𝓘'𝓶 𝔂𝓸𝓾𝓻 𝓱𝓸𝓶𝓮
Youngjae rilegge quella lettera ricaduta dalle tasche rovinate di Jaebum: avrebbe voluto ridargliela, ma sapeva di avere un pezzo del suo cuore tra le mani, cioè troppo prezioso per lasciarlo andare. Quelle parole lo avevano fatto sentire in un modo così singolare e fuori dal comune; forse perché appartiene alla mia Musa, aveva pensato all'inizio, ma no, c'era qualcosa di diverso, qualcosa che non ancora padroneggiava alla perfezione.
Chissà a chi era indirizzata, chissà cosa gli occhi di Jaebum avessero visto, cosa avessero vissuto. L'unica cosa di cui Youngjae era sicuro, è il fatto che quella persona gli aveva spezzato l'anima. Jaebum trasportava quel foglio ingiallito da cinque anni nella propria tasca, il suo viso era sempre spento, i suoi occhi scavati dalle lacrime.
Una sua vecchia amante?
Si sente colpevole di qualche crimine a tenere con se quelle parole, perciò le infila nella tasca della sua giacca beige ed esce dal suo appartamento, avendo in testa un luogo ben preciso.
Arrivato davanti al café cerca il corvino con lo sguardo, non riuscendo però nel suo intento. Prende un tavolo e si siede, afferra il quotidiano e poi adagia gli occhiali sul suo naso, leggendo le notizie in prima pagina: la sua routine mattutina, niente di meno, con un'unica discrepanza: non riesce a concentrarsi, perché purtroppo, Jaebum invade i suoi pensieri.
Allora sceglie di aprire la sua borsa e prendere il suo taccuino , doveva assolutamente mettere su carta quelle immagini altrimenti non si sarebbe sentito abbastanza realizzato. Quanto avrebbe desiderato accarezzare nuovamente la sua guancia, posarci un altro bacio e sentire il suo profumo. Quanto avrebbe voluto essere l'amante di cui lui racconta in quella vecchia lettera, ma non lo avrebbe fatto soffrire, no, lo avrebbe amato con tutte le sue poche forze.
«Aspetta qualcuno o vuole ordinare?»
Il cameriere lo scaraventa dalla sedia, o meglio, fa scoppiare la bolla che si era creato intorno a se con tanta cura e dedizione.
Quella domanda, nonostante semplicissima, lo mise in una gravissima difficoltà: aspettava qualcuno? Senza alcun dubbio. Questo qualcuno sarebbe arrivato? Molto probabilmente no.
«Prendo un caffè americano.»
Il signore annuisce e lascia Youngjae solo, il quale comincia a disegnare le labbra di Jaebum ripetutamente, come se ne fosse ossessionato: molto probabilmente lo è, dato che le sogna in ogni istante della giornata; così come i suoi occhi scuri, li desidera guardare per sempre. Come avrebbe gestito una cosa simile, più grande di lui? Più grande di quello che poteva sopportare il suo cuore. Sarebbe diventato uno di quegli artisti che dipingono sempre lo stesso viso? Indubitabile.Youngjae finisce il suo caffè caldo e si chiede dove la sua Musa possa essere, come mai non si era presentata? Sospira amaramente, avendo un gradissimo vuoto dentro che non era abituato a provare; Jaebum lo colmava. Sceglie di tornare nel suo appartamento, magari sarebbe riuscito mandare avanti quell'opera da solo!
Infila quelle chiavi ossidate nella serratura e-
«Ciao.»
Il castano quasi si spaventa, ma quella voce è troppo soave e rotta, così familiare. Davanti ai suoi occhi appare la figura di Jaebum, più triste che mai. Mia dolce Musa, cos'è che turba il tuo gentil animo? Dio punirà l'artefice di tale tristezza, non temere.
«Entra.»
Lo invita senza aggiungere altro, non c'è bisogno. Jaebum annuisce piano ed entra in quella abitazione che ormai aveva imparato ad amare, il profumo di vernice invade nuovamente le sue narici e si sente già meglio; e quando la mano di Youngjae si posa sulla sua guancia, asciugando con il pollice quella lacrima solitaria, può dire di aver trovato la pace.
Con la propria mano raggiunge quella del minore, socchiudendo gli occhi e intrecciando le loro dita sottili: potrebbero stare così per ore. Un senso di inquietudine si fa spazio nel petto di Youngjae, è come se le loro anime fossero in qualche modo in simbiosi.
«Non sapevo dove altro andare.»
Sussurrano le labbra rosse di Jaebum, quasi timorose di proferir parola.
«Puoi sempre venire da me quando ne hai bisogno, hyung.»
Lui sorride e apre gli occhi, incastrandoli in quelli color miele dell'altro. Le loro mani ancora unite, così come i loro cuori. Posa la fronte sulla spalla di Youngjae, e viene subito avvolto da delle braccia magre e pallide; si sente estremamente al sicuro, tutta la tristezza viene spazzata via come delle foglie secche.Youngjae prepara una tisana calda per la sua Musa che ora è seduta sul divano impolverato di quella stanza: guarda tutti i disegni abbozzati sulle pareti, così come i dipinti ammucchiati in un angolo della casa. Vorrebbe tanto curiosare il ritratto che Youngjae gli sta facendo, ma esso è coperto da un sottile velo bianco. L'artista torna da lui e gli porge la tazza di un verde pastello.
«Grazie.»
«È un piacere.»
«Come procede?»
Chiede guardando verso l'oggetto dei suoi pensieri.
«Perfettamente, oserei dire. Desidero solo terminarlo il prima possibile.»
Jaebum è grato a Youngjae del fatto che non stia ponendo domande sull'accaduto di quella mattina, altrimenti non saprebbe cosa dirgli. Sarebbe sembrato uno sciocco che non sa badare ai suoi stessi sentimenti, senza autocontrollo e buonsenso.
«Qual è il motivo di tanta fretta?»
«Voglio farne altri. Imprigionare la tua bellezza in mille altri colori differenti.»
I due si guardano in silenzio per dei secondi interminabili.
«Perché proprio me? Sei un artista, potresti avere con te modelli professionisti. Io... Non sono uno di questi, neanche lontanamente.»
«Vedi, tu mi trasmetti qualcosa. Non so ancora di cosa si tratti, eppure la sento qui. In quel café, riuscivo a vedere solo ed unicamente te.»
Cosa stava succedendo al cuore di Jaebum? Odia ed ama questa sensazione, paura, eccitazione, pura follia.
Ma d'altronde è questo quello che stanno facendo loro due: follia.
Innamorarsi l'un l'altra, ogni secondo più intensamente.Il crepuscolo tiepido si è ormai stemperato in un'amorosa oscurità, i due giovani amanti sono ancora insieme, coricati sul morbido letto del proprietario di quel monolocale. Jaebum non vuole andare via e Youngjae altrettanto, non vuole che Jaebum se ne vada; hanno trascorso tutto il giorno insieme, ed ora ci avevano fatto l'abitudine.
«Vorresti rimanere qui per la notte?»
Il maggiore guarda il ragazzo che si trova davanti al suo viso: agogna un imminente cataclisma che li costringa a rimanere l'uno accanto all'altra, e che, magari, solo loro due siano gli unici sopravvissuti.
«Non voglio recarti troppi disturbi. Ti ho rubato già abbastanza tempo, mi chiedo quante cose avessi da fare.»
«Le sole cose che faccio in questi pomeriggi afosi è di pensare al tuo viso e poi portarlo su tela.»
E le sue sottili dita vanno a posarsi sul suddetto viso, il quale ha i capelli spettinati che cadono sulla fronte in modo distratto, coprendo in parte anche quegli splendidi occhi. Il corvino socchiude gli occhi a quel tocco (dannazione, proprio non riusciva a trattenersi da tali sensazioni!) e quando li riapre per intersecarli in quelli di Youngjae, senza il minimo preavviso un'azzurra onda marina si gonfia sotto il suo cuore forsennato.
«Rimani qui, questa notte. Rimani cosicché potremmo ammirare la nascita del sole insieme.»
Come poteva dir di no a tali occhi color miele?
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notti insonni al gusto di pioggia e caffè。2jae
FanficDi quella tazza di caffè rimane solo il fondo ricoperto di grumi zuccherati e di quel liquido marrone ormai freddo. ⓒ adoresehun, 2019