☙12

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dodici

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dodici

❝ ᴘᴀssᴀɢɢɪᴏ ᴘᴛ.1 ❞

« Hyejin. . .Hyejin, svegliati. . .»  si sentì scuotere leggermente per una spalla mentre una calda e roca voce le sussurrava all'orecchio.

« Mmmh, ancora dieci minuti. . . » borbottò lei con la sua ancora impastata dal sonno, voltando il viso dalla parte opposta.

Un leggero sospiro si levò nell'aria, prima di sentire nuovamente un forte odore di colonia da uomo inebriarle le narici e qualcuno accanto a lei.
« Se non alzi quel bellissimo sedere che ti ritrovi farai tardi, sai sono le 7:45. »

A sentire quel blocco di numeri appena pronunciati Hyejin balzò subito in piedi, come quelle scatole con la molla, portandosi subito una mano alla testa per il forte capogiro, dovuto all'azione improvvisa, mentre il ragazzo la teneva saldamente per un braccio dopo averla vista perdere l'equilibrio.

«Woooo fenomeno, non voglio averti sulla coscienza »

«Ah, sta zitto. . .» piagnucolò Hyejin per poi lamentarsi dei dolori in tutto il corpo dovuti alla posizione scomoda che aveva tenuto per tutta la notte.
Mentalmente incominciò a maledire la sveglia, che sicuramente avrebbe cambiato, e se stessa per essersi addormentata sulla scrivania e non aver fatto un piccolo sforzo in più per portarsi nel letto al caldo.

Hongjoong, che si era appoggiato alla parete la guardava divertito.
Era così tenera con i capelli spettinati e quel pigiama che, anche se di sexy non aveva proprio niente, raffigurava la sua parte ancora bambina.

«Bello il pigiama» commentò, indicando con il mento l'indumento a due pezzi che indossava.

«Fottiti. . .» lo guardò male la ragazza.

«Sempre così delicata» alzò gli occhi al cielo il rosso, prima di fare dietrofront e spostarsi in salotto.

Hyejin dopo aver dato un'altra occhiata all'ora sul suo cellulare entrò in panico una seconda volta, per poi prendere la prima gonna e camicia che le capitarono sottomano e cambiarsi.

Con un elastico racchiuso tra le labbra e le mani impegnate a racchiudere i lunghi capelli color pece in una coda bassa, si affrettò ad andare in cucina per prendere almeno una tazza di caffè prima di uscire.

«Oddio che mi ammazzano, sono spacciata» disse, pensando a quanto i suoi capi fossero esigenti e rigidi sulla presenza puntuale in studio.

«Se vuoi ti posso accompagnare, tanto devo passare da quelle parti. Devo andare ad una riunione» la guardò il rosso, mentre cercava di infilare i bottoni dei polsini, della camicia blu notte che indossava, nelle asole.

«Neanche per sogno, preferisco prendere la metro» rispose di getto negativamente.

«Sicura?» la guardò con un sopracciglio alzato.

Hyejin osservò per l'ennesima volta l'ora digitale che segnava il suo forno a microonde.
Si morse leggermente il labbro inferiore indecisa.
Anche se si fosse messa a correre, non sarebbe riuscita a raggiungere il mezzo pubblico.

«Allora?» la incalzò il giovane.

La ragazza, sotto gli occhi confusi del rosso, sparì dalla sua visita ritornando poi dopo due minuti con addosso il cappotto e la borsa in mano.
Si infilò delle decolté nere, pronta ad uscire.

«Muoviti, sono già in ritardo» borbottò dirigendosi verso i sotterranei dove c'erano i parcheggi condominiali.

Hongjoong roteò gli occhi al cielo.
«Mai vista ragazza più lunatica di lei. . .»

Roommate || Kim Hongjoong Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora