Capitolo 5

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Son passati alcuni minuti dal nostro arrivo al bancone e la ragazza affianco ha deciso di abbandonarmi, per continuare il suo percorso verso la sbronza. Nonostante le mie lamentele, la sua dura testa continua a comandare e di conseguenza passiamo il resto dei 20 minuti lamentandoci a vicenda dei nostri comportamenti. La musica continua il suo giro e i ragazzi non smettono di ballare, mentre io e la mia amica siamo sedute su questi sgabelli stanche di come sta proseguendo la serata.
"Me lo sarei dovuta aspettare da lei. Non ci si può mai fidare della calma iniziale di Chiara."

«Amore, direi che è ora di andare» le faccio presente, cercando di strattonarla leggermente dal braccio per farle alzare il viso dal bancone.
Come risposta ricevo solamente dei lamenti che fanno sghignazzare alcuni dei presenti seduti di fianco a noi, mentre i due baristi ci lanciano continui sguardi fulminanti.
«Ora comando io! Dai andiamo. Non ci tengo a portarti in braccio, sai?» La faccio alzare dallo sgabello, fortunatamente riesce a camminare anche se leggermente barcollando.
Ci facciamo pista tra le persone che rimangono lì, fino a trovare l'uscita.
I problemi non sono finiti però.
Non ho intenzione di disturbare mia madre, soprattutto per farla venire in un pub a quasi 50 km da Aprilia. La mia mente è combattuta su due soluzioni: prendere le redini, e nonostante non possegga ancora la patente, guidare fino ad Aprilia; la seconda opzione comporta invece chiamare mia madre. 

Do un'occhiata all'ora e come immaginavo sono le 3 del mattino;
lei alle 5 deve prepararsi per lavorare.
Fare di testa propria comporta molte responsabilità... ma amo il pericolo e pur non essendo una giustificazione valida, sono oramai convinta.
Prendo la borsa di Chiara e cerco le chiavi.
«Ehi, state andando via?» sento una voce rivolgersi a noi e con le mani ancora immerse mi volto.
Davanti a noi c'è la ragazza che precedentemente avevamo lasciato.
«Sì, guarda in che condizioni si è ridotta» le faccio notare, alzando gli occhi al cielo mentre lei cerca di coprirsi il viso invano.
«Mi dispiace, ma guarda il lato positivo, almeno non siete entrambe andate» mi dice, con un leggero sorriso in volto. Sarebbe stata una vera tragedia, avremmo dormito vicino qualche sporco cassonetto in attesa che un santo venisse a prenderci.
Sorrido alle sue parole, immaginando ciò che sarebbe accaduto.
«Non ce l'ha» sento bofonchiare qualcosa dalla bocca di Chiara, ma decido di non farci caso e salutare Giordana. Prima che possa proferire parola sento nuovamente Chiara parlare, e ciò che dice pare rovinare i miei piani."Non ha la patente", la frase che meno avrei voluto sentire.
La mia espressione è indecifrabile, divisa tra: "oh merda sono fottuta" e "ma non farci caso, è solo un'ubriaca."
«No-» cerco parole nel mio ormai ristretto vocabolario, ma stavolta non credo che ci sarà un buon samaritano che verrà a salvarmi.
"Chiara questa me la paghi, giuro che ti faccio dormire sotto un ponte."
Resto come una scema immobile, con la bocca semi aperta alternando lo sguardo dalla mia amica ubriaca a Giordana.
Diciamo che nessuna delle due voleva trovarsi in una situazione di tale imbarazzo, ma la nostra cara e buona sorte ha deciso di non accontentarci.
«Vabbè s- se vuoi... vi posso dare un passaggio?» Propone, con non molta sicurezza. Mi spiace trovarmi in questo casino e non sono al massimo convinta di voler andare con lei.
«Ehm...» rimango di sasso senza una risposta da dare, ma le scelte son poche ormai.
«Noi stavamo per andarcene, ognuno ha la propria macchia e... non mordo tranquilla» aggiunge poi, con una leggera risata finale per smorzare l'imbarazzo.
«Se per te non è un disturbo...» sospendo per qualche secondo imbarazzata dalla situazione, ma subito la voce di Giordana interviene per togliermi di mente questo dubbio.

Credo siano passati almeno una decina di minuti da quando ci siamo insinuati nella sua auto, tra poche chiacchiere e non poco disagio, per lo più da parte mia che per buone motivazioni ho dovuto occupare il posto accanto al guidatore; senza alcun dubbio la motivazione valida per non aver dato la mia splendida compagnia a Chiara, è perché dopo non solo 2 minuti iniziò a dormire. Straordinario.

«Che bella Roma di notte.» Senza accorgermene bisbiglio quel che ho tra i pensieri, immersa nel buio oltre il  finestrino.
«Già» Così presa persa che a stento riesco ad accorgermi della risposta che Giordana mi da.
«Ogni volta che prendo la macchina in piena notte, anche solo per farmi un giro, mi solleva da tutti i pensieri; la notte, il silenzio, hanno un potere sedativo, di placare le emozioni e rilassarmi» mentre parla ascoltandola interessata, mi volto a guardarla; ha per davvero ragione, la notte e la sua quiete hanno una strana egemonia.
Annuisco indicando che lo stesso vale per me.
«Mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo» dice sorridendo leggermente, per poi riprendere:
«E quindi la tua sorellina è una mia fan, ahahaha chi l'avrebbe mai detto che sarei piaciuta a lei e non ha te» sta certamente cercando di mettermi in imbarazzo, ma ehi sono gusti musicali. «Diciamo che non seguo molto la televisione, preferisco uscire o non so, fare altre cose, ma- no,non vedo la tv» vorrei aprire la portiera e lanciarmi nell'asfalto, che figura.

𝐴𝑐𝑐𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑎 𝑡𝑒;;Giordana AngiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora