Capitolo Sei

7.3K 211 77
                                    



Prava ljubav čeka



Ci sono amicizie necessarie, altre nate solo perché si è vicini a causa di altre persone.

Io e Giordana avevamo cominciato ad essere amiche perché c'era Arianna, ci eravamo allontanate per il caratteraccio che ci ritrovavamo, per poi legarci di nuovo per colpa di Alberto. In realtà eravamo veramente amiche, ci confidavamo e aiutavamo, ma c'era qualcosa -forse la competizione- a tenerci sempre un pizzico più lontane del necessario.

Ed è per questo che quando io e Alberto ci lasciammo rimasi sorpresa dei suoi messaggi e delle sue chiamate; dei miei messaggi e delle mie chiamate.

«Fai entrare prima le birre.»

«Sempre la solita Tish.» Le spalanco la porta così da farla entrare, andiamo in cucina e posa le birre sul bancone in mezzo alla stanza.

Ci guardiamo, un po' divertite e un po' ignoranti sul da farsi.

Alla fine parlo io.

«Pensavo ce l'avessi con me.»

«Te l'avevo detto che non era una buona idea prendere questa casa ma tu no, fai sempre di testa tua. Sei proprio 'na capocciona, oh.»

«Vabbè, queste birre restano nel cartone o possiamo aprirle? Ho bisogno di bere.»

Come si fa a perdere un amico?

È molto più facile perdere un amore, certo, ma un amico? Non dovrebbe essere fattibile.

Io all'amicizia ho sempre dato più credito rispetto all'amore.

È che a volte succede che semplicemente si smette di parlare.

Un messaggio in meno, una chiamata non fatta e né ricevuta.

Chiedersi come stai solo per mera abitudine.

È così che va.

È così che ci siamo allontanate io e Giordana, e con altrettanta rapidità siamo ritornate a sederci sul divano a bere birra e a parlare di quanto prender decisioni mentre si è in premestruo sia una scelta pessima.

È difficile spiegare a parole la nostra amicizia, però non è male ritrovarsi qua con una confezione da sei di Heineiken.

«Glielo hai detto che ci siamo sentite in questi anni?»

«Non c'è mai stata l'occasione. Se dicevo il tuo nome lui se ne andava, e poi che bisogno c'era.» Annuisco e bevo un paio di sorsi di birra. È fredda e scorre bene.

«Lei com'è?»

«Anna, intendi?»

«Sì.»

«Ah, beh» si mette a giocare col collo della bottiglia, così da tergiversare. «Non mi piace ma ad Alberto sì, quindi mi va bene.»

«Io per Alberto non ti andavo bene, però.»

«Io ho sempre detto che non eravate compatibili, che-»

«Che antipatia questa cosa della compatibilità, sempre a dirlo e rimarcarlo, ma non era vero un cazzo, okay? Non hai mai sentito quelle cazzate sugli opposti che si attraggono, i pezzi del puzzle e il resto? Sono vere. Ci incastriamo bene, guarda le nostre voci insieme, trovala un'altra combinazione così riuscita. Trovala.»

«E te le sei dimenticate le litigate?»

«Non ho dimenticato le litigate e nemmeno il fare pace.» Mi aggiusto sul divano, posando la bottiglia per terra. «Perché non lo hai convinto a parlarmi? Era una stupida discussione, ci eravamo già passati.»

ReasonsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora