"Ok, dove eravamo rimasti ieri?"
"E io che cosa ne so"
"Ma come!"
"Una delle ultime parole che credo di aver sentito sia Barbara..."
"Ah si certo! Adesso riprendiamo..."
L'unica a mancare era Barbara, la sposa. Ci accomodammo tutti sulle sedie color rosso. Geoffrey cominciò a suonare un po' per intrattenerci. Riconobbi subito il brano dalle prime due note: "Clair de Lune" di Claude Debussy. Le sue mani erano paragonabili a quelle di un angelo. "Uno dei migliori pianisti della zona" disse Agnes. Durante questa musica a dir poco incantevole intrattenemmo una discussione. Il primo a parlare fu Henry, dicendo a tutti:
"Ringrazio tutti per essere venuti, spero che non ci siano state complicanze durante il viaggio".
"Nulla di grave, io e la signora abbiamo atteso un po' per partire perché la sua gatta, Elizabeth, ha avuto un problema con la digestione del pasto. Fortuna che a York Road c'è un centro veterinario. Abbiamo risolto il problema in men che non si dica. Si ricorda di Elizabeth? Lei ne era appassionato. Ogni volta che veniva a trovare la signora non faceva altro che mettersela sulle gambe e aspettare le sue fusa"
"Rammento Emmanuel... Diamine, come passa il tempo" aggiunse Henry.
"E' passato quasi un anno dall'assassinio di John F. Kennedy" borbottò Bennet, aggiungendo: "lui si che era un grand'uomo"
"Lasciamo i morti in terra, dove devono stare" rispose Henry con un tono divertente.
"Posso fumare qui?" domandò la prozia Bernadette
"Certo che puoi" rispose Bennett
"Bene, grazie. Emmanuel, accendimi una sigaretta per cortesia"
"Certo signora. Prego, mi dia" disse Emmanuel mentre si apprestava ad eseguire la sua richiesta.
"E' da un po' di giorni che a Londra non si vede della pioggia" affermò Clara .
"E' vero! E' una cosa alquanto strana" le risposi.
Geoffrey finì di suonare. Sembrava essere passata un'eternità, invece passarono solo alcuni minuti. Forse sarà stato il mio amore per la musica classica...
Subito dopo gli uomini, fumando dei sigari, si misero a parlare di affari. Da quanto riuscii a origliare (senza farmi notare ovviamente): Mio zio era un uomo molto ricco (forse grazie alla sua azienda di lucido per scarpe) e, alla sua morte, il suo patrimonio sarebbe andato interamente ad Henry J. (maschio primogenito). Bennett era un uomo si molto ricco, ma anche molto misterioso: non faceva intromettere Agnes nei suoi affari. Agnes non sembrava tanto scossa dalla notizia del patrimonio, le bastavano i soldi di suo marito per permettersi da vivere.
Questa discussione venne interrotta da Mark, che domandò:
"I Signori desiderano ordinare qualcosa nell'attesa della Sposa?"
Henry non prese nulla per via dell'agitazione, Bennett e Geoffrey ordinarono un Ginger Ale, Agnes vodka e soda con ghiaccio, Prozia Bernadette una tisana alle erbe e Emmanuel si accontentò di un bicchiere di acqua frizzante, Clara ed io prendemmo un tè al limone (vado pazza per il tè)
"Me ne faresti uno?"
"Cosa?"
"Un tè!"
"Oh, certamente"
"Due zollette"
"Lo so"
"Potresti portarmelo in un piattino con dei biscotti?"
"Quelli con la cannella?"
"Si, come hai fatto ad indovinare?"
"Sono o non sono tuo marito?"
"Beh... Non hai tutti i torti..."
"Adesso preparo il tè e poi riprendiamo con la storia"
"Certamente!"
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I Racconti di Augustine
Misteri / ThrillerSalve, mi chiamo Walter Moor, e sto per raccontarvi gli innumerevoli casi risolti da mia moglie Augustine Clarke. Recentemente ho trovato in soffita questo diario sottochiave che lei aveva. La Vita a Ranston Street era tranquilla, o almeno, lo era q...