"Allora... stavo pensando che dopo la cena potremmo andare a farci un giro, che ne dici?" Propone Alex, sorridendo, dopo che il cameriere con le nostre ordinazioni si allontana.
"Sì, certo." Rispondo io, d'altronde siamo usciti per divertirci, no?
All'inizio si crea un po' d'imbarazzo e per i primi venti minuti, a parte la proposta di Alex, non ci siamo scambiati nemmeno una parola, e io cercavo anche di non incrociare i suoi occhi; ma, dopo una battuta di Alex e qualche mio bicchiere di vino di troppo, ci sciogliamo entrambi e non smettiamo di ridere e scherzare."Sai, ti facevo un tipo più palloso..." dico all'improvviso mentre siamo in macchina diretti verso la discoteca più vicina.
"Perché?" Mi domanda girandosi a guardarmi, per un breve attimo, prima di continuare a guardare la strada.
"Be', perché... fai l'avvocato."
"E allora?" Domanda lui sorridendomi, anche se quel sorriso nasconde tanta curiosità.
"Insomma... stai tutto il giorno chiuso in un ufficio, in giacca e cravatta, con gente seria. E hai ammesso tu stesso di non uscire quasi mai." Spiego.
"Forse hai ragione, ma non mi conosci." Dice e, in quel momento, mi sento terribilmente stupida... giuro che se bevo un'altra volta mi faccio suora! Dovrei smettere di dirlo visto che me lo ripeto da un anno ormai e ottengo sempre il risultato opposto.
"Ritiro quello che ho detto, non mi faccio suora!" Sussurro appoggiandomi al finestrino.
"Come?" Domanda Alex guardandomi.
"No, niente. Stavo riflettendo ad alta voce." Rispondo.
"Ok..." Dice il ragazzo al mio fianco lanciandomi un'occhiataccia.
"Che c'è?!" Esclamo guardandolo a mia volta.
"Hai bevuto un bel po'." Riflette.
"Anche tu hai bevuto abbastanza."
"Sì, ma evidentemente reggo l'alcool meglio di te." Chiude secco la conversazione."Ma dove siamo?" Domando mentre l'auto di Alex parcheggia.
"Sotto casa tua."
"Ma non dovevamo andare a divertirci?" Chiedo.
"Per stasera ti sei divertita abbastanza... Facciamo un'altra volta, non mi sembri nelle condizioni migliori." Mi spiega lui.
"Sì, forse è meglio." Concordo.
"Sì."
"Allora ciao." Dico mentre apro lo sportello dell'auto e metto un piede fuori.
Alex sta per ribattere quando, in un attimo, mi ritrovo con il sedere a terra.
"Ahiii!" Esclamo.
"Aspetta, ti aiuto." Dice Alex, che nel frattempo è sceso dall'auto e mi ha raggiunto.
"Grazie." Gli dico mentre mi porge la mano.
"Ti accompagno sopra."
"No, non serve grazie." Ribatto cercando di spostarmi dalla sua presa attorno alla mia vita.
"Va bene... qualcuno può scendere a prenderti, allora?"
"Sì, c'è la mia coinquilina... ah no, stasera non c'è." Rifletto poi io.
"Bene." Sospira mentre ci avviciniamo al portone d'ingresso del mio palazzo.
"A che piano sei?" Mi domanda.
"Terzo." Farfuglio mentre mi appoggio alla sua spalla, colpita da un'improvvisa stanchezza.
Riapro un attimo gli occhi e vedo le due porte dell'ascensore aprirsi, proprio di fronte la porta del mio appartamento.
"È questo!" Esclamo puntando il dito di fronte la porta.
"Hai le chiavi?" Mi domanda.
"Come? Ah, sì." Rispondo aprendo la borsa e tirando fuori un mazzo di chiavi.
"Dunque, dovrebbe essere questa! Aspetta no... è questa, sì, è questa!" Esulto alla fine, mentre Alex mi aiuta ad inserire le chiavi nella toppa della porta.
"Grazie." Gli sorrido avvicinandomi alla mia stanza.
"Devo aiutarti?" Mi chiede Alex.
"No, ce la faccio da sola, penso." E sto per aprire la porta quando mi giro e dico:"Se vuoi, puoi rimanere a dormire sul divano. Visto che è tardi e hai bevuto anche tu."
"Grazie, allora rimango, se non è un problema."
"Tranquillo." E mi chiudo la porta alle spalle.Lentamente apro gli occhi, cercando di ricordarmi dove mi trovo... camera mia, sì!
Mi alzo svogliatamente dal letto e vado in bagno, per sciacquarmi il viso e lavarmi i denti per togliere l'odore dell'alcool; poi mi dirigo in cucina, dove preparo al volo un po' di tè.
Quando mi avvicino al divano, intenta a guardare un po' di TV, per poco non mi viene un infarto:"Ahhh!"Urlo, ricordandomi solo dopo di Alex.
Lui, poverino, salta per lo spavento cadendo dal divano, dove dormiva tranquillamente fino a dieci secondi prima.
"Scusa, scusa... non mi ero ricordata!" Dico, cercando di giustificarmi.
"No, tranquilla. Tanto devo andare in ufficio." Risponde alzandosi dal pavimento.
"Lavori anche di sabato?" Domando sbigottita.
"A dir la verità no, però non sapevo che dire." Dice, facendo una risatina nervosa e squadrandomi dalla testa ai piedi, fissando il mio pigiama oversize con i cuoricini.
"Bello, vero?" Domando cercando di stemperare la tensione.
"Molto." E scoppiamo entrambi in una sincera risata.
"Allora... siccome non hai nulla da fare, andiamo a fare colazione, così mi faccio perdonare per ieri sera... o almeno lo spero." Propongo mentre mi siedo sul divano accanto a lui.
"Tranquilla non hai niente di cui preoccuparti."
"No, sono stata una stupida... però non reggo affatto l'alcool." Spiego facendo spallucce.
"Allora va bene, andiamo!" Esclama Alex.
"Ok, dammi dieci minuti che mi vesto..." dico alzandomi dal divano.
"Ehi Kate!" Mi richiama Alex.
"Si?" Chiedo girandomi verso di lui.
"Il bagno?" Mi domanda e io gli indico l'ultima porta del corridoio."Eccomi, possiamo andare!" Dico correndo verso l'ingresso.
"Bene." Risponde Alex sorridendomi e aprendo la porta.
Una volta scesi in strada lui si dirige verso la sua auto parcheggiata poco più in là, ma io lo richiamo:"No, andiamo a piedi... è qui vicino."
"Ah, ok."
Dopo circa dieci minuti di camminata arriviamo nel bar dove faccio quasi ogni mattina colazione.
"Buongiorno... Kate cara, cosa vi porto?" Ci chiede Liz.
"Ciao Liz, per me un cappuccino e un muffin al cioccolato, grazie."
"Anche per me, per favore." Dice Alex.
"Arrivano subito." Ci risponde la donna.
"Vieni qui spesso?" Mi domanda Alex.
"Quasi ogni mattina, spesso con la mia coinquilina." Rispondo e lui sorride annuendo.
"Vivete insieme da tanto?"
"Da quasi tre anni... Alyssa ed io ci conosciamo da quando avevamo otto anni."
"Dev'essere bello..."
"Oh, soprattutto è molto divertente... anche se a volte la vorrei strozzare." Rispondo ridendo sul finale, accompagnata da lui.
"Tu invece vivi da solo?" Domando.
"No, con Toby... anche noi siamo amici da tanto." Mi spiega e io annuisco sorridendo.
"Se posso domandartelo, perché ieri sera la tua amica non c'era?"
"È andata a trovare sua madre per il fine settimana... lei dice che è perché non la vede da diversi mesi, ma secondo me è anche perché ha bisogno di un po' di conforto materno." Spiego al ragazzo davanti a me.
"Perché?" Domanda incuriosito.
"Si è lasciata da poco con il suo ragazzo e, diciamo, non nel migliore dei modi..."
"Ah, capisco." Risponde lui.
"Ecco a voi, ragazzi." Ci dice Liz mentre lascia sul tavolo le nostre ordinazioni.
"Grazie." Rispondiamo in coro io ed Alex, ricevendo un gran sorriso da parte di Liz.
"Cavolo, è proprio buono il muffin!" Esclama Alex mentre divora il dolce che ha tra le mani.
"Oh, lo so... Tutti i dolci qui dentro li fanno loro." Gli spiego.
"Be', se sono tutti come questi muffin..." dice dando un altro morso al muffin.
"Vado un attimo in bagno." Comunico ad Alex, anche se è troppo impegnato ad assaporare il dolce per rispondermi.
Non devo andare veramente in bagno, però mi sono alzata prima per andare alla cassa a pagare, perché sicuramente lui non me l'avrebbe lasciato fare.
"Ciao Frank, due cappuccini e due muffin al cioccolato." Dico mentre sono davanti la cassa.
"Ehi, Kate, sono 6€"
"Grazie." Dico prendendo lo scontrino e tornando al tavolo."
"Fatto?" Mi domanda Alex.
"Sì, possiamo andare." Gli dico.
"Ok, allora vado a pagare." E prima che possa finire la frase gli sventolo davanti lo scontrino facendo un sorrisetto compiaciuto.
"Kate, ti ridò i soldi."
"No." Dico mentre usciamo dal bar.
"Almeno la mia parte." Verso metà strada ritenta nuovamente ma io, ovviamente, rispondo:"Ho detto no!"
Alex mi raggiunge e dice:"Come vuoi tu, allora... grazie."
"Figurati." Rispondo.
"Adesso, però, devo proprio andare." Mi dice una volta arrivati davanti la sua auto.
"Sì, ci vediamo." Lo saluto io.
"Se ti va possiamo organizzarci anche per un'altra volta, intendo per andarci a divertire..."
"Sì, certo... mi farebbe davvero molto piacere!"
"Bene, allora ci sentiamo... aspetta Kate, dammi il tuo numero."
"Sì, certo." Lui mi passa il suo cellulare e io digito velocemente i numeri, registrandomi come Kate.
"Grazie." Mi dice Alex quando gli ridò il suo cellulare.
"Allora ci sentiamo..."
"Certo." Risponde lui.
"A presto." Dice prima di partire a bordo della sua auto sportiva.•
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Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie per la lettura❣️.
Baci, F.💋
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Amare è...
ChickLitKate ha 24 anni, è al quinto anno di medicina e deve iniziare a pensare a quale specializzazione intraprendere. Vive da tre anni con la sua bellissima ed esuberante migliore amica Alyssa e l' unico uomo della sua vita è Tommy: il suo adorabile frate...