Capitolo nove: morte

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Ci nascondemmo sparsi. Io, Will, Nancy e Johnatan eravamo dietro l'auto.
Lo scorticato cadde dal soffitto, atterrando sulle zampe da ragno gigante. Non poteva somigliare a una farfalla? No ai ragni, la mia unica fobia.

«Famiglia Griswold, qui truppa dei coni, mi ricevi?» chiese Dustin al Walkie Talkie. Fantastico, un diversivo!

Lo scorticato lo lanciò per terra, ringhiando. Con i miei poteri lo feci continuare a parlare, in modo da distrarre la creatura.

Will sembrava terrorizzato. Gli strinsi la mano e la accarezzai, cercando di sembrare più rassicurante possibile, ma anche io ero terrorizzata.

Sentii il rumore di qualcosa che cadeva. Eleven e gli altri si erano spostati.

Scappammo fuori, approfittando della distrazione del mostro, e salimmo in macchina.

Restai fuori, facendo salire gli altri.
«METTI IN MOTO!» urlai a Johnatan.

Nancy sparava, io cercavo di fermare la macchina di Billy. Quest'ultimo cercò di mettere in moto più volte, a vuoto. Ma ci metteva troppa forza. Due istanti dopo, infatti, riuscì a partire, e io caddi per terra. Will mi aiutò a sedermi in auto, ma poco prima che Billy potesse schiantare la sua auto su di noi qualcun altro la fermò, scaraventandola via. Steve.

La macchina di Billy andò a fuoco, con lui dentro.

«Tutto ok?» chiese Steve a Robin.
«Me lo chiedi domani?» rispose lei.

«FORZA, SALITE!» gli urlai e loro eseguirono.

Durante il tragitto, tra canzoni ambigue e curve, Notammo una cosa strana.
«Sta facendo inversione.» disse Steve.
«Che cosa?» chiese Johnatan.
«Sta facendo inversione!» ripetei.
«Forse si è stancato..» ipotizzò Will.
«Non credo proprio. TENETEVI!» urlò Johnatan e fece inversione seguendo lo scorticato, invertendo così i ruoli.

Giungemmo allo Starcout, il punto di partenza.
Scesi di corsa dalla macchina, senza aspettare gli altri.

«NATALIA!» urlò Will, ma non lo ascoltai. C'era Eleven per terra, e dovevo salvarla.
I ragazzi salirono al piano superiore e cominciarono a lanciare fuochi d'artificio nella bocca del mostro.
«Scortica questo, pezzo di merda!» urlò Lucas.
Il mostro indietreggiò, ringhiando.
«HEY STRONZO, DA QUESTA PARTE!» esclamò Steve.

Corsi dalla mia amica, facendo allontanare Billy con i miei poteri e sbattendolo nei muri.

«ELEVEN! TUTTO OK?!» chiesi. Lei annuì, ma non ne ero molto sicura.

Notai che ogni volta che lo scorticato veniva colpito, anche Billy soffriva, ma non talmente tanto da da non poter prendermi per il braccio dolorante e trascinarmi per terra.

«SONO QUASI FINITI!» urlò Will.
«LO SO!» rispose Lucas.

Oh merda.

In quel momento mi vennero in mente tutti i momenti che Billy mi aveva trasmesso tramite il collegamento con le ombre.
Sua madre, la spiaggia, le onde, il padre, Max...

«Due...metri...» balbettai per la gola stretta.
Billy mi guardò torvo.
«...Lo dicesti a lei. L'onda era alta due metri. Lei, tua madre, era una donna... bellissima. Mi sarebbe piaciuto essere bella come lei.» continuai.
«Sei corso da lei, sulla spiaggia. Indossava un cappello e un lungo vestito bianco, con dei fiori blu e rossi, e in mano teneva i sandali gialli sporchi di sabbia.»

Mi scesero delle lacrime al pensiero che Billy, nel suo vero aspetto, il vero Billy, sarebbe stata l'ultima persona che avrei visto. I suoi ricordi, sarebbero state le mie ultime parole.
Avrei gridato in cerca di aiuto, ma questo non sarebbe arrivato perchè era tutta colpa mia.
Io mi sono voluta trasferire qui, io pregato mia madre, io ho fatto amicizia con quelle due ragazze sulla corriera, io ho parlato con quei tre ragazzi in gioielleria, io ho dormito da Max, io sono andata a casa di El, io ho baciato Will, e ora tutte queste persone avrebbero sofferto a causa mia, a causa della mia morte.
Sorrisi però, per il fatto che loro sarebbero stati il mio ultimo pensiero impresso nella mente, il mio ultimo desiderio inesaudito.

«Mi dispiace Billy. Mi dispiace davvero per tua madre.»

→we are the proof of love. •w. b.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora