Lo squillo insistente del mio cellulare mi invade, facendo sì che le mie palpebre si aprano.
Cerco, bruscamente, di allungare una mano verso il comodino, prendo l'aggeggio elettronico, e dopo aver esitato qualche secondo, rispondo.
«Pronto» mugolo, ancora assonnata.
«È da un'ora che cerco di chiamarti!» Che colpe ho se circa un'ora fa, la mia insana mente, mi abbia consigliato di coricarmi. Ma poi, per perché urla?
«Chiara, non urlare, di prego... il mio timpano è andato a farsi fottere» non che io sia solitamente più calma di lei, ma essendo in una situazione di transito tra un meraviglioso sonno ed un traumatico risveglio, vorrei che il mio timpano restasse sano, almeno fino alla vecchia.
«Stai dormendo, vero?» In realtà lo stavo facendo, prima che tu mi disturbassi.
«Stavo» la correggo, accentuando le prime tre lettere.
«Ma daiiii. Preparati, che tra poco passo a prenderti.» Cosa?! Ma sono le 22! Anche lei no, vi prego. Oggi è la giornata:disturbiamo Beatrice.
«Scusa ma c'è un'interferenza, non sento...» fingo, cercando il più possibile di evitarla.
«Hai sentito benissimo... ma se vuoi urlo?» Sogghigna.
«Ehm, nono grazie!» le rispondo, scoppiando entrambe in una breve risata.
«Dove andiamo?» Le chiedo curiosa. Con lei il divertimento è assicurato, d'altronde non riesce mai a rimanere sobria, in nessuna delle sue uscite.
«A bailar, muchacha» lo immaginavo! Non riesce una serata a star senza far nulla... sbuffo, per poi salutarla e attaccare. E cosa indosso ora? Spero di non aver tutti gli abiti serali a lavaggio. Inizio a frugare nell'armadio, finché trovo un abito attillato rosso, con delle aperture ai lati, accompagnate da una fascia. Congiuntamente decido di indossare degli cerchietti dorati. Concludendo il tutto, passo in bagno per sistemarmi i capelli, non perdendoci troppo tempo e applicando un breve trucco al viso e del profumo.
Penso siano passati circa 20 minuti dalla chiusura della chiamata; prendendo le ultime cose, percorro il corridoio fino al salotto, scrutando le figure di Denise e mamma, allungate sul divano.
Mi avvicino per farmi notare, e mi accorgo che la piccola è addormentata.
«Mamma, esco con Chiara» le riferisco piano, cercando di fare il meno rumore possibile: non vorrei che Denise si svegliasse per colpa mia, ha avuto una giornata molto movimentata.
«Dove andate?» Non ha mai avuto problemi nel farmi uscire, tutte le amicizie che ho accolto nella mia vita le sono sempre andate bene, a parte le divergenze che si incontrano, anzi, direi più: persone de merda, s'addice.
«A ballare, non so quale discoteca abbia in mente questa volta» sogghigno al pensiero della sua mente pazzoide, torva sempre posti più strani, con gente strana.
«Va bene, mi raccomando cerca di non fare troppo tardi, domani devi portare Denise dalla nonna!» Mi raccomanda con severità. Annuisco, dandole poi un bacio sulla guancia.
Dalla finestra intavedo una macchina fermarsi davanti al cancelletto, e senza incertezza, esco di casa.
Entrata nella stupenda mini cooper, mi volto verso Chiara e con grande sorriso, la saluto. Per questa serata ha indosso un abito rosa perla, accompagnato da un visibile spacco al seno; i capelli raccolti in due piccole trecce congiunte dietro il capo, lasciando cadere il resto degli splendidi ricci sulla schiena.
«Amore, sono felice che sei venuta!» Mi comunica raggiante.
«Avevo altra scelta?» Come potrei non venire? Chi sopporterebbe di essere tartassato tutto la notte?
Alzo gli occhi al cielo... è un caso perso.
«Qual è la meta?» Le domando ancora, con la speranza che mi faccia conoscere il posto: non mi ha ancora accennato nulla.
«Non ci crederai mai!» Mi sembra una cosa ovvia, sono ignara. Come potrei credere a ciò che non so? Starà sicuramente cercando di aggiungere suspence alla cosa.
«Amore, se me lo dici ci credo, promesso» sogghigno.
«Pronta?! ANDREMO AL GOA CLUB!» Rimango impassibile. Cosa mi sta dicendo, stento a crederci... la guardo stupefatta.
«Non morire prima di arrivare, eh» quanta simpatia, ah ah ah .
Credo non sia lucida, sicuramente avrà battuto quella testa pazza da qualche parte.
«Hai idea di quanto costi un biglietto per il Goa?!» Le chiedo, sperando di farla ragionare. Fino a prova contraria, non ho ancora avuto la fortuna di trovare 30 euro in più sotto il cuscino.
Sì, avrà sbattuto la testa.
«Ovvio, amore. Ti ricordo che circa una settimana fa ho avuto il mio primo stipendio, e cosa fare se non pagare il biglietto alla mia migliore amica?» Non so cosa dire. Rimango a bocca aperta, guardandola.
«Non devi dire nulla» e con uno scatto veloce mi da un bacio sulla guancia.
«Ci metteremo circa un'ora per arrivare; accendi la radio» mi strizza l'occhio e ancora incredula faccio come dice.Il posto è incredibilmente grande, pieno di persone e con ottimo staff. Cerchiamo di trovare spazio vicino al bancone delle bibite. La maggior parte delle persone quì dentro è scatenata in pista, a ritmo di musica prodotta dal Dj situato sul palco, e da quello che ho potuto capire, sembrerebbe molto famoso: non so chi diamine sia.
Sedute su degli sgabelli, ordiniamo due cocktail; avendo scelto lo stesso della mia amica, mi tocca bere un cosmopolitan.
Ne butto giù un po' e il gusto non mi dispiace.
Il chiasso copre le nostre voci, assieme a quelle di tutti gli altri, che come noi, cercano di parlarsi.
Passati minuti a raccontandoci del più e del meno: tra il quarto liceo ormai quasi finito e l'ansia per la scuola guida, abbiamo finito entrambe il nostro cocktail.
«Dai, stai tranquilla che supererai la scuola guida e anche il quinto!» Mi rassicura, con grande sorriso. Ormai Chiara ha già 23 anni più che compiuti; la sua forza di volontà l'ha portata ad occupare il posto di onicotecnica, lavoro che sognava dalle medie. Non c'è da dire molto sulla mia di carriera invece, oh giusto, perché ancora non ne ho una, e credo che continuando con questo passo, farò solo la lava piatti... non che sia un lavoro meno degli altri, ovvio, ma passare dal pensare di voler diventare traduttrice di lingue a lavapiatti, è un attimo per me.
«Amore mio, per te è tutto così facile...» sospiro, presa da un leggero stato di ansia.
«Senti, ora non è il momento di farti prendere da queste stupide incertezze! Andiamo a scatenarci, muchacha.» Dice, afferrandomi la mano per trascinarmi in pista, assieme al resto delle persone che come lei, hanno voglia di svago e divertimento. Iniziamo a muoverci a ritmo di El Clavo, accompagnata dalle voci di Prince Royce e Maluma. Tra strattonate qua e là e urla a squarcia gola, sono passate per gli sterei almeno 4 canzoni. Il ritmo incalzante di Bad Guy ci scaturisce l'inizio di gocce di sudore, che percorrono la fronte, fin ad arrivare al collo. Mentre le mani della mia amica si muovono su di me, dietro di lei noto una figura, che probabilmente prima era nascosta. Il profilo mi ricorda qualcuno, ma non saprei chi... continuo a ballare cercando a tutti i costi di scoprire chi sia e sperando che si giri.
Verso il finale della canzone, osservo la figura del ragazzo girarsi... accorgendomi di aver appena confuso Giordana, con un maschio. Mi sento in colpa, ma cosa potrei farci?
I nostri occhi si incontrano, stupidi entrambi di vederci quì, nello stesso locale. Dovrebbe essermi ovvio d'incontrare dei personaggi famosi al Goa; ma proprio lei, dopo oggi!? Restiamo ferme alcuni secondi, con i nostri sguardi ancora legati dell'incredulità della cosa. Istintivamente alzo la mano in segno di saluto, senza nemmeno rendermene conto. Mi sento in imbarazzo per averlo fatto, che figura! Lei, stranamente a quanto credevo, sorride ricambiando il mio saluto, con un cenno del capo. Ad interrompere questo momento arriva Chiara, che si volta di scatto, per vedere chi stessi salutando e cercando di strattonarmi per far sì che riprendessi a ballare.
«Ma chi guardi con tanta insistenza? Aah, ho capito, ti piace qualcuna eh?» Dice dandomi una lieve spallata e strizzandomi l'occhio.
«Ma no, cosa ti salta in mente!» Alzo gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
«È la ragazza che è venuta oggi a fare l'instore, dove ho accompagnato Denise» mi guarda con faccia interrogativa.
«Non ti ricordi? Ti avevo detto che dovevo accompagnare Denise al firmacopie di Giordana» le rinfresco la memoria. Mentre parlo con Chiara, noto Giordana lanciarmi degli sguardi; anche lei in tenta a ballare e scambiarsi chiacchiere con degli amici .
«Sìsì, mi ricordo... ma come è? Cioè, anche lei quì? Pensa tu! Questo è il destino amore mio» il mio sguardo contrariato e nel contempo senza parole, la fissa impassibile. Povera me, come gli vengono queste scemenze, non lo so.
«Continua a ballare, che è meglio.» Dico, invogliandola a stare zitta.
«Come continua? Continuiamo! Dai muchacha, muovi questo culone bianco» non resisto, così da buttare una risata, e iniziare a ballonzare assieme a lei.Spazio Autrice
Buongiorno a tutte/i, come state?
Volevo scusarmi per il ritardo della pubblicazione (non sarà la prima volta 😅)... ma spero potreste perdonarmi con per averlo reso più lungo degli altri; che scusante pessima, lo so.
Fatemi sapere se vi è piaciuto questo terzo capitolo, perché non vedo l'ora di iniziate il seguente 🤭!
PS. mi scuso se avvolte troverete degli errori di battitura.
Un bacio! 😘
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𝐴𝑐𝑐𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑎 𝑡𝑒;;Giordana Angi
Fanfiction*La storia conterrà, a volte, un linguaggio forte* La mente spesso ci porta a credere che le cose a noi impossibili lo siano realmente, ma nulla lo è. L'amore colpisce quando meno ce lo aspettiamo, nel momento più inopportuno, o in quello perfetto...