?"
"Sì, certo." Rispondo poco convinta... "Sì certo" un gran cavolo!
"Buonasera e benvenuti da Bob's... sapete già cosa ordinare o vi posso aiutare io?" Domando una volta arrivata al tavolo dove è seduto Alex.
"Catherine?" Chiede una voce abbastanza famigliare, e allora sono praticamente obbligata ad alzare il viso verso di lui e accennare un sorriso.
"Quella Catherine?" Esclama la ragazza accanto a lui che mi sembra si chiami... Veronica? Si, Veronica.
"Allora sei tu la figlia di Mary!" Continua poi e io sorrido annuendo.
"E sei anche la ragazza che il mio fratellone ha salvato la sera della recita, giusto?" e io continuo ad annuire come una deficiente, finché non realizzo ciò che ha detto... figlia di Mary, come conosce mia madre? E poi... fratellone?
Allora sono fratelli, non fidanzati. Caspita, a parte i colori, non si somigliano affatto.
Si, ok, ma a me cosa importa precisamente?
"Quindi lavori qui?" Apre finalmente bocca il moro, zittendo sua sorella che non smetteva di tartassarmi con le sue domande.
"Già, ma solo per il momento..."
"Solo per il momento"?! Ma veramente mi sto giustificando con loro riguardo sl mio lavoro? Ma che problemi ho?
"È... un bel posto." Aggiungo poi, facendo calare la mia dignità sotto lo zero.
"Si, è vero." Risponde accennando un sorriso Alex e entrambi continuano a fissarmi, finché non è Veronica a interrompere il silenzio:"Scusa, ma i tuoi non sono milionari?" e, dal movimento del tavolo e dalla successiva faccia sorpresa della ragazza, posso intuire che Alex le abbia dato un calcio sotto al tavolo.
"Si, ma ho sempre cercato di essere indipendente."
"Ma non vivi comunque con loro?" Adesso è Alex a parlare.
"No, ero solo andata a trovarli ieri." Si... trovarLI.
"Allora cosa posso portarvi?" Dico per allontanarmi il più velocemente possibile da questo tavolo.
"Allora, per me un hamburger classico senza cipolle e una Coca Cola." Dice Veronica.
"Si, per me lo stesso."
Una volta allontanatami dal loro tavolo, e dopo aver consegnato l' ordine alla cucina, trovo un momento per portare la famosa birra alla mia amica, che nel frattempo sarà morta per l'attesa.
"Scusate ragazzi ma Bob mi ha cambiato postazione e mi sono liberata solo ora."
"Tranquilla Kate, poi a casa parliamo." Mi risponde la mia migliore amica facendomi l'occhiolino.
Ma parliamo di cosa, precisamente?La serata continua come al solito finché non devo portare il conto al tavolo di Alex e Veronica.
"Ecco il conto, ragazzi." Esclamo appoggiando lo scontrino sul tavolo.
"Devo pagare qui o va bene anche alla cassa?" Mi domanda il ragazzo.
"È uguale, come vuoi tu..."
"Allora vengo alla cassa." Esclama alzandosi dalla sedia.
"Ok, vieni."
"Allora sono 15€ in totale." Dico ad Alex e lui mi porge i soldi.
"Senti, volevo scusarmi per mia sorella. Non voleva metterti a disagio, è solo... particolarmente curiosa."
Si scusa accennando una risata alla fine.
"Non preoccuparti, nessun problema." Lo tranquillizzo io sorridendo.
"Allora a presto, Catherine." Mi saluta il moro indugiando per qualche secondo sul mio viso, incastonando i suoi occhi scuri nei miei.•
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Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie per la lettura❣️.
Baci, F.💋
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Amare è...
ChickLitKate ha 24 anni, è al quinto anno di medicina e deve iniziare a pensare a quale specializzazione intraprendere. Vive da tre anni con la sua bellissima ed esuberante migliore amica Alyssa e l' unico uomo della sua vita è Tommy: il suo adorabile frate...