Omicidio al Cafè Royal: Parte 2

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Arrivai al Cafè il giorno dopo intorno alle 8:15 di mattina tramite un Taxi. Davanti a me vi era un edificio a dir poco imponente. Vi era una porta girevole all'entrata (nel caso te lo stessi chiedendo Mary, adoro le porte girevoli).

Appena entrata vi era un salotto accogliente con divani di un colore tendente al terra di siena (dall'aspetto sembravano valere molto). Lì venni accolta da un maggiordomo molto gentile di nome Mark, il quale mi offrì un bicchiere di vino bianco accompagnato da capesante.

Nell'arco di pochi minuti incontrai anche mio cugino, che esclamó: "Augustine! Che mi venga un colpo, sei venuta allora!". "Non mi sarei persa il tuo matrimonio per nulla al mondo, caro Henry" gli risposi.

Da quel salotto ci spostammo in una sala da pranzo. Tutta la sala era composta da tavoli e sedie in legno di mogano ricoperte da un tessuto di colore rosso carminio. Era a dir poco incantevole. Ad un estremità della stanza (visibile da tutti i tavoli) vi era un palco.

Appena arrivata feci la conoscenza di Clara e Geoffrey, rispettivamente la cantante e il pianista. Furono molto gentili, e mi mostrarono le stanze principali dell'hotel.

Lei aveva dei capelli ricci di colore tendente al castano e occhi color miele, aveva un vestito molto elegante, ma il particolare che saltava subito all'occhio era il suo rossetto, color porpora.

Lui era un uomo sulla trentina, molto attraente (forse per il suo amore per il pianoforte, forse per i suoi occhi azzurri, forse per i suoi capelli biondi "a spazzola")

"Oh, riconoscerei questa voce odiosa tra mille" si sentì in lontanaza. "È sempre un piacere, cugina Agnes" risposi. "Il piacere è tutto mio" aggiunse lei, squadrandomi con i suoi occhi verdastri. Agnes era mia cugina (sorella di Henry). Era diventata molto ricca grazie a suo marito Bennet (più grande di lei di circa 10 anni, canuto in capo), banchiere irlandese.

Più tardi ci raggiunse una signora anziana accompagnata da un domestico.

"Prozia Bernadette! Emmanuel! Che piacere vedervi qui!" disse Henry rivolgendosi ai due. Il domestico rispose: "inizialmente la tua prozia non era molto propensa a venire, ma, dopo un colloquio intenso sono riuscito a convincerla, ed eccoci qui". "Emmanuel, sei sempre il solito, e ora vai a prepararmi un cappuccino con aggiunta di cacao e cannella, grazie" aggiunse lei con tono leggermente irritato.

Prozia Bernadette era vedova, aveva dei capelli grigiastri e degli occhi color marrone chiaro, e, con i soldi di suo marito aveva dato un lavoro a Emmanuel, originario dell'India e arrivato in Inghilterra in cerca di un lavoro per vivere. Emmanuel era una sorta di "badante/amico" per lei. Nonostante fosse molto povero era un ragazzo dotato di gran cultura.

La celebrazione stava per cominciare. L'unica a mancare era Barbara, la sposa.

"Oh, guarda che ore sono! Domani riprenderemo da questo punto, ma adesso dobbiamo andare a dormire"

"Mi sembra di ricordare questo posto di cui tu parli"

Davvero?"

"Forse. Ci siamo andati durante il nostro viaggio di nozze?"

"Ehm... non esattamente..."

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