Capitolo 16

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-Emma, mangiamo giù al bar o vuoi che ordini qualcosa?-
-Non mi va il panino oggi Gab, ordiniamo l'insalatona?-
-Ok capo, provvedo!-
-Cretina!-

Scuoto la testa mentre rido, prima di puntare nuovamente gli occhi sullo schermo del pc.
È la quinta volta che questi clienti, chiedono modifiche sul progetto.
Che cazzo, vogliono costruire una villa stile Maldive a Ostia...Certo!
Gli manca solo che mi chiedano gli squali e abbiamo terminato.
Sollevo lo sguardo appena sento il telefono vibrare, leggo "Stefano" sul display e rispondo, buttando gli occhi al cielo.

-Che c'è? Già mi reclama mio figlio?-
-Emma, puoi uscire ora dall'ufficio?-

La sua voce piuttosto seria, fa sparire dal mio volto quel mezzo sorriso che avevo messo su due secondi fa.

-Che è successo?-
-Christian è caduto all'asilo, ha sbattuto la faccia.-
-Sto arrivando.-

Chiudo la chiamata e mi precipito fuori dall'ufficio.

-Devo andare, Christian è caduto, forse torno dopo, non lo so..-

Parlo velocemente e non so nemmeno cosa io stia dicendo, chiamo l'ascensore e Gabriella mi corre dietro.

-Emma, fammi sapere qualcosa poi!!-

Non le rispondo perché le porte dell'ascensore si sono chiuse.

Parcheggio velocemente alla meno peggio, mi precipito fuori dalla macchina e a passo svelto percorro il cortile dell'asilo.
Scorgo la figura di Stefano che discute e gesticola, ci sono altre due persone, ma riesco a capire che siano Ilary e Francesco, solo quando li raggiungo.

-Stefano!-

Si gira sentendo la mia voce..Ha il viso rossissimo, le vene del collo gli stanno per scoppiare e la mascella è contratta.

-Cosa è successo?-
-È successo che Christian è caduto, ha sbattuto la faccia ad un tavolino e loro non ci hanno chiamato!-

Quasi urla e solo ora mi accorgo che sulla porta c'è Anna, la maestra.
Mi guarda mortificata e io faccio un respirone prima di parlarle.

-Perché non avete chiamato?-
-Come ho cercato di spiegare al signor De Martino, io non ero in servizio, è successo con la collega, io sono arrivata cinque minuti prima che arrivasse lui.
Non so perché la collega non abbia chiamato, forse non sa che qui, la procedura lo prevede.
Non so che altro dirvi, quando sono arrivata Christian era in infermeria e la collega era appena andata via.-
-Dov'è Christian?-
-La bidella l'ha portato dentro perché si è spaventato, ho alzato la voce..-

Stefano interviene, guardando poi la maestra e scusandosi dei modi.

-Vado a prenderlo.- aggiunge prima di sparire lungo il corridoio.
Torna poco dopo più agitato di prima, con Christian in braccio.
Mio figlio solleva la testa, che aveva appoggiata sulla spalla del padre.. Strabuzzo gli occhi e mi reggo ad Ilary, non appena vedo come è ridotto.

-Amore mio..-

Stefano me lo passa e io faccio fatica a trattenere le lacrime.
Un occhio completamente nero e un taglio sulla guancia, probabilmente dove ha sbattuto.

-Mami..-

Piagnucola abbracciandomi e io guardo Stefano che, in questo momento, vorrebbe spaccare il mondo.

-Portiamolo al pronto soccorso!-
-Si, andiamo.-

Ci incamminiamo ma mi ricordo di avere la macchina qui fuori.

-Stè ho la macchina qui.-
-Emma, te la portiamo via noi, poi quando si sistema tutto, vieni a riprenderla a casa.-

Annuisco a Francesco e gli lascio le chiavi.

-Grazie!-
-Ma di che..Teneteci aggiornati!-
-Si!-

Urlo un po', perché siamo già alla macchina, mi siedo dietro con Christian in braccio.
Ogni tanto si calma, poi riprende a piangere.

-Amore, non piangere..Ora ti curano la bua e passa tutto, mh?-

Cerco di calmarlo, anche se in realtà sono più agitata di lui, che infatti, continua a piangere.

-Stè quanto manca?-
-Stiamo arrivando Emma, c'è traffico!-

Torno a guardare Christian che, ha smesso di strillare, gli bacio piano la fronte.

-Siamo quasi arrivati patato..Stai tranquillo.-

Si accuccia di più a me mentre ha ancora i sussulti dal pianto.
Più lo guardo più mi viene da piangere.
Ma non posso, non davanti a lui e non adesso.



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