𝑰𝑰𝑰

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𝓬𝓪𝓷 𝓘 𝓵𝓸𝓸𝓴 𝓪𝓽 𝔂𝓸𝓾 𝓯𝓸𝓻𝓮𝓿𝓮𝓻 ?

Youngjae il mattino successivo si trova nel café, picchietta ansiosamente le unghie sul tavolo: attende una persona speciale, così speciale da avere un nodo in gola

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Youngjae il mattino successivo si trova nel café, picchietta ansiosamente le unghie sul tavolo: attende una persona speciale, così speciale da avere un nodo in gola. Ed eccolo lì, esattamente cinque minuti dopo, la sua Musa che in tutta la sua splendida bellezza fa tintinnare i campanelli posti sulla porta, provocando nell'aria un suono rilassante ed unico. Con se porta una striscia di profumo di rosa che Youngjae giura di poter vedere, tanti piccoli spiragli di luce che accompagnano la sua camminata composta. Sorride, dolcemente, un piccolo inchino e poi seduto davanti a lui, i suoi capelli si muovono leggiadramente, disordinati (è ancora più bello!).
«Perdonami per il ritardo»
Dice, leggermente rosso in viso, gli occhi mielati di Youngjae lo guardano da troppo tempo senza accennare a voler smettere.
«Come stai oggi?»
Jaebum si meraviglia, non tanto per la domanda appena posta dal minore, ma dalla risposta che stava per dargli. Era da tempo che non si sentiva amato, ed era una sensazione spettacolare. «Bene» pronuncia questa parola come se si fosse tolto un peso nello stomaco, «molto bene.» L'altro sorride genuinamente e posa il mento sulla mano, avendo una prospettiva su Jaebum ancora migliore. Lui sorride a sua volta —non riusciva a smettere! Si sente come sotto la sorta di un incantesimo d'amore.

«Tu stai bene?»
Youngjae annuisce, non spostando lo sguardo neanche un secondo. Vede le gote del maggiore arrossire ancora, ed i suoi occhi che vagano per tutta la stanza, non sapendo bene dove posarsi.
«Uhm... Tu hai già ordinato?»
Domanda per eliminare quel silenzio spinoso che lo sta facendo sudare.
«No, ti aspettavo, in realtà.»
Perciò i due decidono di ordinare due cappuccini fumanti, i quali rimangono su quel tavolo per pochissimo tempo. Entrambi sono troppo eccitati all'idea di passare del tempo insieme che non vogliono sprecare nemmeno un istante.
«Dove risiedi?»
Domanda Jaebum dopo un lungo silenzio, pulendosi le labbra rosee dal latte caldo.
«Quindici minuti a piedi da qui. Spero non ti dispiaccia camminare per un po'.»
Lui scuote la testa, sorridendo appena; ed è in questo preciso frangente che si rende conto di star per entrare nella dimora di uno a lui praticamente sconosciuto. Aveva perso completamente la ragione?
«Se sei d'accordo potremmo incamminarci.»
Annuisce solamente, il corvino, mentre guarda Youngjae alzarsi dalla sedia in metallo lavorato.

Arrivano nel piccolo appartamento esattamente dieci minuti dopo, Youngjae posa la sua borsa in un angolo impolverato e implora a Jaebum di accomodarsi. L'aria in quel luogo sembrava di un altro mondo: profumi di fiori secchi e freschi, quell'odore di colori ad olio che si impregna nella tua pelle per ore, l'odore di legno dei cavalletti; profumi deliziosi al suo olfatto.
Ammira i capelli chiari di Youngjae svolazzare per la stanza, mentre lui si piega per raccogliere cianfrusaglie a terra e sistema tutto l'occorrente per creare l'opera perfetta: ma quella la aveva già davanti ai suoi occhi, seduto sul divano blu. Lo guarda per un istante ed i loro occhi si incontrano in un baleno, portando calore sulle gote di entrambi.

«Scusa,» mormora il minore «ti guardo sempre. Questo ti mette palesemente a disagio, quindi perdonami.»
Jaebum scuote la testa immediatamente (ama essere guardato da quegli occhi color miele!) «No, fa pure. Anche a me capita di rimanere a guardarti.»
Egli sorride delicatamente e poi torna a ciò che stava facendo: trovare la tavola adatta. Poi passa alla scelta dei colori: caldi e puri, proprio come l'anima della sua Musa, nonostante da fuori potesse apparire come un sole ormai troppo stanco per risplendere.
Come Jaebum vide Youngjae quasi pronto per iniziare, il suo cuore cominciò a correre come un pazzo: aveva paura di fare qualche errore che lo avrebbe messo nella più completa vergogna.
«Tutto bene?»
Domanda il ragazzo, vedendo preoccupazione negli occhi di Jaebum. Quest'ultimo annuisce piano e poi decide di bere quel bicchiere d'acqua che Youngjae gli aveva offerto con gentilezza.
«È solo che non so come devo comportarmi, come devo mettermi, come-»
«Sei perfetto qualsiasi cosa tu faccia, e in qualsiasi posa tu ti metta. Non devi assolutamente preoccuparti di questo. D'accordo?»
Ed ancora una volta, Jaebum rimane sconvolto da tutta quella franchezza; le sue guance ormai avevano il colore rosso sempre dipinto, e non voleva più andare via.

«Metto un po' di musica.»
Così il proprietario di casa va al suo prezioso giradischi, inserendo uno dei suoi tantissimi vinili, tenuti come se fossero oro, e non appena a l'ago tocca quel piatto nero, i muscoli di Jaebum si rilassano all'improvviso. Socchiude gli occhi, facendosi cullare da quella melodia calma e piena di emozioni. Youngjae lo guarda, no- lo ammira, con gli occhi che gli brillano come due stelle. È innamorato di quella figura talmente eterea.
Subito prese uno dei suoi pennelli più sottili e inizio a fare uno schizzo della sua bellissima Musa, non facendo neanche una bozza su carta: amava disegnare al momento, creare ciò che i suoi occhi vedevano. Abbozzare lo rendeva insicuro, perché era possibile cancellare e rimodellare il disegno, quindi la realtà si distorceva e questo lo rendeva inquieto. Invece, quello che stava facendo in questo momento, lo rendeva completo. Jaebum si accorse che Youngjae aveva cominciato a lavorare solo dopo qualche minuto, al che andò nel panico e rimase immobile.
«Guarda che puoi muoverti- ride il biondo, trovandolo adorabile,- naturalmente non troppo, ma puoi muoverti.»
Jaebum arrossisce (non ne può più!) e annuisce piano, trovando una posizione comoda e tentando di rilassarsi; questo però è molto difficile, maledetti quegli occhi color miele che lo guardano come se fosse la creatura più bella del mondo. Ed in effetti, agli occhi di Youngjae, Jaebum è esattamente questo.
Lo sguardo di Youngjae non intende abbandonare il corvino neanche per un istante, cotanta bellezza non poteva non essere guardata: che spreco! Inutil dir che ogni secondo che passa entrambi si innamorano l'un dell'altra, è inevitabile.
«Devo chiederti un favore»
Il maggiore scatta a quelle parole, guardando l'interlocutore con curiosità.
«Dimmi pure.»
«Puoi avvicinarti un po'? Se vuoi stare seduto prendi quella sedia, altrimenti puoi stare anche in piedi.»
Lui si alza dal piccolo divano su cui era coricato in precedenza e si avvicina al suo pittore, scegliendo di rimanere in piedi; deglutisce nervoso e intreccia le dita delle mani dietro la schiena, prendendo tra i denti perfettamente dritti e bianchi il labbro inferiore. Guarda Youngjae, la sua pelle candida, quel delizioso neo sotto l'occhio destro, quelle labbra sottili e così soffici alla vista... Si incanta.
Ed anche Youngjae è incantato, come d'altronde lo è sempre stato, guardando il viso della sua splendida Musa. Dipinge da quasi un'ora ormai e non vorrebbe assolutamente smettere, traccia con il pennello dalle setole più sottili che la le lunghe ciglia nere di Jaebum, stando attento a non sbagliare minimamente; successivamente aggiunge dei dettagli alle iridi nocciola ed alle pieghe sottostanti agli occhi, con pennellate delicate ma decise.

Oramai sono in quell'appartamento da due ore, e per fortuna (o forse sfortuna) Jaebum si rende conto dell'orario che si è fatto.
«Dannazione-»
Impreca all'improvviso, rompendo la quiete che si era formata.
«Cosa succede?»
«Avevo un colloquio di lavoro alle undici e mezza, me n'ero completamente dimenticato!»
Youngjae è deluso, non può nasconderlo, però gran parte del lavoro è stata fatto. Annuisce e con un panno si pulisce i polpastrelli sporchi di vernice, alzandosi dallo sgabello di legno cigolante. Jaebum invece raccoglie velocemente le sue cose, si infila il cappotto e poi presta attenzione al ragazzo di miele.
«Possiamo rivederci?»
Lui sorride.
«Non aspetterò altro.»
Sorridono entrambi ora, rossi in viso e in difficoltà, non sapendo esattamente come salutare l'altro. Youngjae lo accompagna alla porta, aprendola quasi controvoglia. Jaebum esce e poi si volta verso di lui.
«Grazie di essere venuto.»
E con questa frase posa una mano sul viso candido del corvino, lasciando poi un tenero bacio sulla sua guancia, che immediatamente assume un colore cremisi molto intenso, così come sue sue orecchie, coperte in parte dai capelli scuri. Jaebum sente come un velo che avvolge il suo corpo e lo tiene al caldo non appena quelle labbra si posano sulla sua pelle, sconvolgendo il suo stato di quiete.
I due si guardarono per la Dea dell'Amore solo sa quanto tempo, Youngjae sapeva perfettamente ciò che aveva causato al cuore di Jaebum e Jaebum, dalla sua parte, avrebbe voluto un altro di quei baci
Ma l'unica cosa che fa è accarezzare quei capelli color miele, sorridendo appena, un sorriso così malinconico a parere di quest ultimo, che gli lascia in testa mille domande.
«Arrivederci, Youngjae.»

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notti insonni al gusto di pioggia e caffè。2jaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora