Somewhere in South End when you were fun
You took my hand and you made me run
Up past the prison to the seafront
You climbed the cliff edge and took the plungeWhy can't we laugh now like we did then?
How come I see you and ache instead?
How come you only look pleased in bed?
Let's climb the cliff edge and jump againPineapples are in my head
Got nobody 'cos I'm brain dead°pork soda -glass animals-°
I due arcangeli si guardavano, ma non era uno sguardo da far paura o da incutere una battaglia imminente, erano solo due sguardi che si trovano improvvisamente, come due amici che non si vedevano da tanto, ma loro due non erano due buoni amici, era fratelli, maggiore e minore, rivali, nemici.
Ma non alzavano una mano, una virgola, il vento era l'unico coraggioso a vibrare fra i loro capelli. Nella mente del biondo diavolo si accavallavano domande di ogni genere da porre al presunto corvino, in verità sentiva anche uno strano e attanagliante bisogno di urlare, gli faceva venire un dolore allo stomaco guardarlo, fissare quegli occhi prepotenti, non guardava Michele da così vicino da tanto, ma non guardava il tramite, nessuno dei due in verità lo faceva, si stavano cercando, Lucifero cercava in quelle pozze verdi Michele e, quest'ultimo dal canto suo cercava il diavolo dentro il suo mare azzurro, eppure erano in silenzio dopo il loro minimale saluto.Fu il biondo a prendere parola, si leccò prima le labbra per assicurare che queste non fossero incollate
«che ci fai qui? Come mai hai questo tramite?»
Già due domande, ma gli erano dovute, si era visto il fratello di colpo, -in parte felice poiché l'attesa forse non era stata vana- con un tramite totalmente diverso da quello di cui aveva visto le sembianze l'ultima volta... Si chiamava.. Adam? Il fratellastro dei Winchester, non sapeva come ma anche con quello scricciolo, Michele era riuscito a infondergli un profondo senso di: delusione, rancore e di inferiorità.
Ora indossava come se fosse un vestito su misura John Winchester, per di più nei sui anni d'oro.
Michele guardò gli occhi sorpresi e pieni di curiosità di Lucifero, non si mosse di una virgola, aveva un viso impassibile, come una statua di marmo quale era nel profondo
«non ti preoccupare di queste cose, sono picolezze fratello, io non sono te, so badare a me senza combinare casini»
Forse usò un tono troppo acido nel sottolineare chi fosse, perché vide Lucifero fulminarsi nell'istante, ma animarsi di uno sguardo, seppur azzurro, a dir poco furente, ma non ci poteva fare niente, il padre non gli aveva donato l'empatia sufficiente per capire cose fosse peso o meno per i sentimenti.Loro non erano fatti per avere sentimenti.
Che poi non gli avrebbe chiesto scusa nemmeno se fosse stato sotto tortura, prima di tutto perché era una banalità infondo! Andiamo un arcangelo millenario come Lucifero non si offendeva per certe cose, no? E secondo perché era troppo orgoglioso per il solo pensarci, chiedere scusa era un abbassare la testa, un mettere giù le armi, ma era un dannato soldato! Come poteva anche solo pensare di usare un mezzo non utilizzabile nella vita, che poi quale vita? Loro non avevano una vera e propria vita! Più un gioco poco divertente di profezie, dannazioni eccetera eccetera.
Ma Michele si sbagliava, Lucifero non solo l'aveva presa sul personale, ma lo guardò ovviamente male.
«grande ex re del paradiso, inutile chiedere a vostra signoria un qualche accenno di non so...gentilezza? Pentimento?»
Se prima non era assolutamente sarcastico ed era sentitamente preoccupato per Michele, ora era oltre che offeso, anche incazzato, perché il fratello si presentava sempre così, così bastardo, così insensibile e apatico, così... Poco affettuoso e disposto verso di lui.. Lo odiava, lo odiava profondamente, come poteva non farlo? D'altronde era sopratutto colpa sua se il suo corpo aveva provato la terribile sensazione del cadere, la cocente umiliazione e la conseguente sofferenza.
A volte si chiedeva perché non potessero tornare all'inizio di tutto, quando ancora erano uniti, quando ancora Lucifero poteva dire di non essere cerebralmente morto.
«ironico da parte tua parlare di gentilezza e pentimento, ti vedo ancora fermamente convinto, no?»
La voce del corvino, spezzò le domande mentali di Lucifero, Michele quando parlava non usava mezzi termini, era diretto come una freccia che prendeva direttamente il cuore, non aveva paura, non aveva alcuna emozione che potesse impedirgli di passare sopra come un carro armato agli altri.
Lucifero si concesse di guardarlo e fare una pausa dal gioco di spirito che sarebbe finito, presto in botte angeliche, ma non riusciva sinceramente ad immaginarsi zittito.
«non ti capisco...»
Emise una pausa, uno sguardo e riaprì le labbra
«... tu sei stato nella gabbia cosa ti costringe a continuare?»
Ecco, Lucifero l'aveva detta, quella parola, quel nome, quell'oggetto era stato nominato. Tutto tacque per un minuto buono, ogni rumore, come se la natura avesse potuto percepire il loro animo rivoltarsi, piangere e avvalersi di un profondo tormento mai assopito, Perfino i loro fiati si erano stoppati e ora si guardavano e basta, senza nemmeno respirare, senza nemmeno battere ciglio, congelati nella sofferenza.Michele era chiaro che, anche se era uno stronzo con tanto di certificazione non si meritava la gabbia, non si meritava quel tradimento da parte del padre, quel affossata dove poi, semplicemente era impazzito, tra sigle e seghe, ma Lucifero... Era tutto un'altro paio di maniche, era una delicata controversia, probabilmente era sbagliato tutto dal principio, in un sistema semi dittatoriale. Insomma mandare un ottimo soldato, vittima di una potente maledizione che l'ha crudelmente cambiato, imposta dal genitore stesso, deriso, picchiato e brutalmente ferito sia fisicamente che psicologicamente da fratelli, guerra civile, caduta e conseguente rinchiudimento non avevano giovato alla sua sanità mentale, per nulla l'avevano di certo rovinata. Lucifero si era ribellato, aveva sbagliato, ma quella gelosia mista ad altre milioni di offuscate sensazioni poteva essere presa in tempo e calmata?
Poteva non nascere il diavolo?!
«Lucifero. La mia caduta nella gabbia è stato un grave errore, tu lo meritavi, smettila di pensare di essere innocente. Leggo la tua mente e ti trovo disgustosamente falso»
Esalò Michele con i denti stretti e decisamente innervosito, Lucifero si considerava veramente un innocente?
«oh stai zitto, per l'amor di sto gran cazzo. E stai fuori dalla mia mente fottuto pennuto con problemi di empatia, sei sucube di papà, è inutile discutere con te, com'era inutile parlarne ai tempi! Sei e rimarrai sempre uno schifoso lecchino senza testa, ti detesto. Perché non te vai a fanculo?»
All'inizio fu calmo, aveva solo alzato le braccia e usato un tono sarcastico, mentre lo sguardo curioso era divenuto di ira, ma il sarcasmo si era tramutato in malefica verità, detta con rabbia, magari esagerata, ma la verità di quello che vedeva Lucifero.
Ferendo, seppur in minima parte, il piccolo cuore di Michele.
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Stars can't love others
Fanfiction◇Boy x boy ◇michifer ◇Completa Lucifero, il diavolo, la stella del mattino ha una tradizione: Ogni anno, in un giorno preciso, da quando è caduto si reca su una collina, dal tramonto fino all'alba del giorno successivo, e aspetta. Ora che è fuori da...